56.

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Entro nella stanza di Simone dopo aver salutato Sara e Maria. Sta buttato sul letto mentre fissa il soffitto. Appoggio la borsa sul comò e lo raggiungo. Mi siedo sul bordo e noto che gira la faccia.
“ciao” gli dico. Si allunga e mi bacia a stampo.
“ciao pupa. Dove sei stata?”
“sono uscita a fare una cosa importante. ”
“cosa?” mi fissa. Mi devo assolutamente inventare qualcosa perché non voglio assolutamente che sappia del confronto con suo padre. Sono ancora scossa e non avrei neppure il coraggio di parlarne.
“una commissione per mamma. Tu invece?”
“sono stato con Lorenzo in un posto”
“che posto?”
“che fai? Poni le domande come faccio io?”
“diciamo che è giorni che non parliamo quindi sono lecite le domande. ”
“sono stato in posto a me importante ci andavo da piccolo”
“con tuo padre?” sbarra gli occhi si solleva con il busto. Le mani si appoggiano sul materasso e i suoi occhi sembrano quasi congelati.
“come... Come fai a saperlo che quel posto...”
“a sensazione. Sono giorni che mi chiedo cosa ti passa per la testa. È vero che non sono stata d'aiuto ho pensato a studiare ma tu... Sembra che ti sei preso del tempo per te stesso senza magari parlarne.”
“non mi va di parlare di lui”
“non ti ho chiesto questo.”
“cosa mi stai chiedendo allora?” alzo le spalle e mi appoggio con il corpo completamente sul letto. Non dico nulla.
“Emma” chiudo gli occhi e lui è come prima quando gli ho detto di suo padre non sì e proprio mosso.
“mhm" gli rispondo.
“non hai risposto alla domanda”
“non ho bisogno di chiederti nulla mi hai già fatto capire tutto tu" era vero con quel atteggiamento spavento mi aveva fatto capire che quello era un nervo scoperto e non voleva essere toccato dall'altra parte ero la sua fidanzata e speravo che almeno un po' si aprisse. Non volevo ripetere gli errori del viaggio dove mi ero avvantaggiata sul farmi paranoie e lui non voleva parlarne.
“in che senso?” Adesso si sdraia affianco a me e mi guarda attentamente. Sento il suo sguardo sulla mia pelle. Brucia come se stesse cercando Delle risposte solo scrutandomi.
“ho già ricevuto cio che volevo sapere mentre ho nominato quello che per te sta diventando un incubo” si allontana ha capito a cosa mi riferisco.
“non è per lui che ci siamo allontanati lo sai bene?” mi dice sul difensiva. Non mi muovo tanto so benissimo cosa sta cercando nella giacca le sigarette. So anche che adesso andrà a fumarne una, lo conosco come le mie tasche ormai. Ogni volta che c'è una cosa che lo turba scappa.
“non c'è bisogno che te ne vai” gli dico nervosa. Non può continuare così.
“io non sto andando da nessuna parte”
“stai cercando le sigarette nella tasca del giubbotto di pelle perché sei nervoso e vuoi fuggire dal discorso ma non è che risolverai le cose”
“Emma non hai capito non c'è niente da risolvere. Quell'essere per me può pure morire a me non me ne frega nulla!!” mi si gela il sangue. So che non corre buon sangue che la rabbia si è trasformata in odio ma questo è troppo.
“ Simone stai esagerando!”
“no Emma. Quel uomo è mio padre solo all'anagrafe, per me non è nessuno e continua ad essere così punto. ”
“ma non è vero che non ti importa! Perché ti stai mangiando il fegato da settimane ormai!” mi alzo di scatto e lo raggiungo.
“non mi importa niente di lui. Mi importa solo che non vi faccia del male punto!” risponde incazzato.
“se non ti importasse davvero niente non scappavi davanti all'evidenza. Tuo padre è sempre stato importante per te e il fatto che ti abbia abbandonato tu non lo hai mai digerito”
“tu parli perché non lo hai mai vissuto. Non puoi sapere come ci si sente.Tu... hai una famiglia perfetta, come puoi pensare che io possa digerire una cosa del genere??? Ehhh? Emma come? Non sai come mi sono sentito quel giorno, non lo puoi sapere perché tuo padre ti ha sempre amato come dovrebbero fare tutti quanti. ” respiro. Sento gli occhi riempirsi di lacrime. Si era verificato quello che ho pensato da giorni. “ non puoi piangere adesso... Non è la tua vita questa, ma la mia, Emma, io ci sono stato male e non tu.” continua. Il cuore si fa piccolo e cerco di strozzare un singhiozzo.
“ma cosa sta succedendo?” Maria entra in camera da letto. Deve aver sentito le urla di suo figlio. Prendo la borsa e me ne vado. Non dovevo intromettermi! Non dovevo nemmeno parlarci. Scendo al piano di sotto a casa mia. Mia madre mi vede ma sbatto la porta chiudendo mi dentro. Non voglio sentire più nessuno. Non oggi. Lo stomaco sotto sopra la voglia di rimettere, le parole che mi accoltellano. Io non capisco non capirò mai. Non posso stare con lui.

