Capitolo 60: Guardia e ladri

117 17 126
                                    

Alla fine il quartetto ancora sveglio aveva impiegato quasi due ore per risolvere quell'indovinello, ma poco importava: anche loro erano riusciti a riposare, prima.

Per fortuna Taehyung aveva organizzato bene i vari gruppetti, dimostrandosi un buon leader capace di pensare ai bisogni di tutti.

Proprio per questo i quattro ragazzi avevano deciso di riposare i pochi minuti che restavano prima delle sette semplicemente stando seduti e appoggiando la testa sul tavolo della cucina.

Quando anche quel conto alla rovescia stava per concludersi, si divisero e andarono a svegliare tutti quanti. In un paio di minuti si ritrovarono tutti nel salone principale: Jennie e Jungkook si stavano ancora stropicciando gli occhi per il troppo sonno, Seokjin e Taehyung sembravano già più che svegli e pronti alla prossima chiamata, Jisoo e Jackson si stavano ancora stiracchiando mentre Chaeyoung e Jaebum trattenevano a stento i continui sbadigli. Nonostante fossero tutti ancora assonnati, però, si sentivano molto più svegli e lucidi rispetto a poche ore prima.

Seokjin posò il cellulare sul tavolo ancora prima che squillasse, iniziando a massaggiarsi il mento e cercando di distrarsi per non ricominciare a pensare al peggio.

Quando il telefono squillò, lo hyung non si mosse di un millimetro, rifiutandosi categoricamente di parlare con Dayeon di nuovo: l'unica cosa che voleva fare con quella ragazza era sbatterla in prigione una volta per tutte.

Quella volta fu Jungkook a fare un passo in avanti e rispondere, mettendo come al solito il vivavoce.

«Pronto?» disse poi, concedendo a Taehyung qualche altro secondo per elaborare nuovi piani e idee.

«Biscottino, che piacere sentirti! Yuggy e BamBam ti salutano, non vedono l'ora di riabbracciarti! O forse era di ripicchiarti? Non mi ricordo, devi perdonarmi.» Dayeon rise, contenta nel sentire la voce del caro Jungkook che le aveva dato non pochi problemi anni prima, nel bosco: nonostante tutto, ammirava il suo coraggio.

«Oh, ricambio pienamente.» rispose subito Jungkook, ghignando e cominciando a dare qualche piccola carezza sulla schiena di Chaeyoung nel vederla così tesa al ricordo dei loro compagni di classe.

«Bene, riferirò! Comunque, non siete curiosi del prossimo gioco? Ci ho pensato a lungo, devo dire che forse è il più facile di tutti. Vedere quel bel faccino mi ha addolcita troppo, pazienza.» Dayeon sospirò pesantemente, per poi riprendere a ridacchiare al pensiero della chiacchierata che aveva avuto con Jimin.

«Gentilissima come al solito, Dayeon. Come stanno i ragazzi?» chiese Jungkook, sperando in una risposta soddisfacente.

«Come due ore fa. Ma adesso vado a trovarli di nuovo, non ti preoccupare. Ho una seconda chiacchierata in sospeso con Jimin-ie, quell'ometto è così tenero... è uno spreco affianco a Taetae. Proprio come Jin oppa, ora che ci penso...» la ragazza sembrava pensierosa mentre parlava, ancora una volta si era ritrovata a pensare ad alta voce senza accorgersene neanche.

«Vorrei sentire la sua voce, grazie.» disse il maknae, con un tono tagliente e di sfida.

«Ancora? Ho già detto prima che non spetta a voi decidere.» ribadì Dayeon, sbuffando: non era già stata abbastanza chiara?

«Certo, ma se avessi ucciso tutti loro? A questo punto, noi potremmo smettere in questo esatto momento di continuare le ricerche e chiamare la polizia. Quindi, se non ce li fai sentire, penseremo che siano morti e non giocheremo più. È un peccato, non trovi? Sono così carini i tuoi giochi!»
Jungkook assunse verso la fine un tono da bambino, senza mai smettere di sogghignare: stava cercando di immedesimarsi nell'altra, gli sembrava il modo più efficace per parlarci.

My Alien - VminWhere stories live. Discover now