CAPITOLO 48

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//parla Denis//
Sono atta portata in un'altra stanza, ora finalmente posso vedere qualcuno. La porta si apre, con molta calma la maniglia si abbassa ed ed entra...Alessandra?
"Ciao,Ale?"
"Ciao Deni"
"Ma Piero?"
Lei non risponde ma si avvicina
"Ale rispondi, dov'è Piero?"
"Non ti agitare"
"Ale ti prego rispondi non dirmi che gli è successo qualcosa"
Lei abbassa lo sguardo, in segno di resa.
"... ma poi ti vien da piangere e vorresti correre ma resti immobile..."
Sto per crollare, quando decido di andare; stacco flebo varie, mi alzo dal letto, e inizio a correre, non so dove e non so con che forza. Chiedo ad ogni medico sue notizie fini a che mi arriva davanti un'infermiera.
"Barone?"
"Lei è?"
"La moglie"
"La prego mi faccia almeno vedere dov'è"
"Segua il corridoio poi a sinistra, dovrebbe vedere un suo collega"
Mi rimetto a correre e vedo in mezzo al corridoio Ignazio
"Ignazio" urlo più forte che posso e lui si gira, rimane stupito nel vedermi
"Che ci fai qui?"
"Che succede a Piero?"
"Sta bene si rimetterà"
"Sei davvero un maestro a fingere ma non ora, non oggi"
"Non voglio farti preoccupare"
"Così stai solo peggiorando"
"Si è sentito male"
"Può significare tutto e niente"
"Ha vomito e poi ha iniziato a sputare sangue"
Rabbrividisco solo all'idea
"Ora dov'è?"
"Qui dentro"
Non riesco ad aspettare, apro la porta e cerco di avvicinarmi ma qualcuno mi prende da dietro e mi blocca, mi alza e mi porta fuori.
Rimango stupita dal comportamento di Ignazio che dopo avermi afferato meglio mi sta riportando in camera.
"Lasciami!"
"E no signorina, non vai da nessuna parte. In che camera sei?"
Io non gli rispondo,
"Va bene, la cercherò fra tutte quelle dell'ospedale"
"secondo piano, a sinistra" dico rassegnata, lui soddisfatto mi riporta in camera e poi fa cambio con Alessandra, rimaniamo soli.
"Puoi anche andare!" Gli dico io scocciata
"Rimarrò qui quanto serve"
"Se ti prometto che non vado da lui?"
"Non mi importa, ed ora vedi di riposare che con quello che hai fatto qualche minuto fa di sicuro sarai stanca" effettivamente non ha tutti i torti così mi stendo sul letto e cerco di fare qualche ora di sonno. Mi sveglio dopo circa un'ora, Ignazio ancora seduto sulla sedia sta smanettando con il cellulare mentre un'infermiera sta entrando.
"Permesso"
"Avanti" dico io
Entra questa bellissima ragazza, ha in mano una bottiglietta, il liquido viscoso e denso si muove poco all'interno
"Sono qui per il secondo ciclo"
"Sì certo, faccia pure"
Collega poi al tubicino connesso al braccio e prima di andare mi ricorda
"Quando ha finito prema il bottone alla testiera, dovrà fare la trasfusione"
"Certo"
Detto questo se ne va e noi rimaniamo ancora soli, la sostanza scende, goccia per goccia, si immette dentro di me ed a ogni goccia mi sento morire, le pareti dei vasi sanguigni bruciano neanche fosse fuoco.
"Ignazio" lo chiamo io sofferente, lui si avvicina a me, premuroso
"Siediti qui, dammi la mano"
Lui fa quello che gli dico e provo a sentirmi meglio
"Grazie"
"Ei, stai tranquilla va tutto bene"
"Per te è facile dirlo, non sei al mio posto"
"Anche se lo fossi non guarderei il mondo con questa ottica"
"È come allora?"
"Penserei a quello che ho, vivrei tutto al massimo e non avrei rimpianti"
"Mi faresti un favore?"
"Certo"
"Potresti andare a prendere un test per la gravidanza?"
"Un cosa? Perché?"
"Tu fallo e basta anzi, prendi pure i soldi dalla mia borsa"
Lui scoppia a ridere e con un grande sorriso se ne va.
Desidero davvero che quello che mi abbia detto non sia un falso, vorrei avere un figlio con la persona che amo, non vorrei però mai conoscerlo.

Solamente noi [In Revisione]Where stories live. Discover now