Capitolo 16

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"Mentre lui le insegnava a fare l'amore
lei gli insegnava ad amare."
FABRIZIO DE ANDRÈ

Nel breve tragitto un silenzio imbarazzante aleggia nell'abitacolo.
Non una parola, non uno sguardo da parte sua, il nervosismo è così intenso da poter essere tagliato con un coltello.
Circa un quarto d'ora più tardi arriviamo in un angolo di spiaggia che non avevo mai visitato.
Mi guardo intorno meravigliata, osservando le onde infrangersi delicatamente sulla riva.
L'odore di salsedine si infila prepotente nelle mie narici.
Axel prende un asciugamano, e nel silenzio più totale lo stende a terra, batte la mano sulla sabbia per farmi segno di prendere posto accanto a lui.
Obbedisco, sentendo ogni singolo muscolo tendersi dal nervosismo.

Accende una Philip Morris tenendo fisso lo sguardo sull'enorme distesa d'acqua salata che si infrange davanti ai nostri occhi.
Le sue iridi azzurre quasi si mischiano al blu dell'acqua regalandomi uno spettacolo mozzafiato.
«Devo parlarti di una cosa, ma ho bisogno che tu mi prometta che ciò che sto per dirti non ti farà scappare via da me» la sua voce incrinata fa accelerare il mio battito cardiaco portandolo ad una velocità quasi insostenibile.
«Vai, racconta» ingoio il groppo che mi serra la gola, mentre poso delicatamente la mia mano sopra la sua.
«Quando ero in primo superiore uscivo con una ragazza di nome Alessia.
Avevo cominciato ad uscire con lei per scommessa con i miei amici e tutto ciò comprendeva il doverla farla innamorare perdutamente per poi mollarla di punto in bianco.
Eravamo un gruppo di coglioni e mi eccitava l'idea di veder impazzire le ragazze per me, ho sempre amato avere il controllo.
Così, dopo qualche mese passato a divertirmi con lei, l'ho lasciata senza neanche dargli una spiegazione.
 A scuola tutti sapevano della scommessa e molti dei miei amici hanno iniziato a prenderla in giro.
Anche io l'ho fatto, non mi importava di vederla piangere, nè di vederla soffrire.
Mi divertivo nel vederla distrutta a causa mia.
Una sera, ad una delle tante feste a cui partecipavo in quel periodo, mi ha visto scopare con Mia in una stanza.
Credo che a farla star male non sia stato ciò che ha visto, ma il mio sguardo.
La fissavo negli occhi mentre continuavo a scopare, sorridevo mentre il suo cuore veniva spezzato sotto ai miei occhi.
Credevo che fosse come tutte le altre, pensavo che l'avrebbe superata perciò come un grandissimo coglione non ho fatto altro che distruggere la sua autostima senza rendermi conto di averla trascinata al limite.
Non ho avuto più sue notizie per qualche giorno, fino a quando ho saputo che aveva provato a togliersi la vita.
Ha ingerito grosse quantità di psicofarmaci e se non fosse stato per l'intervento tempestivo dei suoi genitori sarebbe morta.
Avrebbe perso la vita a causa mia.
Ora non sono più quel genere di ragazzo Met, ho riflettuto molto fino ad arrivare alla conclusione che era giusto fartelo sapere.
Non so cosa provo per te in questo momento, so soltanto che è qualcosa di intenso ed è giusto che tu sappia chi hai accanto» stringe la presa sulla mia mano, cercando nei miei occhi una qualsiasi reazione.

Le mie mani iniziano a tremare ad un ritmo forsennato mentre i polmoni pompano alla ricerca di aria.
Non riesco più a guardare quegli occhi blu come qualche secondo fa, sposto lentamente lo sguardo osservando quella distesa immensa d'acqua di fronte a me.
È come se quelle parole avessero costruito un muro tra di noi.
«Come cazzo hai fatto a provare eccitazione nel distruggere la vita di una povera ragazza?» perdo il controllo urlando quelle parole con voce roca mentre lacrime salate solcano le mie guance.
«Non ne avevi il diritto Axel, ragazzino o no, una persona che si comporta così è perché non ha cuore.
Mi sento così stupida.
Ora capisco tutti i tuoi sbalzi di umore e tutte le volte che mi hai lasciato da sola a piangere come una povera illusa, tu non cambierai mai!
La mia vita è già un fottuto casino.
Non credo di poter accettare di stare accanto ad una persona che sicuramente mi ridurrà a brandelli.
Anche se forse...è già troppo tardi» singhiozzo tra una parola e l'altra.
Mi alzo rapidamente asciugando una lacrima solitaria, prendo la mia borsa e comincio a camminare con ampie falcate lungo la spiaggia.
Ho la sensazione che la terra mi stia crollando da sotto i piedi.

L'inferno in noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora