Capitolo 79

75 7 1
                                    

Èpassato tempo da quel giorno, continuo a lavorare in quello stesso ufficio dl primo giorno. Sembra che il mio tumore sia quasi scomparso anche se non continuo la cura o meglio, non sembra aggravarsi e quindi si spera possa essere recuperato allo stesso modo. Mia figlia sta bene, per i suoi sette mesi sta alla grande, certo, a volte si fa sentire e non poco ma ora che il suo papà è definitivamente a casa fino a che non la stringerà a sé. Anche oggi mi sta aspettando fuori dal lavoro, ha detto che essendo un venerdì avremmo dovuto festeggiare anche se non ho capito cosa, so che ci troviamo con i ragazzi e le loro compagne. Alessandra e Ignazio continuano la loro relazione, hanno alti e bassi ma finiscono sempre a letto... beati loro: io non tocco mio marito da troppo oramai! Gianluca invece è diverso, quel ragazzo sa uscire contemporaneamente con tre ragazze e non farsi scoprire. Anche se ora sta mettendo la testa a posto.
Lo vedo dalla parte opposta della strada e scendo correndogli in contro, lui mi abbraccia ed io gli ripeto che mi è mancato, poi afferra la stretta e mi raccotna della giornata che ha passato ed io in parte della mia.
//Parla Piero//
Arriviamo in casa e la porto in bagno, ti do un'ora per sistemarti. Lei annuisce ed  io vado a sdraiarmi sul letto poi indosso lo smooking e l'aspetto in cucina. Arriva e rimango senza fiato.
"È lo stesdo vestito che mi hai comprato quando non stavamo ancora insieme"
"Si... ho fatto fare qualche modifica ma la base è quella"
Si avvicina a me, prima mi mette le braccia intorno al collo e poi mi bacia.
"Non sei più la mia nana quando hai i tacchi"
"Meglio così sono bassa"
"Si... forse"
Si avvicina a me e dopo avermi baciato tira con i denti il mio labbro per poi lasciarlo andare dopo averci giocato.
"Ei... mi hai fatto male"
"...non sono nana"
"Sei la mia nana"
"No... non sono la nana di nessuno"
"Allora sei la mia alta"
"Sei un cretino"
"Si ma a te piace questo cretino"
"Tu sei stato ossigeno puro per me, stavo annegando e tu mi hai salvato" (citazione Grey's Anatomy)
Gli sorrido poi la prendo per mano, la porto fuori. Saliamo in macchina e mi metto alla guida. Non siamo in ritardo, non corro per strada. Sono all'incrocio e scatta il verde, accelero ma vengo spazzato via dalla strada. Sento il colpo dell' airbag in faccia, lo sposto e vedo Denis al mio fianco svenuta con del sangue.
•Non riesco a concentrarmi su niente. Il mio sogno si sta sgretolando come un castello di sabbia quando sale la marea e lo riduce a macerie alte solo pochi centimetri. Il mio sogno è diventato bianco perché Beatrice ha un tumore. Il sognatore dice che devo porre le domande giuste per scoprire il mio sogno. Allora proviamo con questa cazzo di leucemia! Che cazzo ci stai a fare tu tra la mia vita e quella di Beatrice? Perché avveleni il sangue di una vita così piena che sta cominciando appena? Non c'è risposta a questa domanda. È così e basta. E se è così, sognare non serve. O almeno: meglio non farlo, perché fa più male.•
Mi guardo intorno ma non vedo nulla, prendo il cellulare e chiamo l'ambulanza mentre una folla di gente si avvicina a noi. Ed io che volevo solo stare con lei. I paramedici ci soccorrono, lei ancora non si è svegliata, la portano via.
"

Sono il marito" cazzo! mi fanno salire ma prima di chiudere i portellone poi corriamo via. L'intubano e cercano di rianimarla mentre mi fanno domande. Arrivati in ospedale la vedo scomparire con la barella ed un'intera equipe di chirurgi intorno. Io mi fermo in pronto soccorso dove mi mettono qualche punto. Mi faccio prestare un cellulare e chiamo i ragazzi  che dopo arrivano.
• Io i piedi lo tengo per terra e il sogno lo calpesto. Il Sognatore dice che i desideri hanno a che fare con le stelle: de più sidera, che vuol dire "stelle" in latino. Tutte balle! L'unico modo per vedere le stelle non è sognare, ma farsi male•

Perchè io? Perché deve succermi tutto questo, sono qui da sei ore e non ho sue notizie, non so se è viva o morta, se mia figlia sta bene o no. Rimanere nel dubbio è straziante. Mi copro la faccia con le mani mentre gli altri cercano di confortarmi. Ma io non posso andare avanti così devo sapere che le stanno facendo, urlo ma mi fermano, mi siedo per terra, smarrito. Sarebbe dovuta solo essere una serara normale. Crollo ed inizio a piangere, in disparte, Ignazio si avvicina a me stringendomi abbastanza da farmi mancare il fiato.
"No Ignazio no, va via"
"Stai zitto, minchia!", rimaniamo così per un tempo indefinito poi viene da noi Gianluca.
"Piero, cercano te...Denis"
Mi alzo di scatto e si presenta a me un medico, "Clifford?"
"Sono il marito"

Solamente noi [In Revisione]Where stories live. Discover now