CAPITOLO 1

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Sono Denis Clifford, studentessa del quarto anno in un rinomato istituto alberghiero milanese, sezione accoglienza turistica. Oggi dovrò gestire un evento, e sarò al bancone della hall da sola. Per sicurezza arrivo a scuola in anticipo, sistemo la camicia dentro i pantaloni e faccio il nodo alla cravatta e mi presento in presidenza per gli ultimi dettagli. Gli ospiti sono tre, Gianluca, Ignazio e Piero: fanno parte del gruppo Il Volo, ho sentito qualche loro canzone, niente male. Sono qui oggi per la premiazione a un concorso all'interno della scuola, i partecipanti dovevano scrivere un saggio su cosa rappresenta per loro la musica è ovviamente io ho partecipato. Vengo riportata alla realtà dal rumore del citofono.
Apro loro la porta.
"Buongiorno e benvenuti nell'istituto "
"Buongiorno"
"Prego, se volete seguirmi"
"Scusi, io dovrei andare" dice il manager, rimasto indietro rispetto i tre ragazzi.
"Prego, non ci sono problemi"
"Ci vediamo alla conferenza"
"Ciao" rispondono loro
Io li accompagno ai divanetti.
Mi ritrovo davanti il ragazzo dei tre che ha gli occhiali ma subito dopo se li toglie e li appoggia sul bancone, ha degli occhi stupendi, color nocciola con sfumature tendenti allo scuro e le labbra così stupende, se le mordicchia un po', é così carino, per ultimo si passa la mano sul ciuffo sistemandolo. Bene ora posso morire in pace. Alla sua destra un ragazzo più alto, con il ciuffo un po' cadente, anche lui ha gli occhiali, però li tiene su, ha una barba fine è fitta e degli occhi profondi come il mare, un mare di Nutella. Alla sinistra del centrale, un ragazzo, forse il più timido, anche lui con il ciuffo ma questa volta perfetto, gli occhi grandi e profondi, e delle mani stupende. Prendo dei moduli di liberatorie e glieli passo.
"Prego potete compilare questo"
"Ti prego, chiamaci con i nostri nomi, abbiamo 20 anni non trecento, io sono Piero, Ignazio e Gianluca"
"Ehm... non sarebbe professionale"
"Non ti preoccupare. a proposito come ti chiami?"
"Che stupida non mi sono presentata, Denis"
"Bene Denis, cosa dobbiamo compilare?"
"Dovete fare una firma qui, volete intanto un caffè, cappuccino, the, cioccolata?"
"3 cappucci" mi dice Gianluca facendomi l'occhiolino.
Faccio fare l'ordinazione poi porto il vassoio a loro.
"Siediti" mi dice Ignazio
"Tranquillo"
"Insisto" e mi siedo vicino a lui.
"Allora cosa dobbiamo fare?"
"Finito qui dovete andare nell'ufficio del preside, poi alle 10 ci sarà la conferenza"
"Ei ti senti bene?"
"Si" mento, in realtà sono molto tesa e voglio che questa giornata fili liscia.
"Hai fatto colazione, sembri pallida"
"No, ma non la faccio spesso"
Piero si alza, va da Riccardo e torna dopo poco con un altro cappuccino.
"Tieni"
"Grazie ma non dovevi"
"Tranquilla"
Beviamo i cappuccini e andiamo nell'ufficio del preside. Io entro con loro e prendo appunti.
Parlano di cosa dovranno fare: premiare i testi del concorso che gli sono piaciuti di più.
"Un podio a tre" dice il preside
"Abbiamo già letto tutti i testi e abbiamo un vincitore" dice Piero
"Dopo di che ci fermeremo per il buffet"
Ignazio fa un grande sorriso e gli sorrido anche io.
Si sono fatte quasi le 10.00 e dobbiamo andare in aula conferenze, loro si siedono sul palchetto mentre io rimango in fondo per controllare la situaziond.
Inizia il tutto, loro cantano una canzone, certo che dal vivo è tutta un'altra cosa!
Il preside e loro fanno un piccolo discorso fino a che è arrivato il momento: la premiazione.
Si alzano e prendono un fascicolo, a me familiare.
"Prima di premiare questa persona," dice Piero "vorremmo leggere delle piccole frasi" e passa il fascicolo a Gianluca,
"...La musica è notte che ti rapisce,
Ti culla nel sonno,
Che ti fa restare sveglio per pensare.
La musica è luce che illumina la vita,
Che ti consiglia,
Che ti dice quello che senti.
La musica è amore che ti travolge,
Che ti fa fantasticare,
Che ti aiuta a superare tutto...".
Tocca poi a Ignazio,
"La musica è vita, presenza, passione, non esistono aggettivi per descriverla.
C'è chi la rende lo scopo della sua vita e chi ne vive senza..."
Finisce poi Piero,
"...penso infine che la musica sia qualcosa di speciale, un filo rosso che unisce tutti, indistintamente, dai più giovani ai più anziani, dai veri cantanti e musicisti alle semplici persone che la ascoltano la mattina in treno.
Termino dicendo, come in precedenza, che, almeno per me, la musica è vita."
Quelle parole, quella sera, non ci credo: hanno appena letto delle parti del mio scritto!
Tutti e tre mi guardano con un grande sorriso e subito dopo,
"Ha vinto, almeno per noi, questo concorso Denis Clifford"
Mi alzo e mi dirigo verso di loro, non ci credo ancora...

Solamente noi [In Revisione]Where stories live. Discover now