Capitolo 32: Perdonami, ti prego

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«Voi… non avete Namjoon hyung… perché avete mentito..?» boccheggiò Jungkook, cercando di riuscire a formulare una frase.

Si trovava ancora legato ad una sedia, ma fortunatamente gli avevano dato da bere e si sentiva molto meglio rispetto a prima. Dayeon lo stava controllando, mentre giocava con una pistola. Sentendo quella frase, rise e si avvicinò al ragazzo.

«Un mio scagnozzo lo sta seguendo. In questo momento Kim Namjoon non si trova a casa, e ho dato ordini precisi: non ci tornerà prima di stasera. Non preoccuparti, Jungkook. Il tuo caro investigatore è lontano dai tuoi amichetti, e lui era l’unico capace di salvarti.» spiegò infine, senza mai smettere di sorridere.

Jungkook la guardò con odio. Era così sicura dei suoi piani, ma non agiva mai in prima persona.

Nella casa di Jungkook avevano fatto irruzione quattro ragazzi e lo avevano immediatamente bloccato. Il corvino era riuscito a farne svenire uno e rompere il naso ad un secondo, ma non era bastato: lo avevano circondato e picchiato fino a quando non aveva perso i sensi.

Quando era riuscito a riaprire gli occhi, Jungkook aveva impiegato un po’ di tempo per focalizzare le varie figure di fronte a sé.

Si era trovato vicino ad un bosco, all’interno di una casa in pietra ormai distrutta dal tempo. Una ragazza stava parlando con altri otto ragazzi, e sembravano tutti quanti arrabbiati.

Quello che colpì particolarmente Jungkook fu il loro modo di vestirsi: ognuno di loro aveva un giacchetto nero con dietro un cerchio bianco e scritto “KYA”. Non appena il gruppo si accorse del corvino, la ragazza gli si avvicinò e si presentò. Pochi attimi dopo, ci fu la chiamata con Taehyung e tutti i ragazzi presenti se ne andarono.

«Chi è così forte da riuscire a stare dietro a Namjoon hyung?» chiese Jungkook con scaltrezza, cercando di ottenere più informazioni possibili da Dayeon.

La ragazza, in risposta, sbuffò.

«Non è il migliore del gruppo, purtroppo. Sei riuscito a mettere fuori gioco due molto bravi, piccolo biscottino. Kun si è così tanto spaventato nel vedere Ten e Doyoung svenuti, che è fuggito come un codardo. Che spreco, tre persone in meno soltanto per prenderti…» disse Dayeon, frustrata.

«Allora lo hyung riuscirà a scoprire di essere seguito, ne sono sicuro.» rispose il corvino, speranzoso.

«Ho i miei dubbi, Kookie. Taeil è forte. In ogni caso, tra qualche ora dovrebbe arrivare Taehyung!»

Dayeon si era resa conto di aver dato fin troppe informazioni a Jungkook, così cambiò velocemente argomento e applaudì le mani con gioia.

«Che significa “KYA”?» continuò imperterrito il corvino, smorzando istantaneamente l’umore dell’altra.

«Fai troppe domande. Comunque non l’ho deciso io. Il mio vecchio capo stava scherzando con la sua ragazza, un giorno, ed è uscito fuori questo acronimo. Al mio capo è piaciuto così tanto che lo ha usato come nome della banda… “KYA” significa “Kill you all”. Banale, almeno per me. In ogni caso, sia il capo che la sua ragazza sono morti… possiamo dire che sono rimasti fedeli al nome del gruppo.» rise Dayeon, scrollando le spalle come se stesse dicendo una barzelletta divertente.

«Come sono morti?» indagò Jungkook, cercando di non far vedere quanto fosse spaventato da quel racconto.

«La ragazza del capo è stata uccisa qualche anno fa dal suo braccio destro. Il capo ha ucciso il braccio destro, mentre io ho ucciso il capo. Volevo comandare, e lui mi metteva i bastoni fra le ruote.» disse con semplicità Dayeon, soddisfatta di vedere Jungkook rabbrividire.

My Alien - VminOnde as histórias ganham vida. Descobre agora