11.

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Sono in ansia. È passato a prendermi senza preannunciare cosa mi deve dire questa sera. Non capisco tutta questa fretta. È vero non sono stata di aiuto ho agito di istinto e abbiamo discusso. Ma non voglio affrettare i tempi. Non mi deve dire qualcosa solo perché magari io sono curiosa.
“Simo guarda che non sei obbligato a dirmi determinate cose se non vuoi” affermò convinta una volta che lo vedo parcheggiare.
“non mi sento obbligato. Ma non voglio più discutere con te ed è giusto che tu sappia”
“ma non voglio che corri. Se non ti senti pronto non c'è bisogno.. ” mi bacia a stampo.
“forza scendi”
“in che senso?”
“come in che senso? Siamo arrivati a casa mia” sbarro gli occhi e l'ansia inizia a salire. Lo ha fatto davvero?
“dicevi per davvero oggi pomeriggio” lo guardo scettica su questa cosa. Lui annuisce. Scende e lo seguo.
“Non scherzavo! Sono solo e non ci voglio stare” dovremmo stare pure soli. I suoi genitori? Sua sorella ? Ha detto che era a lavoro  e se magari tornata? Se disturbo?
“siamo soli?” annuisce di nuovo prendendomi la mano. Mi trascina all'interno di un appartamento. Primo piano. Respiro.
“e i tuoi amici cosa diranno? ” dico mordicchiandomi un unghia. Come se cercassi un compromesso per non stare con lui da sola. Ho solo paura di stare a correre. Lui a casa mia è entrato ma come un amico. Respiro.
“emma, Lorenzo sa che mi piaci e Luca capirà. Tu non ti preoccupare. Che poi se vogliamo proporre di dirlo prima o poi saranno pure contenti, Francesca secondo me si butterà tra le braccia del mio amico. E non ci saranno più grandi problemi” confessa con tutta la naturalezza del mondo. Quasi mi rincuora sapere che ha degli amici che lo appoggiano.
“ah beh se lo dici tu!” ridiamo. Entriamo in casa. Bella spaziosa. Ci accomodiamo sul divano. Mi abbraccia e mi stringo a lui.
“oh senti che pace!” mi dice lasciandomi un bacio sulla guancia.
“ti piacerebbe !” Simone sbarra gli occhi alla visione di una ragazza davanti alle camere da letto. E anche io dissi quella ragazza davanti a me. Che cosa mi sono persa?
“Saraaaaa! Ma tu non dovevi tornare domani? ” mi sistemo meglio lontano da Simone. Quella ragazza lo guarda ridendo. Non sto capendo nulla.
“Simo perché non mi riporti a casa magari hai da fare” sussurro sperando mi senta.
“non esiste proprio!” afferma. “allora?” chiede a quella ragazza che ridacchia. Scuoto la testa al quanto confusa. Hanno una certa intesa e mi sento imbarazzo.
“ho finito prima da lavoro e sono tornata. Non aveva senso restare lì a Latina.  Sto uscendo tranquillo. ” Simone fa un sospiro di sollievo e io mi sento sempre più di troppo.
“ecco grazie sei sempre gentile” si avvicina a me e mi porge la mano.
“Sara la sorella di questo squilibrato! Se non me la presenti tu faccio da sola” inizio a ridere. Mi ero fatta dei film mentali e alla fine è solo sua sorella.
“Emma piacere mio.” le dico stringendole la mano.
“oh visto non ci voleva molto”
“nessuno ha detto che non te l'avrei presentata. Sei tu che vuoi essere sempre la principessa sul pisello” afferma Simone facendole una linguaccia. Ecco mi ricordano me e Kurt cane e gatto sempre
“antipatico. Torno in camera mia a prepararmi, il mio fidanzato mi aspetta. Emma un giorno parliamo io e te”
“sto cazzo!” inizio a ridere pesantemente Simone mi fulmina ma con quella battuta non potevo non farmi una risata.
“Simoneeee non si dicono le parole brutte. ” era da tanto che non ridevo così ho le lacrime agli occhi. Sara si allontana lasciandoci soli.
“scusala eh! È invasiva. Non sta stare ferma e zitta”
“tranquillo simo. Mi ha fatto piacere conoscerla e poi prima o poi devo farti conoscere Kurt mio fratello”
“tra lui e tuo padre non so chi mi ammazzerà prima”
“forse entrambi lo sai!”
“che bello saperlo prima”
“almeno ti preparari” ridacchia e mi bacia a stampo. Lo stomaco si arrotola e il cuore inizia a battere fortissimo. Anche con un semplice bacio riesce a farmi sciogliere completamente. Mi sto rimbambendo.

