49.

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Il campanello suona insistentemente. Non capisco sia. Mamma è in giro con Giulia e Sarà per shopping. Cose da donne. Io invece sono a casa a studiare, mi mancano le ultime interrogazioni e poi posso aspettare anche io poi definitivamente gli esiti. Quest'anno credo sia veramente la volta buona che vado via da quella scuola. Emma mi ha aiutato tanto. Oggi ha detto che aveva da fare con le ragazze e che sarebbe venuta direttamente a cena perché mamma l'aveva inviata e per stare ovviamente con me.
Va d'accordo con mia sorella puntualmente ogni volta che sono qua passano un sacco di tempo insieme e mi piace un sacco il loro rapporto. Sara la adora come se fosse sua sorella le chiede persino consigli per far ingelosire il suo ragazzo. Mi viene quasi da ridere. Il citofono non funziona da due giorni e ci tocca chiamare il tecnico per controllarlo. Mi affaccio alla finestra e il sangue si raggela. Mi sento soffocare. Non può essere qua. Non può. Non è vero.
Mi tengo al tavolino. Sento le gambe quasi cedermi. Dopo che se ne era andato abbiamo cambiato serratura e non può di certo più entrare in casa come vuole. Scendo le scale con la poca disponibilità che ho e lo trovo davanti ai miei occhi.
“che cazzo vuoi?” gli urlò aprendo il cancelletto. Sono abbastanza nervoso.
“oh finalmente, dopo tutti i messaggi e manco una risposta volevo vedere la tua faccia. Ci rivediamo figliolo” ma a chi vuole prendere in giro questo?
“figliolo cosa? Ma chi sei? Chi ti conosce? ” urlo in mezzo al marciapiede di casa. Non c'è nessuno per fortuna!
“oh andiamo Simone non avrai ancora nello stomaco che me ne sono andato. Tua madre non poteva fare più niente età su un letto di un ospedale. Quando poi si è svegliata è diventata solo una handicappata” mi provoca toccando tasti che non dovrebbe manco osare.
Stringo il pugno per non tirarglielo in faccia. Ma come cazzo si permette??
“guarda quello che pensi non mi interessa per niente. Puoi anche andartene un altra volta, non piango e non mi metto neppure a strillare. ” gli rispondo.
“non c'è ne bisogno e comunque io non vado via questa è casa mia” mi viene da ridergli in faccia. Mi guarda. Sto al veleno.
“tu vai via e dopo anni pretendi pure di riavere la casa. Sei uscito fuori di capoccia. Tu non sei ne un padre e né un marito. La mamma ha fatto più che bene a chiederti la separazione sei solo un poveraccio. Tu non sai cosa vuol dire AMARE. Mamma sarà stata pure un handicappata come dici tu ma ha avuto la forza di affrontare la vita. Tu no. Tu sei solo un mischino lurido bastardo che è scappato quando tutti avevamo bisogno di te. ” ringhio velocemente contro il suo viso. Si allontana un poco per guardarmi meglio. Non so quale santo mi stia trattenendo
“ragazzino ma ti senti come parli. Tua madre non poteva fare più niente ormai l'incidente era avvenuto e non c'era bisogno di stare lì con lei. ” lo spingo verso la strada facendolo sbattere su una macchina parcheggiata. Respiro lo prendo per il colletto. La rabbia prende il sopravvento.
“tu ti senti come cazzo parli di quella che ti ha donato due figli. Ma cosa ne sai tu della famiglia. Hai solo e soltanto aspetto il momento giusto per andare via. Tu la mamma non l'hai amata. ”
“perché tu ami quella ragazza? Eh la biondina tutta bella carina” gli tiro un pugno. Lui non deve minimamente nominare Emma. Non si deve proprio premettere di toccare la mia ragazza. Sto per tirargli un altro pugno ma mia sorella mi ferma
“Simoneeeeee! Fermati” si avvicina e ci allontana.
“Sara lasciami” mi spinge di nuovo. Lo guardo “Tu devi solo provare a toccare un capello ad Emma. Papà giuro che ti faccio in mille pezzi. La mia donna non si tocca io non mi chiamo Giulio che pensa solo a se stesso. ” noto che arriva pure mia madre con  alcune buste in mano è scioccata non crede ai suoi occhi ci guarda.
“ e tu cosa ci fai qui? Non credi di averci rovinato la vita abbastanza.” gli chiede non guardandolo in faccia adesso.
“oh cara ciao. Allora ti sei rimessa in forma. Io rivoglio la casa che è mia. Spetta a me.” mamma inizia a ridere.
“tu non avrai più niente manco un centesimo o un mobile di qua dentro. Stai lontano da noi Giulio io non ho mai fatto causa contro di te dopo tutto quello che mi hai fatto ma se continui con questa storia potrei denunciarti.”
“ sono settimane che avviso tuo figlio che presto mi riprenderò tutto” mia madre scatta e mi guarda abbassò lo sguardo. Non sapevo come dirglielo si sarebbe solo preoccupata per un coglione del genere.
“tu non hai capito nulla Maria... Io...” mi libero dalla presa di Sara e mi avvicino a lui lo fermo per un polso.
“non osare avvicinarti a lei ti spezzo in due adesso” ringhio velocemente si libera e se ne va. So benissimo che non finisce qui la questione. Tornerà di nuovo.

