Capitolo 20

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"Finché sarai fortunato
conterai molti amici;
se ci saranno nubi,
sarai solo."
OVIDIO

Sono le sette di mattina e impiego più tempo del dovuto per riacquisire lucidità e avviarmi verso casa mia.
Tra circa un'ora partiremo per Milano.
Metto in borsa lo stretto necessario per questi due giorni, trascinandomi da una stanza all'altra in preda ad un sonno accecante.
E' stata una nottata alquanto faticosa e stancante.
Una volta preparato tutto il necessario saluto rapidamente mia madre scoccandole un sonoro bacio sulla guancia, salgo in auto e mi dirigo a casa di Axel.
Al contrario mio, impiega circa dieci secondi per buttare alla rinfusa due tute nel suo borsone nero.
Carla mi sta aspettando in caffetteria e non ha la minima idea di tutto ciò che è accaduto stanotte.
Axel stringe delicatamente la mia mano e, dopo esserci lanciati un ultimo sguardo, facciamo il nostro ingresso nel locale.

Osservo divertita la mia migliore amica sgranare gli occhi alla vista di Axel.
L'espressione confusa sul suo viso è qualcosa di davvero indescrivibile.
Ordiniamo tre caffè che beviamo tutti d'un sorso e tre fagotti da portare via per il viaggio.
Il BAR COLLO fa dei panini da paura!
Come al solito Carla prende un cornetto al pistacchio e, in men che non si dica, riesce a macchiare di verde la sua maglietta bianca.
Inizia ad imprecare maledicendosi per il suo essere sempre così pasticciona.
Ci dirigiamo lentamente verso l'uscita cercando di trattenere le risate che premono per fuoriuscire.
Rivolgo uno sguardo divertito ad Axel, sta osservando Carla come una psicopatica e la scena è alquanto comica.

Partiamo, rimanendo ben presto inchiodati nel traffico che si rivela più intenso del previsto.
Impieghiamo più tempo del dovuto a raggiungere la nostra destinazione.
Sembra non arrivare mai.
Dopo un lasso di tempo infinito, finalmente parcheggiamo davanti a "INK ME TATTOO", lo studio di tatuaggi di Gianluigi.
Senza neanche farlo apposto, lo incontriamo fuori dal negozio intento ad andare a mangiare il suo amato cheese-burger nella panineria qui vicino.
Decidiamo di comune accordo di unirci a lui.
Non appena stringo il mio migliore amico in un caloroso abbraccio noto lo sguardo contrariato di Axel.
Sento il suo sguardo bruciarmi addosso e, appena mi volto a guardarlo, mi fulmina sul posto.

Divoro il mio doppio cheese-burger, beandomi della bontà di quel semplice panino.
Non so come facciano a risaltare così tanto i sapori in una cucina minuscola come questa.
Gianluigi si avvicina lentamente, coprendosi la bocca con una mano.
«Emme, ma questo non è il ragazzo che ti aveva causato problemi l'altra volta?» sussurra al mio orecchio cercando di mantenere il tono di voce più basso possibile.
«Ehm, sì.
Però ti prego non dire nulla di quella serata» agito le mani intimandogli di stare in silenzio.
Come al solito non mi ascolta e, sorseggiando la sua Coca Cola ghiacciata, inizia a fissare Axel.
«Comunque piacere, io sono Gianluigi» allunga la mano nella sua direzione continuando a guardarlo dritto negli occhi.

«Sai com'è, Emme non conosce le buone maniere» continua a blaterare.
Sento le guance andare in fiamme mentre la paura che possa far riemergere qualche dettaglio di quella sera mi serra lo stomaco.
«Emme?» domanda Axel, voltandosi nella mia direzione per poi inarcare un sopracciglio incuriosito.
«Lunga storia, un giorno ti spiegherò» stampo sul mio viso un sorriso di circostanza cercando di nascondere l'evidente rossore che mi colora le guance.
Una volta terminato il pranzo decidiamo di far ritorno allo studio.
Mi posiziono sul lettino blu in trepidante eccitazione, sono curiosa di vedere il risultato finale.
Continuiamo a lavorare sul tatuaggio per diverse ore.
Inizio a sentire le gambe formicolare per la posizione scomoda.
Devo però ammettere che il tatuaggio sta venendo ancora meglio di come lo immaginavo.
È a dir poco stupendo.
Sta pian piano prendendo vita sul mio corpo.
Sono sicura che una volta terminato sarà una vera opera d'arte.

L'inferno in noiWhere stories live. Discover now