Capitolo 41: Sogno e realtà

215 21 283
                                    

«Io avevo detto che sareste andati voi due, non che dovevate trascinare anche noi!» si lamentò per l’ennesima volta Taehyung, stanco di quella camminata.

«Le tue lamentele mi entrano da un orecchio e con la stessa velocità mi escono dall’altro.» rispose Seokjin, senza neanche guardare l’amico.

Taehyung fulminò lo hyung con lo sguardo, mentre Namjoon e Jimin scoppiarono a ridere.

I due più grandi, infatti, avevano praticamente costretto i più piccoli a venire con loro nel bosco per l’incontro con quel ragazzo, Jaemin.

Avevano deciso di andare a piedi, dato che nessuno aveva voglia di pagare un taxi. Inoltre, Jimin quella sera stessa sarebbe tornato a lavoro, dopo due giorni di riposo.

«Dai Tae, siamo praticamente arrivati.» mormorò Jimin, stringendo la mano di Taehyung nella sua per infondergli un po’ di forza.

«Grazie Jimin-ie. Tu si che sei una brava persona, non come qualcun altro.» affermò Taehyung, parlando sempre più ad alta voce man mano che finiva la frase.

Seokjin rise con divertimento e fece un veloce occhiolino al blu, che sbuffò in risposta.

«Jimin-ah, ma è sempre così stronzo?»

«Namjoon hyung, ma è sempre così bastardo?»

Namjoon e Jimin si guardarono, scoppiando a ridere per l’ennesima volta. Era così divertente assistere alle conversazioni tra Seokjin e Taehyung quando entrambi erano rilassati.

Andavano avanti principalmente ad insulti, ma erano insulti detti con così tanta gioia e felicità che non si poteva prenderli sul serio. Seokjin e Taehyung erano una coppia di amici fantastica e invidiabile da tutti, questo era sicuro.

«Eccoci, questo è il punto che mi hai detto prima hyung.» affermò Namjoon, fermandosi di scatto.

Era il primo della fila, immediatamente seguito da Seokjin che lo teneva per mano. Dietro di loro, ovviamente, Jimin e Taehyung erano molto più vicini rispetto ai più grandi. Forse perché Seokjin e Namjoon non stavano insieme. O, almeno, non ancora.

«Sicuro che sia giusto, hyung?» chiese Taehyung, vedendo che erano gli unici presenti.

«Sì, sono sicuro.» rispose Seokjin, annuendo a sé stesso.

I quattro restarono lì per diversi secondi, che pian piano si trasformarono in minuti. Stanco e annoiato, Taehyung guardò l’orologio.

«Tra poco verranno rilasciati i ragazzi dall’ospedale. Quanto tempo ancora vogliamo aspettare?» brontolò, scocciato nel dover perdere tempo in mezzo al bosco.

«Non lo so! Taeyong è stato chiaro, il posto era questo…» mormorò lo hyung, non più tanto sicuro.

Improvvisamente il gruppo sentì un rumore proveniente dal bosco. Più precisamente, dalla cima di un albero iniziò a scendere una persona che non avevano minimamente visto prima.

La persona si avvicinò un po’ titubante. Aveva i capelli grigi, dai tratti dolci del suo viso si poteva vedere quanto fosse giovane. L’unica cosa che stonava nel suo fascino fanciullesco, era il coltello tra le sue mani puntato contro i quattro.

«Chi siete?» chiese con autorità.

Namjoon si fece avanti, essendo ormai “abituato” ad avere un’arma puntata contro. Jimin e Taehyung si erano paralizzati, spaventati dall’espressione dura del ragazzo. Seokjin, infine, stava cercando di restare calmo in quella situazione creatasi proprio a causa sua.

«Mi chiamo Namjoon. Loro sono  Seokjin, Jimin e Taehyung. Tu sei Jaemin, giusto?» domandò, omettendo i cognomi di proposito.

«Sì, come lo fate a sapere? Come conoscete Taeyong hyung?» continuò a chiedere il ragazzo, Jaemin.

My Alien - VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora