CAPITOLO 16

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Non sento più nulla se non una mano stretta alla mia.
Mi risveglio, se così si può definire, nel nulla. Il bianco assoluto, sola con me stessa, voglio sapere dove mi trovo e perché sono qui!
"Ciao Denis" una voce angelica aveva chiamato il mio nome, io mi giravo in più direzioni ma non c'era nessuna presenza.
"Chi sei?"
"Non ti importa sapere chi sono, piuttosto perché sei qui?"
"Qui dove?"
"Nel mezzo"
"Nel mezzo di cosa, scusa?"
"Sei a metà, tra la vita e la morte"
"Ma io non voglio morire"
"Stai avendo troppi cali di pressione, il tuo battito non è regolare, non mi stupisco di vederti qui"
"Sì ma io vorrei anche andarmene"
"Finché sei qui non puoi andare da nessuna parte, a meno che non decidi di oltrepassare quella porta"
Spunta poi una porta, finemente decorata in oro, come gemme e con diverse scritte, latine penso.
"Cosa c'è oltre quella porta?" Chiedo io un po' entusiasta ma con altrettanta paura
"La morte"
Andiamo bene, so che non devo oltrepassarla
"Siccome sai tutto, voglio vedere Piero, è lì con me, giusto?"
"Piero, Piero Barone, cara ragazza hai dei gusti un po'..."
"Vuoi rispondermi o no?"
"Modera i toni signorina, oppure ti lascerò nel dubbio a vita"
"Scusami"
"Ora va meglio"
Sento un piccolo schiocco di dita, mi ritrovo nella mia stanza d'ospedale, solo che Io sono sul letto ma sono anche dietro Piero, che osservo la scena.
Mi avvicino a Piero, gli lascio una piccola carezza sulla guancia poi rimango a fissarlo, ma lui non sembra essersi accorto di nulla.
"Non ci sente ne ci vede"
Io annuisco e mi metto vicino a lui, è chino sul mio ventre che dorme, gli occhiali posati sul comodino con un bellissimo mazzo di fiori, che dolce.
Rivedo dopo poco tutto questo che sento un altro lieve schiocco di dita e ritorno di nuovo nel nulla.
"Voglio ritornare" alzo la voce io
"Non posso dirti di no, so solo che ne subirai le conseguenze"
"Voglio stare con lui, finché posso"
"L'hai deciso tu"
Un ultimo schiocco e ritorno, se così si può dire, nel mio corpo. È mattina, la luce mi abbaglia e anche se il sole non è alto, è molto luminoso.
Aspetta, vedo e mi muovo, sono di nuovo io, sono di nuovo qui.
Piero dormiva ancora, gli do un'altra carezza ma questa volta la sente, stiracchiandosi mi nota, stropiccia un po' gli occhi e mi regala uno dei suoi sorrisi più belli, neanche il tempo di realizzarlo che corre fuori dalla stanza urlando che mi sono svegliata.
Entra un medico che mi fa un chek-up completo poi, fa rientrare il mio ragazzo in stanza.
"Amore mi sei mancata tantissimo" dice lui venendo da me ed abbracciandomi
"In questo periodo sei stato molto dolce con me, grazie, ho saputo che hai pagato e stai pagando per me"
"È il minimo che potessi fare"
Lui sorride e sorrido anch'io, non me lo ricordavo così stupendo.
"Perché piangi?" Chiedo io preoccupata, aveva infatti gli occhi lucidi
"Sono felice, sono solo al settimo cielo di riverenti qui, con gli occhi aperti e sentirti parlare con me, niente di che"
"Sei così dolce" mi avvicino a lui, annientando le distanze e ci lasciamo un piccolo bacio sulla bocca, lui continua e io gli do corda, fino a che di colpo aprono la porta e per istinto ci stacchiamo entrambi.
Entrano i miei genitori, lui fa per uscire ma i miei lo trattengono dentro, parliamo un po', tutti e 4 e tutto questo non mi sembra vero; io, i miei genitori e la persona che amo, tutti nella stessa stanza che parliamo insieme.
Ci avvisano che l'ora delle visite è finita, essendo minorenne non potevo stare sola questa notte così, per concessione dei miei è rimasto Piero, ero al settimo cielo!
Abbiamo dormito, dopo una lunga parlata, lui mi ha raccontato del successo del nuovo disco e mi ha già detto che vuole che io lo accompagni nel nuovo tour, proposta allentante ma non sono sicura di essere pronta per questo.

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