CAPITOLO 26

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//parla Piero//
Abbiamo iniziato a registrare le canzoni per il nuovo album, nella brevissima pausa pranzo (10 minuti) ho mandato un messaggio a Denis ma, a quanto pare non risponde e tantomeno visualizza, spero non sia grave...
"Piero ti muovi o no? Forza mancano le ultime 2" mi dicono Gianluca e Ignazio che mi toglie il cellulare dalle mani.
"Ehi ma che fai?" Gli rispondo io decisamente alterato
"Con la tua bella ci parli dopo, ora dobbiamo lavorare"
"Prima finiamo prima la puoi rivedere"
"Ok ok ragazzi, andiamo forza ma, ridatemi il cellulare"
"No lo tengo io fino a che non abbiamo finito"
Non tento ad uno scontro in quanto potrei finire male e perdere solo tempo così rientrati riscaldiamo di nuovo la voce.
*************
"Finitoooooo"
"Dai Igná ridammi il cellulare"
"Tieni" se lo sfila dalla tasca ed io lo prendo velocemente, compongo il suo numero e chiamo... Una, due, tre volte ma non risponde, che sta succedendo?
Saluto i ragazzi di fretta per schizzare in macchina e di conseguenza all'ospedale.
Scendo dalla macchina appena trovato un parcheggio, arrivo alla porta della sua stanza, faccio un sospiro.
"Piccola sono tornato" dico io mentre mi avvio al suo letto, VUOTO!
Inizio ad agitarmi, esco in corridoio fermando più infermieri e persone possibili ma nessuno sapeva nulla. Girovago per tutto l'ospedale fino a che vedo una figura familiare, vedo sua madre fuori ad aspettare.
"Signora" dico io correndo e facendola girare
"Dov'è Denis?" Chiedo io affannato
"È dentro"
"Come dentro, ma che succede?"
"Oggi aveva un intervento"
"Ma io non sapevo..."
"Lo sapevo solo io"
"Mi scusi ma, le ho detto tutto di sua figlia e lei non mi dice che si sta operando, non l'avrei lasciata sola"
"Non centri tu"
"Davvero io non c'entro? Davvero crede che per me non è difficile far sorridere sua figlia, amarla sapendo che potrebbe spegnersi da un momento all'altro? Se pensa questo di me allora non sa chi sono, non sa che io tengo alla vita di sua figlia più della mia, sarei disposto a non cantare più pur di stare con lei"
"È cosa credi ragazzo? Credi che come mamma non soffro anch'io? Credi sia facile? Ti rassicuro che non lo è! Se sei stanco allora vattene ma non farti più vedere, vattene"
"Sa cosa c'è, lei ha più paura di me! Deve avere un minimo di credo, andarà tutto bene"
Esce dalla saletta un medico che interrompe il nostro discorso
"La ragazza sta bene, si dovrebbe svegliare a poco. L'intervento è andato per il meglio,
essere salva"
Alle parole del medico il mio viso di illumina, non ci posso credere, finalmente!!
Entrò nella saletta, dove lei dorme ma a quanto pare, al rumore dei miei passi, sveglia e così la stringo forte a me.
"Non me ne sarei andato se..."
"Ora sei qui"
"Mi perdonerai mai?"
"Io ti amo, vale come giustifica?"
Le nostre labbra si uniscono, lei posa i miei polsi prima sul collo e poi con le dita sui capelli, scompigliandomeli mentre io le cingo dolcemente i fianchi. Pochi secondi sembrati attimi, sento il suo respiro, il nostro respiro farsi sempre più affannato. Ci stacchiamo all'arrivo del medico che mi porta in disparte.
"Lei è il signor?"
"Barone, che succede?"
"Se questa nottata di osservazione andrà bene la sua ragazza nel pomeriggio di domani potrà dimettersi?"
Non credo alle sue parole e corro da Denis raccontandole la bella notizia. In questo ultimo periodo come Ignazio ha preso un appartemento a Bologna io ne ho affittato uno a Milano, saremmo stati a casa mia, nostra, soli, insieme.

Solamente noi [In Revisione]Where stories live. Discover now