Capitolo 29: Conversazione simpaticissima

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Jimin distolse immediatamente lo sguardo.

Voleva parlare con Taehyung, ma… dormire con lui? Così presto? Non stavano correndo troppo? Dovevano prima discutere e chiarire sull’accaduto, non dormirci sopra.

Taehyung si morse il labbro con forza: decise di rimanere in silenzio per far decidere agli altri ragazzi. Non voleva prendersi la responsabilità di fare qualcosa contro la volontà di Jimin.

«Questa è casa vostra… te e Jimin dovreste dormire nei vostri letti. Io e Tae possiamo metterci sul divano, giusto?» propose Seokjin, guardando l’amico.

«Sì, certo. Giusto.» rispose distrattamente Taehyung, annuendo appena.

«Va bene, allora io vado. Se faccio tardi, non preoccupatevi e non aspettatemi.» affermò Namjoon, sorridendo velocemente a tutti e tre per salutarli, per poi uscire dall’appartamento.

Ci fu un lungo momento di silenzio. Seokjin si era accorto dell’atmosfera tesa tra i due più piccoli, e non sapeva come riuscire a smorzarla. Jimin stava controllando continuamente le lancette dell’orologio, che sembravano immobili. Taehyung, infine, provava a trovare un modo per iniziare una conversazione.

Seokjin scosse la testa con disperazione e sospirò sonoramente, tant’è che Jimin alzò lo sguardo per guardarlo.

«Ho fame, vado a cucinare. Chiuderò la porta, così non posso sentire le vostre dichiarazioni e tutto il resto. Se volete entrare e darmi una mano, fatelo solo se non avete più quell’aria depressa.» dichiarò lo hyung, andando in cucina e facendo come aveva appena detto.

Taehyung sbuffò: ovviamente Seokjin doveva mettere ancora più in imbarazzo Jimin. Cercò di non farsi caso, ringraziò mentalmente lo hyung che aveva deciso di lasciare dello spazio privato ai due e si avvicinò al coetaneo.

«Jimin-ah, possiamo parlare?» domandò con voce profonda.

Jimin annuì lentamente e si incamminò verso il corridoio. Il blu alzò le sopracciglia, confuso, ma non fece domande e lo seguì.

In poco tempo, i due si trovarono nella camera del rosa. Jimin chiuse la porta alle sue spalle e si appoggiò su una parete, incrociando le braccia.

Il suo volto continuava ad essere inespressivo, e Taehyung si preoccupò sempre di più. Rimase a debita distanza dal coetaneo e strinse i pugni.

«Parlami, Jimin…» sospirò infine.

«Ti sembro un bambino, vero?» domandò con amarezza il rosa, sorridendo tristemente.

«Non ho mai detto questo-» provò a dire Taehyung, ma venne interrotto dall’altro.

«Per te è stato solo un semplice bacio, non vuoi provarci davvero, sono solo io un illuso e un-.»

Taehyung si avvicinò pericolosamente a Jimin, così il rosa si ritrovò costretto a stare in silenzio. Non si aspettava quella vicinanza improvvisa.

Il blu si perse nei suoi occhi per qualche secondo. La voglia di baciarlo ancora era forte, ma dovevano prima chiarire quella situazione o sarebbe finita male.

«Jimin, spiegami cosa cazzo ti passa per la testa. Non riesco a capire cosa ho fatto, sto cercando di provarci… ma non ti azzardare più a dire cazzate del genere, chiaro? Non mi sembri un bambino, non ho mai pensato neanche per un secondo che tu assomigliassi a tutti gli altri ragazzi e, soprattutto, non ti avrei mai dato solo un “semplice” bacio dopo averti conosciuto meglio. Posso essere spietato, va bene, ma non sono così stronzo… non voglio farti soffrire ancora, hai già avuto fin troppi problemi. Voglio proteggerti da quelli che vogliono farti male, non essere io uno di loro.» spiegò Taehyung con fermezza.

My Alien - VminWhere stories live. Discover now