...

“Simone” mia madre prende la sigaretta e me la leva dalle mani. La filmino, l'avevo appena accesa e odio quando fa così. Non può trattarmi ancora come un bambino.
“che c'è?”
“cosa che c'è? Ti sei reso conto di ciò che è appena accaduto? La tua ragazza se n'è andata in lacrime. Cosa gli hai detto?”
“la verità”
“ma che stai dicendo? Quale verità?”
“che non può capirmi. Che non può sapere come mi sento. Che non posso passare sopra a una cosa del genere. Non sto scappando io non lo voglio nella mia vita.”
“tu non stai per niente bene Simone. Veramente pensavo di averti fatto un po' più intelligente e invece sei caduto un altra volta in una trappola più grande di te. Sei fuori di testa”
“non sono fuori di testa. È la verità. Lei non c'era quando papà se ne andato di casa, era a Malta a casa sua. Lei ha una fame perfetta ”
“ è quindi? Non mi pare che fosse un grande problema per te anzi vai d'accordo con tutti nella famiglia di Emma”
“non è questo il fatto è che lei cerca sempre di trovare un modo per aiutarmi, quando non esiste nessun modo. Vorrei solamente essere lasciati in pace e tornare a vivere come prima. Siamo qua perché quel pezzente ci ha tirato fuori da casa nostra e io...”
“E TU SEI SOLO UN PEZZO DI MERDA!” mia sorella entra nel balcone di camera mia come una furia mi spinge e mi guarda. E incazzata nera e mia madre la tiene per un braccio prima che mi tiri una sberla.
“sei impazzita!” le dico.
“no. Sono lucida e Emma si è chiusa in camera non vuole vedere e parlare con nessuno. Ha detto che non ha senso tanto basta che parla è crea danni” scuoto la testa. Non era questo che volevo.
“ho solo detto a lei ciò che penso”
“complimenti allora! Davvero ti faccio i miei seri complimenti. Invece di unirci ci stiamo dividendo"
“la colpa non è mia" rispondo. Sara scuote la testa.
“la colpa è tua invece. La devi finire di comportarti così. ”
“ma cosa volete tutti da me? Eh? Ditemelo? ” urlo sullorlo di una disperazione. È crollato tutto. Ha vinto lui di nuovo. Sta crollando la nostra famiglia. Il mio rapporto con Emma. Le sposto e mia sorella vorrebbe seguirmi ma mia madre la blocca. Le dice che ho bisogno di sbollire. Scendo le scale di fretta. Rosanna con Kurt mi guardano ed esco fuori. Respiro a pieni polmoni una volta fuori in giardino e lascio che le lacrime scendano lungo il viso.
Non piango mai. Devo essere arrivato al culmine di tutto quanto.
Tra due giorni la maturità e io ho appena litigato con tutti. Esco e mi metto in macchina, passo per il mare e torno in quella casa. Voglio stare esclusivamente da solo, non voglio sentire più alcuna persona parlare. Sposto tutto ciò che c'è qua dentro, risistemo la zona soggiorno mentre singhiozza. Tolgo il telo e mi butto sul divano. Mi scoppia la testa; mi massaggio le tempie e piano piano mi addormento.

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