Capitolo 52

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"Essere se stessi
in un mondo che
cerca continuamente
di cambiarti
è la più grande
delle conquiste."
RALPH WALDO EMERSON

Dopo giorni passati inesorabilmente lenti, finalmente è arrivato sabato.
Non vedo l'ora di passare del tempo con i miei amici ma, soprattutto, non vedo l'ora di spegnere per qualche giorno il cervello.
Prendo un borsone, infilandoci dentro qualche vestito e due paia di scarpe.
Osservo per qualche istante la mia figura allo specchio e non posso fare a meno di notare quanto io sia dimagrita in questo periodo; mi soffermo sul mio viso scarno e privo di colore cercando di coprire le grandi occhiaie nere con un pò di trucco.
Lego i lunghi capelli neri in una coda di cavallo, lasciando qualche ciocca ribelle sulla fronte.
Dovrei tagliarli, stanno diventando davvero troppo lunghi.

Da quella sera non ho più ricevuto alcun messaggio da parte di Axel e, se da una parte la voglia di sentirlo è davvero enorme, dall'altra credo che sia meglio così.
So per certo che se supero quella sottile linea che mi sono imposta con lui, poi mi sarà impossibile stargli lontana.
Sbuffo rumorosamente mentre, lentamente, mi avvio al piano di sotto.
Il mio caffè bollente è già poggiato sul bancone, lo sorseggio lentamente e, salutando mia madre, esco di casa e parto.

Trascorro gran parte del tragitto a canticchiare le mie amate canzoni rap a squarciagola, quasi fino a perdere la voce.
Resto imbottigliata nel traffico milanese per un tempo che pare infinito quando, finalmente, dopo ore estenuanti riesco a raggiungere casa di Gianluigi.
Parcheggio l'auto nel suo vialetto e mi precipito a suonare il campanello, non vedo l'ora di vederlo.
Appena apre la porta lo circondo con le mie braccia, stritolandolo e godendomi quell'abbraccio fraterno che tanto mi è mancato in questi lunghi giorni.

«Emme, eccoti finalmente» ricambia la stretta attorno ai miei fianchi con decisione, schioccandomi un sonoro bacio sulla guancia.
«Sei sempre più bella» afferma, scostandosi di lato per permettermi di entrare.
«Tu devi essere Miriam.
Io sono Aria, piacere» esordisce una voce, facendomi immediatamente voltare nella sua direzione.
È una ragazza piuttosto bassina, i lunghi capelli castani le ricadono lisci sulle spalle, i suoi occhi verdi spiccano su quel viso angelico ed è vestita come una modella.
È l'esatto opposto di Gianluigi, non ha piercing nè tatuaggi a macchiare quella pelle delicata e a dir poco perfetta.

«Si.
Ehm, ciao.
Cioè piacere, non sapevo che ci fossi anche tu» rispondo imbarazzata, porgendole la mano.
«Scusa se non ti ho detto nulla, ma era parecchio curiosa di conoscerti» Gianluigi si sfrega i capelli in preda all'imbarazzo, altalenando lo sguardo tra me e lei.
«Mi ha parlato davvero molto di te» esclama Aria, mostrando la sua dentatura perfetta.
Spero si renda conto della fortuna che ha nell'avere accanto il mio migliore amico.

«Allora, programmi per oggi?» domando, prendendo comodamente posto sul divano.
Ho sempre amato questa casa; non è molto grande ma in compenso è adornata con oggetti moderni e di grande stile.
Al centro del salotto si erge un enorme divano ad angolo di colore nero, contornato da un piccolo tavolino di vetro ed una gigantesca tv a cui è collegata l'Xbox.
È sempre stato una sorta di Nerd, ama qualsiasi genere di gioco soprattutto quelli di guerra; ricordo che passavamo gran parte dei nostri pomeriggi a sparare con l'aiuto del controller.

«Più tardi raggiungeremo Cora e gli altri.
 Aria purtroppo non resterà con noi, deve andare a lavoro tra qualche ora.
Ma avrete sicuramente modo di conoscervi meglio.
Come mai Carla non è venuta con te?» domanda il mio migliore amico, portandosi alle labbra una Marlboro Rossa.
«Oh mi spiace che non resti con noi, sarà per la prossima» sorrido, posando lo sguardo sulla ragazza dagli occhi color smeraldo. 
«Carla non è voluta venire, credo abbia litigato con Michael.
Non stanno passando un bel periodo a causa della distanza» affermo tristemente, accendendo a mia volta una Philip Morris.

