Capitolo 7: Insolita (forse troppo) sorpresa

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Era passata una settimana da quell’incontro, e Jimin non faceva altro che pensare al ragazzo del fiume.

Si era pentito di essere scappato, ma in quel momento non era riuscito a fare altro. Si era sentito profondamente ferito da quelle parole che il ragazzo gli aveva riservato, ma non voleva mostrarsi debole. Così, aveva preferito andarsene.

Non sapeva neanche il suo nome, ma Jimin voleva parlargli ancora.

In quella settimana, era andato spesso insieme a Jackson per fare delle ricerche sui suoi genitori, ma era risultato più difficile del previsto: Park era uno dei cognomi più diffusi a Seoul, e molti orfanotrofi avevano buttato i documenti di vent'anni prima.

Jackson non si era perso d’animo, continuando a fare sempre più ricerche con cura e attenzione. Jimin, invece, si era preso una giornata di riposo per visitare Seoul.

Durante quei giorni, aveva legato sempre di più con Namjoon ed era riuscito a considerarlo un amico sincero e disponibile.

Entrambi stavano spesso fuori per le rispettive ricerche, ma quando stavano insieme riuscivano a conversare come se si conoscessero da anni, raccontandosi diversi aneddoti divertenti o aggiornandosi sulle ricerche di Jimin.

Namjoon era una persona tranquilla e riflessiva, ma poteva diventare divertente e scatenata quando stava in compagnia di amici.

Inoltre, Jimin scoprì che Namjoon distruggeva qualunque cosa: in quei pochi giorni era riuscito a rompere due barattoli di vetro, tre penne e la gamba di una sedia.

Fortunatamente, era anche bravo ad aggiustare… se non fosse che una volta ruppe anche il cacciavite che stava usando.

Jimin venne in suo soccorso e insieme ripararono la sedia, poi buttarono le penne e il vetro frantumato.

Togliendo quel particolare del viola, Namjoon si rivelò un ottimo amico per Jimin.

Non vedeva l’ora di presentarlo ad Hoseok, con cui si chiamava ogni giorno e che stava studiando come un pazzo soltanto per venire il prima possibile ad aiutare Jimin con le ricerche. Non aveva intenzione di rilassarsi finché non avesse raggiunto l’amico.

Una volta, mentre passeggiava per le strade di Seoul, non riusciva a togliersi dalla testa quella serata con il ragazzo sconosciuto. Alla fine, decise di fare un repentino cambio al suo look: andò a tingersi i capelli.

Quando tornò a casa, Namjoon lo accolse con gli occhi spalancati dalla sorpresa e un sorriso sul volto.

«Il rosa ti dona molto, Jimin-ah! Come mai questa scelta?» esclamò, applaudendo.

«Volevo cambiare… mi sono sentito ispirato.» rispose Jimin, arrossendo lievemente.

«Da che cosa? O da chi?» continuò Namjoon, curioso di sapere qualcosa in più sul coinquilino.

Dal ragazzo del fiume… pensò Jimin, ma non diede voce ai suoi pensieri.

«Non lo so… com’è andata a lavoro?» chiese invece, cambiando argomento.

Namjoon capì che era meglio non insistere e continuarono a parlare tranquillamente.

Era venerdì mattina, e Jimin aveva tutta la giornata davanti per riposarsi. Namjoon stava uscendo per lavoro e sarebbe tornato la sera. I due coinquilini si salutarono velocemente e Jimin rimase da solo.

Si sdraiò sul divano, e la sua mente tornò inevitabilmente sullo sconosciuto. Ripensava continuamente alla storia che gli aveva raccontato, al periodo in cui era stato bullizzato, al fatto che sorridesse solo in presenza del suo migliore amico… Jimin pensava che si assomigliassero più del previsto.

My Alien - VminWhere stories live. Discover now