....

Abbiamo mangiato una pizza sul divano. Simone fa zapping nel televisore. Sua sorella alla fine ci ha lasciato soli. È veramente simpatica. Lo vedo particolarmente agitato. Mi avvicino di più a lui e gli lascio dei bacini sulla guancia.
“che hai?” spegne e cade il silenzio.
“non è facile” mi dice
“non sei obbligato Simo” gli dico cercando di calmarlo. La mia mano accarezza la sua nuca. Mi guarda.
“non è giusto iniziare qualcosa mentendoti ”
“ma non mi stai mentendo. Solo che forse non sei pronto per dirmi questa cosa che ti tieni dentro” appoggia la mano sinistra sulla mia coscia coperta dal jeans.
“sono pronto solo che fa male” lo bacio a stampo. “tre anni fa mia madre ha avuto un incidente stradale. Brutto. Ero ancora minorenne. Stava venendo a prendermi a una partita di basket. Papà stava fuori per lavoro. Mamma al campetto non è mai arrivata. Ha passato un mese in coma farmacologico, aveva un trauma cranico, e non sapevamo neppure se sarebbe sopravvissuta. Si è poi svegliata ma non ha più l'uso Delle gambe. Da quattro anni è in sedia rotelle. Mio padre - se si può chiamare così - durante la permanenza in ospedale è scappato via. Non ha più fatto sapere nulla di lui. La mamma è stata male tantissimo. Io non sopporto l'idea di vederla ancora in quello stato. Era dimagrita tanto e non mangiava. Stava intere ore chiusa in camera da letto. Emma credimi che quel giorno quando l'ho visto chiudere tutte le valigie e non rivolgerci la parola ho sentito un vuoto dentro lo stomaco. Quasi ero un apnea. Mi sono promesso di non innamorarmi mai. Che l'amore faceva schifo. Che starei stato lontano da ogni tipo di emozione o cambiamento in me. ” confessa velocemente senza prendere aria. Mi fissa con quelle pozze marroni che mi fanno tremare ogni volta l'anima.
“ehi respira. Sono qua. ” gli asciugo le lacrime mentre singhiozza quasi mentre mi parla. Gli lascio dei baci delicati sulla guancia. “lei come sta adesso?” chiedo dolcemente.
“lei sorride vive. Adesso sta bene. Ogni giorno viene una ragazza quando stiamo via io e mia sorella per non lasciarla sola. Si chiama Giulia e ha 27 anni. Ci aiuta tanto. ” sorrido “ c'è una possibilità di farla camminare, ma dobbiamo pagare l'intervento. E mi sono messo alla ricerca di un lavoro per conservare qualcosa. Per questo oggi non siamo potuti stare insieme. Mi hanno preso e ci saranno dei giorni che lavorerò nel pomeriggio e sarà difficile conciliare tutto. ”
“chiederò qualcosa a papà su questo intervento” si volta di scatto guardandomi intensamente. 
“Emma no.. io non te lo detto per aver un aiuto. ” mi dice.
“voglio solo interessarmi di questa cosa. Capire come potresti muoverti e magari non pagare una quantità enorme di soldi e poi non servirà a nulla. Mio padre è infermiere, ti prego fatti aiutare almeno cosi”
“lo faresti davvero?” annuisco. Mi abbraccia.
“avresti potuto dirmelo prima. Avrei capito e stamattina non me la sarei neanche presa." Sorride.
“non voglio nessuna pietà ”
“la mia non è pietà. In realtà ti vedo sempre lo solito stronzo” inizia a ridere e lo baciò.
“vuoi comunque provare a stare con me”
“certo” Mi stringe. E mi bacia sul collo. Sto bene.

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