CAPITOLO 2

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"Ha vinto, almeno per noi, questo concorso Denis Clifford"
Mi alzo e mi dirigo verso di loro, non ci credo!
Loro mi sorridono e mi fanno i complimenti.
I suoi occhi, i suoi dannati occhi stupendi.
La sua bocca, che si mordicchia leggermente per l'imbarazzo.
Il ciuffo alto e in ordine.
I suoi occhiali rossi, come il sangue che pulsa nelle mie vene
La sua voce che a dir poco ti destabilizza.
Le sue mani delicate e delicate.
Lui, semplicemente lui. Piero.
Mi avvicino e si complimentano, Piero mi stringe la mano e sento una piccola scossa attraversarmi la schiena. Ci avviamo poi al buffet appositamente preparato.
"Davvero provi tutto questo per la musica?", Mi coglie all'improvviso Gianluca.
"Si, ma questo è quello che ho potuto scrivere"
"E allora perché non sei ad un conservatorio?", Chiede stupito Ignazio.
"I miei genitori", rispondo semplicemente mentre mi guardano male,"c'è il preside" dico io prontamente, quell'uomo mi incute terrore. Loro si girano di scatto.
"Dobbiamo sistemare alcune carte" dice prontamente Piero, "possiamo prendere il suo ufficio?"
"Certo, si occupa lei?", mi chiede.
"Certo", in un certo senso sono contenta di andarmene da questo posto affollato.
Usciamo dalla sala del buffet e ci dirigiamo in ufficio.
"Cosa vuol dire, "i miei genitori""
"Niente non dovevo dirlo", rispondo io di fretta
"È ora c'è lo spieghi", insistono.
"Beh, mi è sempre piaciuto cantare, nei coretti mi facevano sempre fare la parte principale, mi piaceva moltissimo ma poi, alle medie ho scartato il corso musicale. Ed la eccomi qui, con la passione per la musica e genitori che non vogliono pensare a me e la musica. E quindi per hobby sono qui, ma in realtà mi piacerebbe fare ben altro"
Rimangono tutti e tre sbalorditi
"Qual è il tuo pezzo forte?"
"Non qui, non ora"
"Dove?"
"Oggi sono a casa da sola, se volete venire con me?"
"Si, si può fare"
"Ops, non volevo"
"Cosa?"
"Non potete"
"Come?"
"Lo faccio per proteggervi"
"Da cosa?"
"Storia lunga, ora dobbiamo andare, ci aspettano"
Mi avvio alla porta, ma Lui mi blocca per i polsi, mi gira verso di lui, la distanza viene annientata da lui, le nostre labbra, si uniscono, come stampi perfetti, come se ci completassimo a metà, la metà perfetta. Si passa ad un bacio passionale, si costruisce qualcosa di più e nessuno vuole staccarsi dall'altro.
"Eilà piccioncini" ci distrae Ignazio
Ci stacchiamo entrambi, con gli occhi lucidi, in quei pochi attimi ho capito di aver sprecato la mia vita.
Poi ritorno seria.
"Scusa ma non posso, non centri tu, sono io, sono sbagliata"
"Ma cosa, cosa ho sbagliato?"
"Tu niente, davvero sei perfetto, sono io, la mia storia, non voglio farvi del male, io mi piaci ma non posso"
Ignazio e Gianluca escono, mi avvio anch'io ma mi sbattono la porta in faccia e chiudono a chiave.
"Diglielo a lui, se no questa notte non dorme" lo canzona Ignazio.
"Lo faccio per il vostro bene"
"Sappiamo come proteggerci"
"Lo voglio dire una sola volta, entrate"
Riaprono la porta, rientrano e ci sediamo.
"Quello che vi dirò ora potrà causarmi problemi ed io, non voglio crearvene altri"
"Tranquilla" mi dice Piero, stringendomi la mano "non dovrai preoccuparti anche di noi"
Tiro un sospiro e inizio, dal principio, mi fa male ma prima o poi ne dovrò parlare con qualcuno.

Solamente noi [In Revisione]Where stories live. Discover now