....

Da quando sono arrivata la tensione dentro questa casa è alle stelle. Simone non mi vuole proprio spiegare cosa sta succedendo e ho deciso che chiederò a mia cognata. A male estremi estremi rimedi. La tiro per un braccio fino alla veranda chiudo e la fisso.
“ora mi dici perché tua madre e Simone non si guardano nemmeno e perché tutta questa tensione. Volevo stare un po' con voi ma non si respira ” parlo velocemente. Sara si siede su una sedia bianca di plastica mi fissa.
“Emma mio padre è tornato.” confessa. Mi avvicino a lei in ginocchiandomi le prendo le mani. Non sapevo che si fosse fatto vivo.
“raccontami ti prego? ” chiedo costringendola  a guardarmi  negli occhi. Lui continuava a minacciare con i messaggi e Simone continuava ad ignorare prontamente. Non sapevo nulla dei nuovi movimenti.
“ li abbiamo trovato qua che si menavano non lo so cosa succedeva. Simone diceva che non doveva toccati minimamente. Sono stata io a fermare mio fratello. Mamma era incazzata perché non si aspettava che dopo tutto ciò che ha fatto le chiedeva indietro la casa. Rischiamo di perdere tutto Emma. ” mi afferma iniziando a piangere. Mi affrettò ad abbracciarla.
“Sara non succederà nulla di tutto questo. Se dove succedere io ho sempre posto per farci stare da me. ”
“mamma ha rimproverato il tuo ragazzo perché non gli ha detto nulla di certe minacce. ” mi guarda “ tu sapevi ?”
“sapevo che tuo padre si era fatto vivo e che voleva tornare. Ma Simone ignorava completamente ogni cosa. Le avevo detto anche di avvisarvi non era giusto tenervi all'oscuro. Ma non voleva far preoccupare Maria. Secondo lui se la doveva cavare da solo”
“Il solito cretino ” annuisco.
“questa storia la sapevamo io simo Lorenzo e Kurt. Non sanno niente nemmeno i miei. Ho tanta paura Sara. In alcuni messaggi Simone viene minacciato di fargli cadere tutte le certezze che ha e siamo noi tre. Questo uomo se possiamo chiamarlo così fa tanta paura” mi abbraccia. Inizia a piangere e la stringo.
“Ti voglio bene”
“anche io Sa”
“ma voi due che state facendo?” chiede Simone mentre spinge la porta scorrevole del balcone. Sorridiamo insieme e stringo la mano a mia cognata. Mi sollevo e guardo il mio fidanzato.
“chiacchieravamo. Sei geloso anche di lei?”
“no no e che...”
“Simo” alza le mani e inizio a ridere. Incredibile come Simone riesca soltanto a tirarmi sul morale con una scemenza. Mi avvicino e lo baciò a stampo. Non voglio dare spettacolo.
“sei geloso di tua sorella. Sei incredibile.”
“non sono geloso ” mi ripete. Sara si alza e appoggia la mano sulla spalla di Simone gli ride quasi in faccia e poi guarda me.
“bei tempi quando ti atteggiavi che tutte ti cadevano ai piedi”
“mi sono sempre cadute ai piedi io mica le chiamavo”
“certo certo. Il tuo ego sta dicendo chiaramente che Emma ti ha messo ko”
“ma andiamoooo...” rido per come si punzecchiano.
“dai simo ammettilo Emma ti ha davvero fulminato e sei un sottone”
“te stai allarga!! Saraaa!” la vede fuggire via verso sua madre e io non mi tengo più perché sto talmente ridendo che mi tengo la pancia. Sono veramente uno spasso.
“tu cosa ridi?” mi prende per gli avambracci avvicinandomi a lui e mi guarda attentamente negli occhi cerco di respirare.
“ siete divertenti. E poi tua sorella sa proprio i tuoi punti deboli. ”
“oh certo finché io non tocco i suoi poi vedi” sposta una ciocca dietro l'orecchio mi accarezza attentamente il viso. Il suo dito traccia il mio naso e poi le labbra.
“sei bellissima.” sussurra mentre il suo sguardo si fa più inteso. La luna illumina a pienamente il viso.
“anche tu lo sei amore”
“tu di più. ”
“un po' ruffiano sei diventato”
“puo essere amore” mi bacia approfondisce e le nostre lingue si incontrano. Circondò le braccia intorno al bacino e mi avvicino ancora di più a lui. Ci stacchiamo per riprendere fiato.
“Amore dovresti chiarire con tua madre” gli convesso.
“lo so. Mi dispiace di questo litigio. Non volevo assolutamente arrivare a questa cosa”
“Simo ascoltami, si fanno degli errori nella vita non puoi essere sempre nel giusto. È possibile rimediare." Passo la sua mano sulla sua spalla. Appoggio la testa sul suo petto e lui sulla mia testa mi stringe.
“menomale che ci sei tu pupa”

Speciale Come Te ❤️Where stories live. Discover now