Capitolo 69

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//Parla Ignazio//
... "Che succede?"
"Questo dovresti dirmelo tu, perché hai il cuscino bagnato?"
"Io... ho sudato"
"Sul cuscino, Ale per la misera non sono cosi coglione perché piangevi?"
"Ignazio, io..."
"Tu cosa? Non posso rimanere in ansia anche per questo"...

"In ansia perché dovresti essere in ansia?"
"Non cambiare discorso, dimmi perché stavi piangendo"
"Io...tu..."
"Tu io cosa Alessandra, ti prego fammi capire, ne ho il bisogno"
"Tua la tua vita, ti vedo ora"
"Ale parlami, fammi capire. Se vuoi lasciarmi devi dirmelo ora, non posso lasciarti così. Dimmi quello che provi, se ti sto deludendo o ferendo con il mio comportamento, se vuoi che io cambi per te, se mi vuoi ancora ovviamente..."
"Si si Ignazio è solo che..."
"Cosa, Alessandra. Stai dubitando di me, del mio amore. Forse ora ho capito anche se per me vale molto, sei forse l'unica persona dopo la mia famiglia con cui mi espongo. Ho capito che tu mi piaci, mi piaci molto, tanto, troppo. Sarei disposto a fare follie per te, per starti vicino, per vedere un accenno di sorriso e per poi vederti ridere, mi piace! La miglior colonna sonora della mia vita.
Dei giorni però mi eviti e davvero non ne capisco il motivo, quando ti chiamo non rispondi e devo venire da te per chiarire, proprio come ora! Sono salito su un treno grazie ad una bambina, sono arrivato qui grazie ad un padre e per quanto volessi sdebitarmi non me lo hanno permesso o, in parte. Sono qui da qualche ora, sono rimasto fuori ad aspettarti finire di studiare e tu piangevi, silenziosamente ma piangevi.
Dimmi solo che non sono io, dimmi la causa, dimmi il perché"
"Ignazio io non volevo..." la vedo farsi piccola ai miei occhi così mi avvicino a lei.
"Piangevi per me?", sento come risposta un sussurro impercettibile quanto basta per farmi crollare. Mi alzo e me ne vado, non avrebbe avuto senso rimanere qui se lei sta male per me, la guardo un'ultima volta, sono sulla porta. Vedo i suoi occhi castani diventare rossastri e mi sento male.
"No" sento quando giro il capo, un lamento, un guaito
"No cosa?"
"Non te ne andare"
"Ma io ti faccio star male, ti faccio piangere"
"No, io sto bene con te"
"Io non piango con le persone con cui sto bene"
"Ignazio cazzo non andartene"
"Perché dovrei rimanere, perché dovrei farti altro male?"
"Io ti amo e se stavo piangendo, perché io ti amo e il fatto di non averti qui"
"Sono qui"
"Ora, dieci minuti fa, io parlo dei giorni in cui non ci sei, di quando paritari di nuovo, magari stasera. Parlo della voglia di vederti sempre"
"Oddio piccola no, ti prego non ti chiedo di restare per me"
"Ma io ti amo Ignazio, capiscilo. Anche volendo non riuscirei a starti lontana solo che marcata quella porta... noi due siamo solo Ignazio Boschetto e Alessandra. Non è il mio mondo, girare per il mondo, cambiare alberghi ogni notte, aerei e macchine blindate per muoversi, la sicurezza in pubblico e poi, concerti, firmacopie ed eventi vari. Io non potrei mai seguirti perché darei solo peso al gruppo insomma guardami"
"Non è vero, non saresti di peso, anch'io quando ho iniziato mi sentivo sempre stanco, sballottato da un hotel all'altro, palazzetti e teatri. Non ti chiedo di seguirmi ma almeno di aspettarmi"
"Ti aspetto ma, se non ritorni? Se nel tuo percorso ne trovi una migliore di me"
"Non escludo che possa esserci qualche contrattempo, e non dico sicuramente di essere un santo ma tu hai qualcosa che tutte e dico tutte le altre ragazze li fuori non hanno"
"Cosa non ho io semmai..."
"Smettila di sottovalutati, io voglio affidarti i mio cuore, io ti amo Alessandra"
"Cosa intendi dire con questo?"
"Ti amo, ti appartengo e tu a me"
"Perché me lo dici ora, perché pensi che io ti stia lasciando?"
"No, perché indipendentemente da questo discorso io sono salito da Naro per venire qui e dirtelo, ho corso e saltato per mezza italia per essere qui, ho aspettato per vederti quindi ora, indipendentemente da tutto sono qui e te lo ripeto, ti amo"
"Mi ami nonostante io stessi per cacciarti?"
"Si"
"Quindi ora te ne andrai"
"Vuoi che me ne vada?"
"No"
"Allora rimango"
"Penso che sia meglio"
Mi avvicino a lei e la stringo tra le mie braccia, rimandiamo stretti per un tempo interminabile, sento il suo respiro sul mio. Lei si stacca da me e mi guarda,
"Mi sei mancato"
"Anche tu e non sai quanto"
Le prendo il viso tra le mani e mi abbasso leggermente per poi unire le nostre labbra, le mordicchio leggermente il labbro e lei irrompe con la sua lingua dentro la mia bocca, avida mi scopre, di nuovo.
Mi è mancato tutto questa questa, normalità.

Solamente noi [In Revisione]Where stories live. Discover now