Caitolo 26: Crollo psicologico e aiuto

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Namjoon guardò le spalle di Seokjin.

Si avvicinò correndo, mentre cercava di fare il meno rumore possibile. Jungkook era scappato senza dargli il tempo di fare qualsiasi cosa, così Namjoon aveva deciso di andare dall’arancione.

Gli era sembrato strano… perché non li aveva salutati? Sicuramente li aveva visti… improvvisamente, le parole di Jungkook tornarono alla mente di Namjoon. Il maknae pensava che ci fosse qualcosa in più di una semplice amicizia tra i due, anche se non era così. Namjoon, nonostante provasse soltanto un forte legame affettivo verso il maggiore, voleva comunque proteggerlo e aiutarlo il più possibile.

Una volta vicino a Seokjin, Namjoon poté osservarlo meglio: anche se gli dava le spalle, si accorse del suo lieve tremolio e dei piccoli singhiozzi che stava emettendo.

Fece un altro passo in avanti, e Seokjin si accorse finalmente della sua presenza.

Si girò verso Namjoon e, non appena lo riconobbe, chiuse gli occhi e si voltò da un’altra parte.

Il viola esitò per un breve momento. Cosa doveva fare?

«Hyung, che è successo?» domandò infine, cercando di non farsi sopraffare dalla preoccupazione.

Seokjin scosse la testa, nascondendosela tra le mani. Non voleva farsi vedere da Namjoon in quello stato. Non voleva mostrarsi come una persona debole.

«Vattene, Namjoon…» mormorò, scoprendosi il volto e guardandolo con sguardo freddo e supplichevole.

Namjoon non si mosse da lì. Rimase a guardarlo, senza fare come gli era stato detto e senza insistere troppo. Non voleva forzare Seokjin, non voleva costringerlo a dirgli qualcosa di cui si sarebbe potuto pentire in futuro.

Dopo un po’ di tempo, il maggiore fece un profondo sospiro e si impose di calmarsi. Le lacrime cominciarono a smettere di scendere, fino a quando riuscì ad asciugarsi gli occhi con una manica della felpa.

«Sei proprio testardo, sai?» disse, abbozzando una risata che uscì più come un singhiozzo.

«Me lo dicono in molti. Anche tu sei molto testardo. Ti stai vergognando di sembrare debole, me ne sono accorto… non sono cieco, hyung. Mi spieghi perché dovresti vergognartene? Non sei un debole, se piangi. Sei un umano. Che problema c’è nell’avere momenti difficili? Gli amici fidati servono a questo… forse Taehyung è occupato, oppure non hai voluto disturbarlo, ma non puoi pensare sempre agli altri. Devi essere egoista, e pensare anche a te stesso. Non preoccuparti di dare fastidio agli altri, pensa che Taehyung, Jungkook… ed io, saremo felici di starti vicino in questi momenti ed aiutarti. Non me ne andrò finché non me lo prometterai.» annunciò Namjoon, con estrema serietà.

Seokjin rimase molto colpito dalle parole di Namjoon. Non si aspettava un discorso del genere, e ne era rimasto piacevolmente sorpreso. Gli aveva fatto capire di poter contare non solo su Taehyung, ma anche su Jungkook e Namjoon stesso.

Non erano più lui e Taehyung contro il mondo: adesso, anche altre persone si erano schierate dalla loro parte.

«Sei gentile, Namjoon… sai, di solito cerco di essere felice. Non per me, ma per gli altri. Sono contento se Taehyung ride ed è spensierato, e mi basta questo per andare avanti. Purtroppo, quando sto da solo, non riesco a mentire a me stesso. Non riesco a mettere da parte tutti i miei problemi e la mia situazione. Non so perché, ma vederti uscire da solo con Jungkook è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.» affermò Seokjin, sospirando pesantemente e confidandosi con il viola, senza farsi problemi nel dirgli tutta la verità.

«Jungkook mi stima per il mio lavoro e per quello che sto facendo, ma non c’è altro. Credo che potremmo diventare ottimi amici, basta. Cosa pensavi?» ridacchiò Namjoon, cercando di alleggerire l’atmosfera.

My Alien - VminOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz