Capitolo 50

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Feci il test ed aspettai, aspettai con quella stupida penna in mano sperando che il destino non mi avesse giocato brutti scherzi. Passarono i minuti descritti dal foglietto illustrativo e l'indicatore non si era mosso. Uscì dal bagno con un misto di malinconia, dopotutto desideravo questo, frutto del mio amore e quello di Piero. Mi buttai a peso morto sul letto mentre Ignazio cercava di decifrare la mia espressione.
"Posso?"
Gli diedi la penna e lui la guardò poi di nuovo si concentrò su di me
"Cos'hai da guardare?" gli dissi io in maniera abbastanza diretta, non riuscivo a spiegarmi cosa pensasse e questo è abbastanza strano, di solito capisco le persone
"Ti vedo strana, non sei felice di essere diventata mamma?"
Lo guardo stranito, non riesco a capire se davvero ho sentito bene o sta solo peggiorando le cose mentendomi
"Che minchia dici, è meno"
"Meno con una stanghetta di traverso"
Gli strappo di mano il test e controllo con i miei occhi.
Non posso crederci, io mamma!
"Ignà" gli dico abbracciandolo forte, quasi stritolandolo
"Non mi sembravi tanto euforica qualche secondo fa"
"Risultava ancora meno. Oddio non ci credo, non posso essere io"
"Tutta questa agitazione VI farà male"
"Voglio andare da Piero, ora"
"Devi riposarti"
"Ignà ti prego"
"Devi stare qui"
"Ti chiedo solo 5 minuti, coprimi per favore"
"Non posso, e se dovesse entrare qualcuno proprio in quel momento che gli dico? Che sei in bagno e poi rientri dall'entrata. Non posso farlo"
"Ma ti prego, ora ho bisogno di lui e del tuo aiuto"
"5 e dico 5 minuti o ti vengo a rendere a forza tanto so dove vai"
Gli schiocco un bacio sulla guancia
"4 piano, 3° porta"
"Grazie"
Esco dalla stanza dando meno nell'occhio possibile e prendo l'ascensore mentre stringo a me quel test tra le mani che hanno iniziato a sudare.
Arrivo al piano che mi blocco, e se lui non lo volesse questo figlio? Se pensasse che l'ho fatto solo per soldi o perché avesse il suo cognome o peggio, che pensi che non sia suo figlio e che gli stia mentendo. Rimango ferma qualche minuto a pensare, non so come fare, che fare cosa pensare e come agire. Ho solo paura che mi dica di andarmene e di lasciarlo, che non gli importa di me e di noi.
Rientro in ascensore e ritorno in camera, Ignazio che nel frattempo mi stava aspettando, appena arrivata mi scruta con aria curiosa.
"Che ha detto? Come sta?"
"non gliel'ho detto"
"Ma l'hai visto almeno?"
"No"
"E perché?"
"Se dovesse dirmi che non lo vuole un figlio da me? Se dovesse respingermi?"
"Sono certo che non lo farà"
"Tu non sei lui"
"Per saperle la sua reazione però devi dirglielo in un modo o nell'altro"
"Già ma non ora, non oggi"
"E quanto pensi di aspettare"
"Voglio che si riprenda, del tutto poi con più calma glielo dirò. Fino ad allora tu sarai mio complice"
"Io non dirò nulla se tu glielo dici al più presto"
"Non ti prometto nulla, non è da tutti i giorni dire ad una persona che diventerà padre"
"Vuoi lo faccia io, si insomma così che tu sia più rilassata"
"Non lo so, se pensasse che io non gliel'ho voluto dire sicuramente mi giudicherà come una codarda"
"Smettila di pensare e dammi quello stupido test"
"EI" me lo strappa di mano e si avvia alla porta
"Dove vai?"
"Vado a dare una buona notizia a mio fratello"
"Fermati"
Queste parole  non gli arrivano che ha già chiuso la porta e mentre lui va io mi sto distruggendo dall'ansia
//parla Ignazio//
Mi trovo nella nuova sistemazione di Piero, finalmente ora è sveglio
"Possiamo parlare da soli?" chiedo io dopo aver salutato tutti
"Denis sta bene però vorrei scambiare qualche parola in privato con Piero"
Loro escono dalla stanza e mi assicuro che la porta sia ben chiusa poi mi siedo sulla sdia vicino al letto
"Che succede Ignà? parla!"

Solamente noi [In Revisione]Where stories live. Discover now