8-PT2, Penelope.

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Venerdì 1 gennaio 2021, ore 10.01, Holmes Chapel, casa Styles, in cucina.


«Lou, sei pronto?»

Harry impilò la torretta di pancake appena cotti nel tondo portadolci di plastica, avvitò il coperchio per incastrarlo al vassoio e, sfilandosi il grembiule legato in vita, si affacciò alla soglia della cucina.

«Louis?» chiamò.

Ma da questo non ottenne alcuna risposta.

Sospirò e sciacquò le mani sotto il getto freddo del lavello, pensando che Louis fosse chissà dove con le AirPods infilate nelle orecchie com'era solito fare. Nel momento in cui abbandonò la stanza per andare a cercarlo, udì il diffondersi di lievissime, carezzevoli note. Inizialmente non capì cosa stesse succedendo.

Qualche istante più tardi, a quelle note si aggiunse l'angelica voce del suo ragazzo.

«How many times do I have to tell you?
Even when you're crying, you're beautiful too
The world is beating you down, I'm around through every mood...
»

Inchiodò il passo e si guardò intorno, come se stesse cercando qualcosa.

Subito dopo, avanzò verso la sala da pranzo.

E Louis era lì, seduto sulla poltroncina del pianoforte. Non sapeva ancora che Harry lo stesse guardando, perché era girato di spalle, ma se il suo intento era quello di attirarlo a lui, allora...

Ci era riuscito.

«You're my downfall, you're my muse
My worst distraction, my rhythm and blues
I can't stop singing, it's ringing in my head for you...
»

Mentre respirava in maniera inspiegabilmente troppo veloce, mosse dei passi verso l'altro e per istinto si portò una mano al cuore, perché all'improvviso quello aveva cominciato a battere forte, ed era una cosa talmente inaspettata che per qualche motivo gli parve di avvertire prurito su tutta la pelle.

«My head's under water
But I'm breathing fine
You're crazy and I'm out of my mind...
»

Lo raggiunse, cercando subito il suo sguardo. Ma Louis quello sguardo non lo ricambiò: lo inchiodò invece alla parete che aveva davanti.

E sorrise. Ma un sorriso immenso, e anche se era di profilo, Harry riuscì a scorgere le sue iridi brillare.

Con quel sorriso sulle labbra, cantò per lui.

«'Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections...
»

Sedette cavalcioni sullo sgabello rettangolare rivestito di velluto, e Louis si spostò verso sinistra per fargli spazio.

«Give your all to me
I'll give my all to you
You're my end and my beginning
Even when I lose I'm winning


'Cause I give you all of me
And you give me all of you, oh-oh
Give me all of you, oh...
»

Era difficile stabilire cosa ritenesse più importante guardare: se le sue dita - piccole e magre a muoversi magistralmente sui tasti bianchi - o il suo viso, splendente della sua naturale bellezza, totalmente concentrato e avvolto in un'aura di eterea perfezione.

Alla fine decise di chiudere semplicemente gli occhi perché quella voce, la sua voce, era quanto di più incantevole avesse mai ascoltato. Ed era quasi furioso all'idea che fino a quel momento gliel'avesse tenuto nascosta.

«Cards on the table, we're both showing hearts
Risking it all, though it's hard...
»

Percepì lo sguardo dell'altro su di sé ma, questa volta, fu lui a non ricambiarlo.

St. Mary Jane PARTE 1-2 [Larry Stylinson]Where stories live. Discover now