Capitolo 1: Trasferimento a Seoul

522 51 124
                                    

«Te lo prometto, Jimin-ssi. Tra un mese arrivo e ti aiuto.»

Jimin annuì con incertezza, anche se l’altro non poté vederlo. Era appena arrivato a Seoul e aveva paura.

Si stava incamminando verso il suo nuovo appartamento, e già sentiva la mancanza del suo migliore amico. Per questo lo aveva chiamato… semplicemente per sentire la sua voce.

«Sicuro che non potrai venire da me? Non so come sarà il mio coinquilino… e se si rivela un pedofilo?» chiese Jimin, mordendosi il labbro inferiore.

Hoseok sbuffò sonoramente, per poi abbozzare ad una risata. Jimin si faceva troppi problemi inutili, non sarebbe successo niente di grave. Era soltanto un coinquilino, d’altronde.

Non poteva essere pericoloso.

«Non posso, mi dispiace… se non mi faccio ospitare dai miei zii, i miei genitori si incazzano. Purtroppo ho ancora bisogno di essere mantenuto finché non finisco l’università. E poi, sarò tutto il tempo con te, non preoccuparti. Dammi solo questo mese per finire l’esame di diritto amministrativo e ti raggiungo.» promise infine.

«Va bene… ora devo andare, o rischio di perdermi. Ti voglio bene, Hobi hyung.» mormorò Jimin, abbassando il capo.

«Anche io ti voglio bene. Un mese, Jimin… puoi farcela.» cercò di incitarlo Hoseok, senza ottenere grandi risultati.

Jimin guardò nuovamente la cartina di Seoul: era la prima volta che visitava la capitale, e si era già perso.

Continuò a seguire le indicazioni che gli avevano dato, mentre l’ansia lo sopraffaceva sempre di più.

D’un tratto pensò di aver sbagliato a prendere la decisione di scappare da casa. Però, rifletté, era giusto così.

Doveva a tutti i costi scoprire il suo passato, e quello era il modo migliore per farlo. Inoltre, Hoseok sarebbe arrivato presto. Poteva resistere un mese, poi sarebbe stato tutto più facile.

Aveva deciso di affittare un appartamento insieme ad un’altra persona per non spendere troppi soldi, ma solo l’idea di vivere con uno sconosciuto metteva Jimin estremamente a disagio.

Era una persona molto chiusa e introversa, quindi non era sua intenzione conoscere altre persone. Però era l’unica alternativa che aveva.

D’altronde, i soldi che aveva accumulato in tutti quegli anni non erano abbastanza per potersi permettere una casa da solo.

Purtroppo, sarebbe stato tutto più facile con un coinquilino. Hoseok non poteva aiutarlo visto che sarebbe andato a vivere dai suoi parenti, e Jimin si era rifiutato immediatamente di ricevere aiuto economico dall’amico senza che vivessero insieme.

«Ma dove sono finito…» sussurrò a sé stesso il ragazzo, guardando meglio la strada che aveva di fronte.

Improvvisamente riconobbe una di quelle vie che aveva visto in foto giorni prima, e sospirò dal sollievo. Fortunatamente le indicazioni erano giuste.

Continuò a camminare, pensando ad Hoseok e alle parole che gli aveva detto poco prima. Il maggiore stava facendo il terzo anno di università, mentre Jimin avrebbe dovuto frequentare il suo primo anno.

Aveva intenzione di fare la facoltà di ingegneria gestionale, ma aveva deciso di prendersi un periodo sabbatico.

Doveva prima scoprire chi fosse davvero, per poi iniziare a lavorare sulla sua vita futura.

Presto avrebbe compiuto vent'anni, se avesse cominciato a ventuno nessuno gli avrebbe detto niente.

E poi, chi si sarebbe lamentato della sua scelta? Soltanto i suoi due unici amici si preoccupavano così tanto di lui.

My Alien - VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora