Voler essere forte

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È mattina presto quando mi sveglio e non sono l'unica, anche mio fratello ha appena aperto gli occhi. Entrambi ci stiracchiamo e successivamente sbadigliamo, se non fosse così diverso da me mi sembrerebbe quasi di guardarmi allo specchio. Sorrido, ieri ho dedicato poche attenzioni a lui, ho dato retta più a mia madre e lui le ha lasciato tutto lo spazio per sfogare quei giorni di preoccuppazione. Fa strano avere una mente adulta nel corpo di una giovane lupa, ancor di più, fa strano essere sgridate dalla propria madre quando in realtà mi sento adulta. Per quanto riguarda mio fratello, oggi vedrò di rimediare. Nella vecchia vita non avevo avuto tale opportunità di avere un fratello ed ora che ce l'ho mi fa quasi un effetto strano. Ma non tornerei indietro per nulla al mondo, lui è qui, l'ho visto crescere e fare i primi passi, dovrò riabituarmi a lui ma... non sarà così difficile.

"Buongiorno, fratellino." Gli sorrido appena usciamo dalla tana.

"Buongiorno, sorellona." Mi guarda. "Pronta per raggiungere il tuo branco?"

Porto gli occhi su di lui. "Direi che è ancora molto presto per andare al branco, che ne dici se passiamo un po' di tempo da soli? È da tanto che non lo facciamo."

Non tiene a freno la coda, scodinzola. "Davvero? Va bene! E cosa facciamo? Giochiamo? Cacciamo? Facciamo una passeggiata? No, la passeggiata mi annoia! Ma va bene qualsiasi cosa, scegli tu!"

Ridacchio. "Hey, hey, calma." Mi incammino divertita. "Cos'è tutta questa euforia?"

"È che... in questi giorni mi sei mancata davvero tanto, avevo timore che tu non tornassi." Mi segue.

"Avevi forse dimenticato che sono una lupa forte?" Domando sorridendo.

"No, per niente." Scuote la testa. "Ma non sapevo dov'eri e ciò mi faceva preoccupare ma non ho potuto fare nulla, non mi permettevano di aiutare nelle ricerche. Ho tenuto solo compagnia alla mamma per evitare che scappasse per venire a cercarti."

Guardo avanti. "E hai fatto un ottimo lavoro, l'hai tenuta al sicuro."

"Si però..." Sospira. "Niente, lascia stare."

Lo guardo con la coda dell'occhio, ha il muso basso. Ha sicuramente qualcosa che gli frulla nella testa ma non ha intenzione di parlarmene, forse una bella caccia gli farà uscire fuori il coraggio che serve. "Che ne dici di una caccia?"

Annuisce. "Mi va bene, andiamo al bosco."

Va avanti per farmi strada, lo seguo ed arriviamo al bosco pochi istanti dopo. Annusiamo in giro cercando una traccia, siamo entrambi figli di un cacciatore, ciò ci da molta esperienza nel campo. In più, ho i miei ricordi passati ad aiutarmi ancora ancora più. Troviamo subito una pista, se il naso non mi inganna credo che sia un alce. Infatti, quando arriviamo davanti alla nostra preda è proprio un alce. Io e mio fratello ci nascondiamo, lo guardo.

"È un bel modo per ripassare anche l'insegnamento di Rufus, non trovi?"

Lui annuisce. "Giusto. L'alce non si affronta mai da soli se non si è abbastanza esperti, in quel caso ci vuole un lavoro di squadra."

Annuisco. "Corretto e noi siamo in due, che altro?"

"La pelle dell'alce è molto elastica e ha due punti forti, le sue grandi corna e i suoi zoccoli." Continua lui ripensando alla lezione.

"Perfetto, quindi qual è la miglior strategia di attacco?" Domando ancora, sorrido nel vedere che aveva prestato molta attenzione alla lezione.

"Mmh..." Ci pensa su. "Alle caviglie!" Esclama. "Perchè un alce a terra è più facile da attaccare, non può scappare e riceve più morsi fino alla morte."

La Scintilla: Una nuova Alba - PARTE 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora