CAPITOLO 38

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"Come se fosse l'ultimo" sospiro io...
...
"No, non lo sarà" mi dice lui rassicurandomi, mi stringe più forte a se, con una mano mi passa i capelli e mi conforta mentre con l'altra mi passa la schiena, creiamo un piccolo spazio, una minima distanza per poi annientarla con un bacio intenso e passionale, forte e deciso ma anche dolce e delicato, i bacio prezioso, ricercato, atteso. Un bacio che ti scambi con la persona che ami come se fosse l'ultimo perché chi lo sa; potrebbe essere l'ultimo...
Prendiamo poco fiato ma non decidiamo di staccarci ormai i miei polsi sono prima passati sul suo collo ora sto scompigliando il suo ciuffo mentre lui è sceso ed ora sta accarezzando i miei fianchi. A disturbarci però delle luci, non riesco a rendermene conto che vedo intorno a noi una folla di ragazzine urlanti in lacrime con in mano dei cellulari, che sta succedendo?
//parla Piero//
Ero così preso a baciare la mia Piccola che tra di noi si è creata una cupola di vetro che ha ovattato tutto il mondo intorno. Solo quando sento gridare il mio nome più volte, da voci diverse, seguito da urla e pianti per non parlare dei flash che non smettevano e delle migliaia di foto scattate. Merda, ci hanno scoperto!
Mi stacco non perdendo il nostro contatto visivo, solo quando anche lei si rende conto della situazione sbianca di colpo e senza dire nulla si scansa da me e incomincia a correre facendosi largo nel gruppetto di mie fan.
"Smettetela di urlare per favore" cerco di calmarle io invano,
"Lei è la tua ragazza?" O "Come si chiama?" Erano le domande più frequenti ma io non rispondevo, smisero solo quando dissi
"È stata lei, mi ha colto di sorpresa"
Me ne lavai le mani io, loro mi guardavano con sguardo torvo...
"Vi prego non postate le foto, non fate sapere nulla a nessuno, è tutto un malinteso"
Loro non risposero ma sentii il mio cellulare vibrare e continuò per dei minuti buoni a farlo, troppo tardi... Ora sono nella Merda, quella vera!
Defilo le ragazzine in qualche modo rassicurandole, anche se sono agitato più di loro. Ed ora che ne sarà di noi?
Non ci penso due volte e chiamo prima Barbara spiegandogli la situazione poi, Michele ed anche a lui ho spiegato l'accaduto.
Sarebbe arrivato tra meno di un quarto d'ora, per parlare con entrambi ora, dovevo solo trovarla.
//parla Denis//
Ero corsa via, non so dove stavo andando, ero andata contro infermiere e a un paio di carrelli ma ora non mi importava, volevo solo andarmene. Mi ritrovai davanti alla mia camera ed entrai, non sapevo che fare ora, che sarebbe successo di me, di noi?
Mi fermai, a respirare, a fermare con la mia immagine riflessa davanti a me...
•Viene il giorno che ti guardi allo specchio e sei diverso da come ti aspettavi. Sì, perché lo specchio è la forma più crudele della verità. Non appari come sei veramente. Vorresti che la tua immagine corrispondesse a chi sei dentro e gli altri, vedendoti, potessero riconoscere subito se sei uno sincero, generoso, simpatico... Invece ci vogliono sempre le parole o i fatti . È necessario dimostrare chi sei. Sarebbe bello limitare a mostrarlo. Sarebbe tutto più semplice•
Rimango delusa del mio aspetto, delle mie imperfezioni che si spalmano sul mio corpo, faccio qualche passo girandomi e facendo aderire la mia schiena alla lastra di vetro poi pian piano mi lascio scivolare arrivando a sedermi a terra, con le ginocchia raggomitolate e le mani che coprono il mio viso, sono un disastro, in tutto.

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