Capitolo 75

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//parla Piero//
Lei trema e si muove a scatti, la porto sul divano e la stendo.
"Non ti darò quella roba"
"Piero ne ho bisogno"
"Non è vero!" le urlò, lei rimane zitta, continua a tremare. Si copre il viso.
"No, non volevo dirti questo. Scusami" lei mi spinge via. Si alza ma barcolla, io cerco di tenerla in piedi ma lei mi allontana, si avvicina alla borsa ed ingoia delle pasticche poi butta la scatoletta a terra.
"Noo"urlo.
Lei cade a terra, ma io cerco di correggerlo, la stendo a letto. Poco dopo si risveglia, le avevo messo dei panni umidi sulla fronte, per calmarla.
"Che é successo?" mi chiede
"Hai avuto una crisi. Mi hai chiesto dell'ironia poi hai ingoiato delle pasticche. Che sta succedendo?"
"Lasciami spiegare"
"Mi avevi promesso di smettere. Mi hai mentito, io mi fidavo di te"
"Piero, calmati" mi prende il viso tra le mani e cerca il mio sguardo
"Guardami ed ascolta. Queste crisi sono più frequenti di quanto credi, quelle pastiglie tengono i miei neuroni calmi, mi sto disintossicando è vero ma spesso accade quello che hai visto prima"
"Non hai più toccato quella robaccia"
"No"
"E quello, Alex"
"L'ho visto, poi non più. Ho avuto paura e mi sentivo seguita"
"Ti avevo detto di non uscire di casa"
"Non avevamo nulla da mangiare"
"Potevamo ordinare qualcosa o andare al ristorante"
"Per favore non farmi anche tu la predica"
"Come ti senti?"
"Mi gira la testa"
"Ti porto qualcosa da bere"
"No, ora mi alzo e finiamo la cena"
"Sarà tutto freddo..."
"Lo riscalderemo"
Ritorniamo in cucina e finiamo di mangiare.
"Vatti a sdraiare sul divano che poi arrivo, ci vediamo un film", lei annuisce e si alza mentre io sistemo. Finisco di lavare i piatti che vado da lei, dorme sdraiata sul divano, sorrido e rimango poco a guardarla poi la porto in braccio in camera e la stendo a letto.
"Mhm...Piero..."
"Dormi piccola" le lascio un piccolo bacio in fronte poi mi addormento di fianco a lei.
È mattina e la mia sveglia suona. Faccio il meno possibile per svegliarla e prima di uscire gli lascio un post it sul tavolo spiegandole che sono uscito per lavoro e che dopo pranzo avremo la giornata libera.
Qui a Milano è diverso, magari stasera invito Ignazio ed Alessandra da noi. Ho saputo che sono saliti insieme quei due. Dubitano del loro amore quando poi non riescono ad allontanarsi l'uno dall'altra. Ho saputo la partenza di Ignazio e tutti i passaggi e le concessioni avute, a volte essere famosi da benefici anche se preferisco non essere riconosciuto ogni volta che giro l'angolo. Gianluca poi in questo periodo... altro che! Si passa minimo tre ragazze al giorno, mi chiedo come faccia e poi Rebecca, so che è rimasta stregata dal suo fascino, l'abruzzese colpisce ancora, beato lui. Stasera no, solo Ignazio, quattro risate e una bella partita insieme poi magari le ragazze si conoscono meglio e rimangono a dormire, si così può andare.
Arrivo al luogo dell'incontro per ultimo, entriamo e iniziamo a parlare del piccolo giro promozionale nelle piazze italiane fino a che Michele riceve una telefonata ed esce dalla stanzetta, io mi avvicino ad Ignazio.
"Ignà"
"Piè tutto a posto?"
"Sisi, senti, ti va, tu e Alessandra sta sera venite da noi"
"Va bene, ci sto"
"Chi va da chi? Vengo pure io" si intromette Gianluca, con tutto il bene che gli voglio stasera no, non oso immaginare quale ragazza porterà con lui e poi voglio parlare con Ignazio di una cosa nostra.
"Gianlù" parlo io "chiedevo a Ignazio se può venire un attimo a casa mia per aiutarmi a montare un mobile, stiamo sistemando casa sai"
"Si, per la cucina, delle mensole" mi copre Ignazio ed io lo ringrazio con lo sguardo.
"Ah ok. Meglio, dopo devo scappare"
"Donnaiolo" mormora Ignazio
"Come si chiama?"
"Vanessa", alzo gli occhi al cielo. Oramai è appuntamento fisso quando siamo qui.
"Non mi sono preso cotte o mi sono innamorato, sono ancora libero ed in circolazione"
"Non abbiamo detto mica il contrario"
Michele torna e ricomincia a parlare, quasi non lo ascolto. Sto pensando a Denis, sono in ansia e sono preoccupato, per lo più questo pomeriggio ci sarà la sua ecografia ed io la accompagnerò e domani partirò per una settimana, eventi in piazza  per promuoverci poi in giro per il mondo e questa volta non posso far saltare tutto o rimandare anche se a voglia di restare è tanta.
Usciamo dalla sala riunioni ma Michele mi ferma, mi tira indietro dalla spalla e sono di fronte a lui.
"Piero tutto ok?"
"Si si"
"Sicuro?"
"Alex è uscito, Denis è a casa domani partiamo"
"Non possiamo più rimandare"
"Lo so"
"Devi stare tranquillo, non le succederà nulla"
"L'ultima volta l'ho ritrovata in ospedale"
"Non questa volta, non questa volta"

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