Capitolo 4: Il ritorno peggiore del mondo

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«È un piacere conoscerti, Park Chaeyoung. Il mio nome è Park Jimin.» si presentò il ragazzo dopo aver donato alla cameriera un dolce sorriso.

La cameriera arrossì violentemente nel vedere il bellissimo sorriso del giovane.

«Il p-piacere è mio, Park Jimin-ssi.» disse poi, con un piccolo inchino.

Jimin rispose con un breve cenno del capo, per poi continuare a guardare con curiosità Chaeyoung. I due, così, si osservarono a vicenda sotto lo sguardo interdetto di Namjoon, che non capiva il motivo di tutto quell'interesse reciproco.

«Io sono Kim Namjoon, grazie per avermelo chiesto.» intervenne infine, facendo ridere Jimin ed arrossire ancora di più Chaeyoung.

«Mi scusi per l'arroganza, Kim Namjoon-ssi.» disse lei, inchinandosi ripetutamente al viola.

«Era una battuta, tranquilla.» borbottò Namjoon, bevendo un bicchiere d'acqua.

La cameriera si inchinò un'ultima volta, e subito dopo scappò nella cucina. Jimin rimase a guardare la figura farsi sempre più lontana, per poi tornare a concentrarsi sul suo nuovo coinquilino.

«Non capisco perché, ma qualcosa mi spinge a parlarle... credo che le chiederò di uscire.» affermò poi.

«Non saprei, ma è stato inquietante... penso che anche lei voglia uscire con te. Sembravate quasi collegati.» rispose Namjoon, scrollando le spalle.

«Seoul è più strana di quel che immaginassi. In ogni caso, mi stavo chiedendo... in cosa consiste il tuo lavoro? Come funziona?»

In realtà, Jimin voleva sapere se potesse affidargli un compito.

Namjoon gli sembrava intelligente e responsabile, perciò si sarebbe fidato di più ad incaricare lui per le ricerche che doveva effettuare, piuttosto che una persona qualsiasi mai vista prima.

Non che conoscesse Namjoon da anni, ovvio... ma era pur sempre meglio di un completo sconosciuto.

«Yah, non è così facile da spiegare! Ho ottenuto la triennale in scienze dell'investigazione da poco. Innanzitutto devi sapere che l'investigatore privato e l'informatore commerciale non hanno assolutamente niente in comune. Molta gente non lo sa e mi trovo spesso in situazioni imbarazzanti dove devo spiegare che non sono la persona giusta per svolgere quel determinato lavoro, dato che vengono da me piuttosto che da un informatore commerciale. Inoltre, io mi occupo dell'investigazione in ambito privato, non in ambito aziendale. Ottengo informazioni richieste dal privato per una sua tutela in sede giudiziaria, che può essere in ambito familiare, matrimoniale, patrimoniale e altre ancora; quelli aziendali invece accolgono le richieste da enti pubblici e privati per tutelare un proprio diritto in sede giudiziaria. Tutto chiaro?» chiese Namjoon, dopo essersi accorto che Jimin sembrava leggermente disorientato.

«Io... credo di aver capito che sei un investigatore privato...» mormorò lui, effettivamente confuso.

«Come mai me lo hai chiesto?» domandò il maggiore, ridendo.

«Mi servirebbe uno come te per un compito. Sto cercando una persona.» rispose Jimin, facendosi coraggio e guardando negli occhi Namjoon.

«Vuoi raccontarmi più dettagli?» continuò Namjoon, rispondendo allo sguardo con gentilezza e determinazione al tempo stesso.

«Sono stato adottato, i miei genitori biologici non mi volevano. Sono stato con quelli adottivi per tutta la vita, ma voglio scoprire le mie radici da anni... ecco perché sono a Seoul, ed ecco perché ho interrotto gli studi. Prima di iniziare a lavorare, voglio capire chi sono davvero. E non posso scoprirlo finché non saprò anche chi è la mia famiglia. E no, non dire che la mia famiglia sono i miei genitori adottivi, non è così. Mi hanno nascosto dell'adozione per i primi anni, ma alla fine l'ho scoperto da solo. Da quel momento, sono cambiati e hanno cominciato a trattarmi come se fossi un servo, e hanno anche smesso di mostrarmi affetto. Non ho mai pensato, neanche per un secondo, che loro fossero la mia famiglia negli ultimi quindici anni circa.» concluse Jimin, tirando un lungo sospiro.

My Alien - VminWhere stories live. Discover now