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Giulio dovrebbe essere qui a momenti. Simone ha preparato lui la cena. Io sto finendo di sistemare la tavola. Sento due mani cingermi i fianchi e Delle labbra baciarmi sul collo.
“ehy”
“ciao piccola”
“che c'è? Sei agitato?”
“solo un pochino. Non troppo”
“ beh stai tranquillo. Perché è solo una cena con tuo padre. Ormai credo tu abbia imparato a conoscerlo no?”
“si hai ragione. Ma un po' di agitazione c'è sempre. ”
“conoscendoti ti agiteresti per niente in ogni circostanza”
“qualsiasi cosa che mi riguardi credo che un po' ansia ci deve essere sempre. Non eccessiva però.” mi volto per baciarlo.
“ allora non oso immaginare quando un giorno sarò incinta. Mi vai sul panico! ” esclamò ridacchiando. Immaginandolo in preda dalla pazzia a soddisfare ogni mia voglia.
“ Emma" lo guardo adesso meglio negli occhi e inizio a ridere perché ha travisato la cosa, nonostante gli avessi detto un giorno.
“ no. Non sono incinta e stai tranquillo che al momento zero pargoli per casa. ”
“ sicura? Guarda che puoi dirmelo” passo una mano sulla sua guancia “ non andrei mai da nessuna parte. Anche se è una cosa che mi spaventa. ”
“ Simo non aspettiamo nessun bambino e poi se lo fossi stata non te lo avrei di certo detto in questo modo. Non mi sentirei neanche pronta adesso ad affrontare una gravidanza, tu devi lavorare e io devo finire assolutamente gli studi; un bambino è una cosa impegnativa e io non voglio assolutamente correre. ” spero non capisca che non voglio bambini ne ora e ne mai perché dal discorso si potrebbe percepire altro. Invece io credo che siamo giovani ma non pronti per avere un figlio. Non mi sento realizzata su nessun punto di vista economico anche se Simone lavora non viviamo nell'oro. È poi ci vuole tanto tempo da dedicargli e noi adesso come adesso ne abbiamo veramente poco pure per stare insieme. Figuriamoci per stare dietro a un bambino.
“ hai ragione! ” mi risponde soltanto. Mi lascia un bacio sulla guancia si sta per allontanare quando lo blocco.
“ Simo... Non voglio che capisci male. Non ho detto che non voglio un figlio da te. Anzi ne sarei felice. Ma capisci che a volte ci vediamo solo di notte non abbiamo nemmeno tempo per stare insieme figurati se avessimo del tempo per pappette e pannolini. ”
“no ma tu hai ragione e che... Niente dai lascia perdere non importa. Vado a prendere il vino dalla credenza” si libera dalla mia presa e poi si allontana verso il salotto. Per prendere il vino e sbuffo. Certe volte basta dire una cosa che si travisano le cose.
“Simone" lo chiamo ma fa finta di niente. Mi avvicino a lui mentre cerca il cavatappi. Gli appoggio una mano sulla spalla allungandomi verso il suo collo, lasciandoci un bacio sul esso sento i brividi e sorrido.
“mi dici cosa ti passa per la testa. Non stare con il broncio. Non mi piace quando stai così! ”
“ stai tranquilla” mi passa una mano tra i capelli e mi bacia successivamente.
“non sto tranquilla con quando non finisci quella frase.” gli dico convinta. Non voglio che arrivi suo padre e lui stia con il muso per tutti il tempo. Mi guarda un altra volta e poi si allontana. Appoggia le forchette che avevo poco fa messo sul tavolo.
“Simone vuoi parlare! Per favore! Non ti sto chiedendo l'America. ”
“ amore hai già detto tutto tu cosa dovrei dirti ancora?” mi chiede tenendo sempre lo sguardo su quello che sta facendo. Lo fermo e lo sento sbuffare per il mio continuo chiedere.
“ non comportarti come un bambino. Perché adesso mi arrabbio sul serio. Sta per arrivare tuo padre e io ho solo fatto una considerazione. Non ti ho detto niente di cui tu già non sapevi. ” gli dico a tono facendo scontrare i nostri occhi. Inizio ad innervosirmi, non ci si comporta così, non gli ho detto che non avrei voluto figli semplicemente non mi sento pronta adesso.
“ una domanda - lo incinto a parlare - se dovesse succedere che accede che faresti?” davvero me lo sta chiedendo? Fa sul serio? Mi stacco da lui. Andando verso il divano a prendere i fazzoletti che avevo appoggiato alla mensola.
lo terrei Simone. Non ammazzerei mai un esserino così piccolo che sarebbe poi nostro figlio. ” rispondo alla domanda abbastanza scazzata tant'è che mi raggiunge prendendomi per i fianchi e io cerco di liberarmi.
“ stai ferma!” esclama
“ no. Perché fino a poco fa hai fatto il vago come se ti avessi fatto chissà che cosa. Tu ho semplicemente detto che ad oggi non sono pronta. Ma se dovesse accadere sì certo non lo butterei. ”
“ok. Ma nel caso accadesse non saresti pronta comunque Emma. Non penso che ci sia un età per essere pronti”
“ma avere una testa sì. Voglio essere sicura di me stessa. Voglio poter dare un futuro a nostro figlio. Voglio laurearmi prima. Voglio sistemarmi meglio qua con te. Non conviviamo nemmeno da un mese e... Credo che un figlio sia veramente correre troppo. Bruciando le tappe... Possiamo benissimo fare le cose con calma!” mi lascia un bacio sulle labbra.
“ scusami sono andato in palla. Mi dispiace per la reazione.” gli accarezzò una guancia. Non riesco ad essere arrabbiata con lui. Il campanello suona mentre sto per dirgli che lo amo.
“sarà tuo padre vai!” gli dico lascia i miei fianchi va verso il portoncino mi guarda poi.
“ e comunque ti amo anche io..”
Come fa ogni volta a capire quello che sto per dirgli?

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