CAPITOLO 32

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Mentre parlavamo cerco la loro attenzione, o ora o mai più!
"Ragazzi devo dirvi una cosa, io... Si io... Lascio il gruppo"
...
Vedo Ignazio strabuzzare gli occhi mentre Gianluca cercava di non farsi andare l'acqua di traverso e Denis, che avevo di fronte guardarmi con uno sguardo indecifrabile.
"Perché?" È l'unica cosa che riescono a chiedermi, non so nemmeno io come avrei reagito se uno di loro ci avesse lasciato, non avrei mai voluto farlo ma, in un certo senso ne sono stato obbligato.
"Piero no" mi supplica lei,
"Denis" le dico prendendole le mani e stringendole "lo faccio per te, per noi"
"No Piero, ti conosco e lo so che non è per me. Ne sono sicura"
"Amore io voglio stare con te"
"Piero, io non posso vederti non cantare, si insomma non saresti tu, non la persona che io amo, che anche se non siamo insieme quando lo siamo facciamo invidia a tutti"
"Per me non è stata una scelta semplice ma, questa è la mia decisione"
Gli unici a provare ad appoggiarmi sono Ignazio e Gianluca e anche se non vedo i loro occhi felici provano ad esserlo.
"Grazie ragazzi"
"Se hai scelto così va bene, noi ti appoggiamo ma sii sicuro della tua scelta"
"Si, lo sono"
Mentre Denis, davanti a me rimaneva muta ed impassibile, non alzava lo sguardo e pare abbia perso l'appetito.
Eravamo ritornati a parlare normalmente tutti che lei si alza, pugni sul tavolo.
"Se il problema sono io me ne vado, non posso impedirti di vivere la tua vita artistica per una come me, ora sistemo le mie cose e vado a casa, Piero per favore non seguirmi e non cercarmi. Cerca di dimenticarmi, cerca di non pensare a me. Fai quello che ti viene bene, canta, canta pensandomi piuttosto ma non posso vederti qui"
"Denis, io"
"Piero non complicare le cose"
Detto questo corre in camera mentre io vengo trattenuto da Ignazio e Gianluca.
Le lacrime sopravvalgono su di me, io non riesco, non riesco a sopportarlo.
Dopo poco con il borsone in spalla si dirige verso la porta.
"Ciao Piero, ciao ragazzi, è stato bello, grazie ancora di tutto"
Detto questo chiude la porta, io non capisco più nulla e scappo dalla loro presa, scendo in strada e la raggiungo, la prendo per i fianchi e la avvicino a me. Ci scambiamo un bacio, un bacio d'addio, un bacio bagnato dalle nostre lacrime. Io la stringo a me, come non mai lei affonda nel mio petto.
Cerco poi un contatto diretto con lei, le alzo il mento con l'indice e le asciugo le lacrime con i miei pollici poi cerco di fare un sorriso.
"Piccola, ti amo"
"Anch'io, non posso non vederti cantare. Quello è il tuo mondo, non il mio. È stato bello finché è durato davvero, grazie di tutto ma io, non posso vincolarti"
Vediamo arrivare un'auto, lei mi lascia un piccolo bacio sulla guancia poi sale in macchina con suo padre, io rimango fermo sul marciapiede, con lo sguardo vuoto perché sono così senza lei, nulla.
A fatica ritorno in casa, vedo già tutto sistemato così mi butto sul divano mentre i miei fratelli cercano di consolarmi invano.
//parla Denis//
Salgo in macchina con mio padre che mi fa il quarto grado se non peggio.
"Papà me ne sono andata io, lui non voleva più cantare per me. Io...io non potevo"
"Denis, mi spiace vedervi separati ma se questa è la scelta migliore allora non posso impedirvi di vivere la vostra vita nel migliore dei modi, non voglio però più vederti piangere"
"Grazie papà"
Arrivo a casa, vengo accolta da mia mamma e dopo una piccola spiegazione mi chiudo in camera mia, piango, piango molto, troppo. Mi addormento piangendo, pensando a lui, qua vicino a me, a proteggermi.

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