«Già.
Michael da qualche tempo flirta con la barista del Luxuria»
«Che figlio di puttana, Carla è pazza di lui.
Non capisco davvero perché si comporta così, stavano bene insieme»
«Tu sei fidanzata?» Aria prende posto accanto a me, osservandomi incuriosita in attesa di una risposta.
«No, uscivo con un ragazzo ma non è andata come volevo» abbasso lo sguardo, torturando le dita tra loro.
Pensare ad Axel provoca un terremoto nel profondo del mio cuore.
«Bhe, fortunatamente» esordisce Gianluigi, pentendosene un attimo dopo.
«Scusa, non volevo essere invadente» balbetta Aria, accennando un timido sorriso.
«Ora devo andare, tra un'ora inizio il turno»
Si alza rapidamente dal divano per poi posare un bacio sulle labbra di Gianluigi e, salutandomi con la mano, se ne va.

«Allora playboy, come vanno le cose tra di voi?» domando, osservando la sua muscolosa figura prendere posto accanto a me.
«Per ora è soltanto una frequentazione, nulla di importante» incastra i suoi occhi nei miei, inspirando a pieni polmoni.
Posa la testa nell'incavo del mio collo, circondando i miei fianchi con le braccia.
«Nel mio cuore c'è già un'altra persona» biascica, spezzando il silenzio creatosi tra noi.
Giro lentamente la testa nella sua direzione, riflettendo per qualche istante sulle sue parole.
«Non dovresti prenderla in giro, allora.
Io non posso darti quello che tu cerchi Gian, ma se non provi nulla per lei devi dirglielo.
Non merita di star male.
Dio solo sa quanto è brutto soffrire per amore» i miei occhi restano incollati ai suoi mentre, per l'ennesima volta, confesso una verità che gli frantuma il cuore in mille pezzi.

«Lo sai che ho sempre appoggiato qualsiasi tua decisione, ma stai sbagliando ciccio» pizzico lievemente la sua guancia, per sollecitarlo a rispondermi.
«Non so perché, ma è davvero difficile accantonare l'idea di starti accanto» sussurra, sfiorando dolcemente le mie gote.
«Non posso dirti cosa fare, ma ti prego.
Cerca di non farla soffrire, ok?» 
«Mi spiace non poterti stare accanto come tu vorresti» continuo, stringendolo tra le mie braccia.
Mi piacerebbe davvero provare ciò che prova lui, sarebbe tutto più facile se il mio cuore fosse suo.
È il ragazzo migliore che io conosca, so che mi tratterebbe davvero come una regina; ma purtroppo il mio cuore è ancorato in un caos infernale di nome Axel.

Batto le palpebre più e più volte, impiegando qualche istante a realizzare che ci siamo addormentati.
È ancora saldamente abbracciato a me, lascio che i miei occhi scivolino lungo tutta la sua figura prendendomi qualche istante per osservarlo meglio.
I suoi respiri sono lenti, il torace si alza e si abbassa con piccoli movimenti, la bocca carnosa è socchiusa e un lieve raggio di sole gli illumina il viso.
Sembra un angelo.
«Cazzo, ci siamo addormentati» biascica con la voce ancora impastata dal sonno, per poi regalarmi un timido sorriso.

«Ho bisogno di fare una doccia» mi alzo dal divano, stiracchiando le mie gambe intorpidite.
Apro il borsone, afferrando tutto il necessario per cambiarmi e mi dirigo in bagno.
Quando sono con lui non chiedo mai il permesso, questa è la mia seconda casa.
Lascio che l'acqua bollente scivoli sul mio corpo, rilassando i muscoli tesi e donandomi una sensazione di puro relax.

«Ti manca molto?
Devo fare la doccia anche io, gli altri tra mezz'ora saranno al bar» afferma, aprendo la porta.
«Gian, ma che cazzo fai?
Non puoi entrare così» grido, scoppiando a ridere.
«Sei un cazzo di maniaco» urlo, cercando di coprire con le mani la mia nudità.
«Ehi, sono pur sempre un uomo.
Non posso mica perdermi uno spettacolo simile» alza le mani in segno di resa, lasciando scivolare gli occhi lungo tutto il mio corpo nudo.
«Sparisci, pervertito» lancio un asciugamano nella sua direzione, intimandolo ad uscire dal bagno.

Stare con lui mi mette sempre di buon umore, questo non cambierà mai.

L'inferno in noiWo Geschichten leben. Entdecke jetzt