Capitolo 29

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"Sei così bella e così sola,
con tutta questa gente intorno,
che tutta questa solitudine
brilla ancor di più.
Perché tu sei qualcosa
di diverso
dal resto."
MASSIMO BISOTTI

Sbatto le palpebre più e più volte prima di riaprire completamente gli occhi, il suono della sveglia rimbomba in tutta la stanza emettendo uno stridio alquanto fastidioso.
Impiego svariati minuti per riacquisire lucidità, strofino il viso tra le mani cercando di svegliarmi del tutto.
Con movimenti lenti e scoordinati mi trascino sul bordo del letto per poi alzarmi.
Afferro il cellulare tra le mani e fisso il display, speravo con tutta me stessa di trovare un suo messaggio; invece nulla.
La voglia di scrivergli è tanta, ma non gli regalerò questa soddisfazione.

Infilo goffamente un top nero abbinato ad un paio di jeans skinny, per poi correre in cucina alla ricerca disperata di una buona dose di caffè.
Osservo mia madre, mi perdo per qualche istante ad osservare la sua figura snella.
E' così piccola, eppure è la donna più forte che io abbia mai conosciuto.
Si muove rapidamente tra i fornelli e la piccola penisola in marmo, intenta a preparare la colazione.
L'odore del caffè si insinua nelle mie narici mentre, acquisendo un pizzico di coraggio, poggio una mano sulla sua spalla ricurva.
L'immagine di lei, completamente inerme di fronte al suo dolore, mi tormenta.
 
«Era da tempo che la cucina non profumava così» le schiocco un sonoro bacio sulla guancia, regalandole un timido sorriso.
Le sue occhiaie nere sembrano essersi sbiadite un poco, la osservo attentamente e mi sembra di avere davanti un'altra persona rispetto a quella che ho visto ieri sera. 
So per certo, però, che le basterebbe una semplice parola per sprofondare nuovamente nel dolore più totale.
Addento il cornetto alla nutella appena sfornato deliziandomi del miscuglio di sapori che mi invade la bocca.
«Scusami per ieri sera piccola Miri» sussurra mia madre, abbassando lo sguardo.
«Non devi scusarti, mamma. E' normale sentirsi persi ma, come ti ho già detto ieri, non sei sola» affermo, prima di iniziare a sorseggiare il mio caffè bollente.

Trucco leggermente il mio viso, tracciando una sottile riga di eye-liner sugli occhi per poi uscire di casa.
Come al solito, anche oggi sono in ritardo.
Raggiungo la mia migliore amica nel lungo corridoio che conduce alla nostra aula, osservo la sua figura spiaccicata contro il muro scrostato color ospedale.
Mi fa ridere il suo sguardo, perennemente perso nel vuoto.
«Buongiorno sognatrice» le sussurro all'orecchio, facendo scoccare la lingua sul palato.
«Eccoti finalmente. 
Non devi raccontarmi nulla?
Come va con il tuo fidanzato?» scandisce ogni singola parola, disegnando delle virgolette in aria con le dita.
«Non è il mio fidanzato.
Non so cosa siamo, so soltanto che non capisco più nulla quando lui è accanto a me» biascico, sentendo le guance in fiamme.
«Non ci posso credere che stai uscendo con quel figo pazzesco» mi spintona leggermente, emettendo un urlo alquanto imbarazzante.

«Miriam» sento gridare alle mie spalle, bloccandomi sul posto.
Mi volto osservando Andrea camminare lentamente nella nostra direzione.
«Hai impegni per stasera?
Ho organizzato una festa pazzesca, se vuoi puoi portare anche la tua amica» sorride, squadrando Carla da cima a fondo.
Non ho molta voglia di trascorrere la serata in mezzo a gente ubriaca ma, probabilmente, ci sarà anche Axel.
Ho bisogno di vederlo.
«D'accordo, conta pure su di me!
Carla tu vieni?» sposto lo sguardo sulla mia migliore amica, supplicandola con i miei occhi da cerbiatta.
«Ci divertiremo!» esclama, strizzando l'occhio.
«Bene ragazze, non ve ne pentirete.
L'indirizzo ce l'hai» posa un bacio sulla mia guancia per poi dileguarsi tra la folla.

Camminiamo lentamente per raggiungere l'aula, sfogliando nella mente i vari outfit possibili per la serata.
Entro in classe, trascinando lo sguardo per tutta la stanza.
Axel non c'è.
Basta, devo scrivergli.
"Hei, è tutto ok?" osservo per qualche istante il display del cellulare prima di prendere coraggio ed inoltrare il messaggio.
Prendo posto al mio solito banco, sospirando sommessamente.
La lezione inizia e il professor Paoloni blatera varie teorie e spiegazioni sugli elettroni.
Tengo il telefono ben saldo tra le mani quando, finalmente, lo sento vibrare.
"Si Met.
Cosa c'è?
Ti manco?
O ti manca la mia lingua?
Comunque, se vieni ci vediamo stasera alla festa".
"Vieni a scoprirlo stasera"

Il resto della mattinata trascorre in maniera rapida, non vedo l'ora di essere tra le sue braccia.
«Andiamo a fare shopping oggi pomeriggio?» domanda Carla, prendendomi sotto braccio.
«Ti dispiace se ti do buca?
Vorrei andarci con mamma, le farebbe sicuramente bene uscire un po' di casa.
Non sta attraversando un bel periodo» 
«Non preoccuparti, Emme.
Allora ci sentiamo per stasera» pizzica dolcemente la mia guancia, per poi camminare in direzione della sua auto.

Prendo posto accanto a mia madre nel ristorante in cui abbiamo deciso di mangiare, prima di dirigerci nei vari negozi.
Il locale è enorme, dalle ampie vetrate si può ammirare il piano inferiore del centro commerciale; gli interni sono moderni e delle lucine di colore blu chiaro decorano il soffitto creando un'atmosfera soft. 

Vorrei parlarle di Axel, ma credo sia ancora troppo presto per farlo.
Non ho nemmeno cosa ci sia tra noi due.

Entriamo in vari negozi senza però trovare un vestito che mi soddisfi.
Finalmente il mio sguardo viene catturato da un abito a dir poco meraviglioso.
Lo afferro rapidamente e dopo averlo rigirato tra le mani per qualche istante, corro in camerino.
È nero, molto aderente e corto.
E' scollato quel poco che basta per lasciare intravedere il mio seno prosperoso, mentre sul lato posteriore dei fili argentati coprono a malapena la schiena.
Mi piace da morire.
Chissà cosa penserà Axel quando mi vedrà con questo vestito addosso.

Mangio rapidamente, senza darmi nemmeno il tempo di masticare.
Non sto più nella pelle, oggi Axel mi è mancato davvero tanto.
Stasera voglio essere la ragazza più bella per lui!
Infilo il vestito, abbinandoci un paio di décolleté nere.
Impiego circa mezz'ora per trovare un'acconciatura che mi soddisfi, optando alla fine per una coda di cavallo con due ciocche che ricadono ribelli sul viso.
Trucco il mio viso più pesantemente del solito colorando le labbra con un rossetto rosso fuoco.
Una volta terminata la preparazione mi guardo allo specchio e cazzo, stasera mi sento davvero bella!

L'inferno in noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora