Capitolo 15

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"Il sesso è l'arte
di controllare
la mancanza
di controllo."
PAULO COELHO

Nonostante la sua foga nel possedermi, ad ogni movimento del nostro corpo riesco a percepire il nervosismo che lo pervade e mi chiedo se una volta finito questo momento di passione non ritornerà tutto come prima.
Mi rende sua per ore, stremando il mio corpo; marchiando a fuoco la mia pelle.
 Non credo di essermi mai sentita così unita a qualcuno come in questo preciso istante.
Dopo aver unito le nostre anime in un inferno senza ritorno ci addormentiamo così, attaccati l'uno all'altra in preda alla più totale paura di deludere e di essere delusi.

Sbatto le palpebre più e più volte guardandomi attorno, impiego qualche istante per realizzare che mi trovo nel suo letto, tra le sue braccia.
Cerco di muovermi in maniera lenta e silenziosa per non svegliarlo, ho un disperato bisogno di caffeina per recuperare le energie bruciate nel migliore dei modi nel corso di questa lunga nottata.
Mi alzo con fatica da quel letto che odora di noi, quando all'improvviso sento la sua mano afferrare il mio polso in una stretta delicata.
«Dove stai andando?»
«Preparo del caffè. Non preoccuparti, non fuggo come fai tu» sorrido maliziosamente, incastrando i miei occhi nei suoi mentre ironizzo su una situazione che, spesso, fa più male che bene.
Ricambia il sorriso osservandomi con quegli occhi blu ancora semichiusi dal sonno.
Noto piacevolmente la lieve sfumatura che colora il suo occhio che, da nero, sta diventando via via sempre più violaceo.
Vorrei svegliarmi sempre così.
Con l'odore di caffè nelle narici e il ragazzo più bello del mondo nel letto.

Apro i vari scomparti della cucina alla ricerca di due tazzine quando, all'improvviso, sento le sue grandi mani cingermi in vita.
Mi volto lentamente nella sua direzione e lascio che le sue labbra incontrino nuovamente le mie deliziandomi di un bacio lento, dolce e casto; al contrario di quelli che hanno colorato le ore precedenti.
«Hai programmi per oggi?
Pensavo di saltare la scuola e andare in spiaggia, voglio mostrarti un posto» il suo fiato caldo soffia sulla mia scapola facendomi rabbrividire.
«Mhh, idea interessante.
E dov'è che vorresti portarmi?» incrocio le braccia al petto, curiosa di ascoltare la sua risposta.
«È una sorpresa e le sorprese non si svelano mai»
Fortunatamente tengo sempre una tuta di ricambio nell'auto.
Perfetto direi, dal momento che mi ha detto di vestirmi più comoda possibile, l'unico problema sarà trovarla tra le mille cianfrusaglie buttate nel portabagagli.
Inizio a rovistare tra i vari oggetti e, una volta scovata la tuta, con una corsetta patetica rientro in casa e mi fiondo in bagno.
E' una piccola stanza, ma l'arredamento moderno la rende confortevole; apro il rubinetto della vasca da bagno e lo ruoto a sinistra per permettere la fuoriuscita di acqua calda.
Inizio ad insaponarmi in maniera lenta e rilassante, lasciando che l'acqua bollente sciolga ogni mio muscolo quando, improvvisamente, la porta si schiude e Axel entra mostrando il suo corpo nudo e a dir poco spettacolare.
Dovrebbe essere illegale.

L'acqua scivola dolcemente sul mio corpo assieme alle sue grandi mani.
Sfiora ogni centimetro della mia pelle, torturando la mia intimità già pulsante.
«Questo, ogni parte del tuo corpo mi appartiene» sussurra, iniziando a solleticare il mio clitoride gonfio.
Infila un dito dentro di me, iniziando a fare un rapido su e giù facendo schizzare l'acqua bollente fuori dalla vasca.
Posa una mano sul mio collo esercitando una lieve pressione mentre, con le dita, mi porta sull'orlo di un precipizio.
Il piacere è così intenso che i miei occhi ricadono all'indietro.
Con un filo di voce urlo il suo nome, la vista è annebbiata mentre forti scossoni  fanno tremare il mio corpo.

Esco lentamente dalla vasca da bagno, ancora in preda a spasmi incontrollati.
«Più tardi ti scoperò violentemente, sappilo» osservo la sua lingua tracciare la linea del suo labbro inferiore mentre il suo sguardo lussurioso mi penetra fin dentro le ossa.
Prendo il primo asciugamano che trovo e copro il mio corpo nudo e pervaso da brividi gelidi causati dal freddo e dalla perenne eccitazione che Axel riesce a provocare in me.
Accendo il cellulare che inizia a vibrare incessantemente tra le mie mani.
Chiamate e messaggi da parte di mia mamma e di Carla illuminano il display.
Non avevo avvisato nessuno che sarei rimasta qui per la notte e nonostante abbia fatto preoccupare mia madre, non riesco a pentirmene.
Per una volta dopo parecchio tempo mi sento felice e voglio godermi ogni piccola sfaccettatura di questa sensazione.
Rientro in cucina tamponando con l'asciugamano i capelli ancora completamente bagnati.
 Appena Axel si accorge della mia presenza nasconde il cellulare dietro la schiena, chiudendo la chiamata.
«Chi era?» 
«Nessuno Met!
Sei pronta? Dai usciamo!»
Il suo tono di voce è roco, mentre il suo sguardo mi trafigge come lame.
Con chi stava parlando? Perchè il suo umore è cambiato così rapidamente?
Osservo per qualche istante la sua figura slanciata e quegli occhi così profondi e dannatamente oscuri.
Non permetterò a niente e nessuno di rovinare questa giornata, ma la curiosità inizia a giocare brutti scherzi insinuando una miriade di dubbi nella mia testa già paranoica.
Saliamo silenziosamente in macchina, destinazione sconosciuta.
Il mio cervello inzia a formulare varie ipotesi mentre continuo ad osservarlo, notando le sue mani tamburellare nervosamente sul volante.

Ho bisogno di sapere.
Ho bisogno di conoscere fino in fondo il ragazzo che, a poco a poco, si sta portando via piccoli pezzi della mia anima.

L'inferno in noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora