Capitolo 44

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"La vita è ciò che ti accade
mentre sei occupato
a fare altri progetti"
JOHN LENNON

Sono trascorse due settimane da quella notte.
Io e Edoardo abbiamo cominciato a vederci sempre più spesso; nonostante la mia testa ed il mio cuore appartengano a qualcun'altro.

Lotto ogni giorno e ogni notte contro il desiderio di toccare Axel, di baciarlo e di sentirmi ancora sua.
Passerà, passerà perchè deve passare.
Non c'è nulla contro cui lottare e prima o poi ne prenderò coscienza.
Eppure quando chiudo gli occhi e provo a dormire sento le sue dita sfiorarmi, il suo profumo infilarsi prepotente nelle mie narici e la sua voce rimbombare nei miei timpani e nel mio cuore.

«Ehi, principessa.
Si può sapere a cosa stai pensando?» domanda Edoardo, risvegliandomi da quei dolorosi pensieri.
«Sono solo un po' stanca» mento, muovendomi nervosamente sul sedile del passeggero.
«Buon compleanno, principessa.
Questo è per te, devi indossarlo stasera.
Ti porto ad una serata spettacolare» sfoggia il suo miglior sorriso, porgendomi una scatola rossa chiusa da un fiocco color oro.

Ho sempre odiato il mio compleanno, non capisco perché la gente si ostini a festeggiare il passare degli anni.
«Non dovevi» sussurro, scartando rapidamente il regalo.
All'interno della scatola è riposto con cura un vestito nero molto attillato, che lascia ben poco all'immaginazione.
«Sembra più una fascia per capelli» rido, rigirando il vestito tra le mani.
«Vedrai che starai una bomba» si avvicina, premendo con forza le sue labbra sulle mie, schiantandomi la lingua in bocca.

«E non è finita qui.
Stasera ho un altro pensierino per te» esordisce, aprendo la portiera del suo Range Rover Evoque.
Fortunatamente Axel non sa nulla di noi, non ho la minima idea di come potrebbe reagire.
Con Edoardo è puro sesso, mentre con lui è stato qualcosa di indescrivibile a parole; qualcosa di troppo profondo per essere raccontato.

Mangio svogliatamente un panino al prosciutto per poi correre in camera ed iniziare a prepararmi per la serata.
Indosso il vestitino cercando di tirarlo più giù con l'aiuto delle mani, non vorrei ritrovarmi nuda nel corso della serata.
Mentre cerco di tracciare una linea precisa con l'eye-liner la porta si apre, Edoardo è poggiato allo stipite e mi squadra da capo a piedi.
«Sei tremendamente sexy vestita così » afferma, toccando con una mano l'erezione già ben visibile.
Con rapide falcate mi raggiunge e, prendendomi per i fianchi, mi lancia sul materasso.
Senza darmi nemmeno il tempo di rispondere, si inginocchia al bordo del letto e con un rapido gesto scosta le mie mutandine di lato; iniziando a leccare il mio clitoride pulsante.
«Rimani con l'abito addosso, principessa» incastra i suoi occhi nei miei, continuando a muovere la lingua in maniera ritmata ed esperta.

A quella frase il mio cuore ha un sussulto.
Il ricordo di me e Axel sulla spiaggia, seminudi, mentre mi donava piacere si fa strada nella mia testa.
Le sue mani sul mio seno, la sua lingua che contornava alla perfezione ogni centimetro del mio fottuto corpo.

Tengo gli occhi chiusi e, con la mente immersa in quel doloroso ricordo, raggiungo l'orgasmo emettendo dei gemiti gutturali.
«Cazzo, principessa.
Basta che ti scopo per qualche istante con la lingua e perdi la testa» biascica Edoardo, leccandosi le labbra per assaporare appieno il mio sapore.
Mi sento tremendamente in colpa a pensare ad Axel mentre sono con suo fratello.

«Tua madre tornerà la prossima settimana?» domanda, sistemandosi il ciuffo all'indietro e spruzzandosi una quantità esagerata di profumo.
Annuisco, guardandomi allo specchio intenta a trovare un'acconciatura adatta per la serata.

Impieghiamo circa mezz'ora per raggiungere la discoteca.
Il locale è davvero bello, la musica risuona altissima in tutto lo spazio e delle luci rosse e blu si alternano al ritmo dei pezzi Tekno.
«Vado a prendere da bere, aspetta qui» sussurra Edoardo, dandomi una leggera pacca sul fondoschiena.
«Ecco a te» esordisce, porgendomi un Vodka-Lemon ghiacciato.
Sorseggio quel cocktail dal colore giallo, beandomi della sensazione di bruciore che si impossessa della mia gola.
«Baciami, principessa.
È arrivato il momento di darti il secondo regalo» afferma, mentre una scintilla gli attraversa le iridi chiare.
Tira fuori la lingua mostrando una pasticca rosa dalla forma del coniglietto di PlayBoy, posa energicamente una mano dietro la mia nuca e, baciandomi con foga, poggia la pasticca sulla mia lingua.

«Che cos'è?» domando, mentre un sapore amaro inizia ad espandersi nella mia bocca.
«MDMA principessa, non avere paura.
Goditi la serata» divora nuovamente le mie labbra, premendo con forza la sua erezione tra le mie gambe.

A poco a poco le luci diventano sfocate, la musica risuona ovattata nelle mie orecchie e la mascella inizia a contrarsi a causa di movimenti involontari.
Chiudo gli occhi lasciandomi trasportare dalla musica ritmata, iniziando ad ondeggiare lentamente prima a destra poi a sinistra.
Non credevo che sarei mai arrivata a questo punto nella vita, non avrei mai pensato di assumere questo schifo.
All'inizio l'effetto si rivela magnifico, sento di poter spaccare il mondo con le mie mani; il mio cervello è spento e questo rende tutto meno complicato.

Con il passare del tempo, però, comincio ad avvertire svarioni, nausea e l'ansia si insinua nei meandri della mia mente accelerando il mio battito cardiaco.
«Che succede, principessa?
Divertiti» biascica Edoardo, divorando nuovamente le mie labbra.
«Edo, basta.
Ho bisogno di aria» sussurro tra un bacio e l'altro, osservando le sue pupille ingrossarsi sempre di più.
Non mi ascolta, continua a baciarmi senza neanche darmi il tempo di respirare.
«Basta, cazzo» urlo, spintonandolo inutilmente.

«Che cazzo fai?» sento qualcuno urlare.
Apro lentamente gli occhi osservando Edoardo steso a terra.
«Che cazzo ci fai qui con lei?» riconosco subito quella voce, la riconoscerei tra altre mille.
«Met, tutto ok?» Axel si avvicina a me, sventolando una mano davanti alla mia faccia.
Posa le sue mani sulle mie spalle, abbassandosi di poco per incastrare i suoi occhi nei miei.

«Cazzo, non ci posso credere.
 Sei drogata?» grida, afferrandomi violentemente per un polso.
«Axel, io...» chiudo gli occhi, cercando di formulare una risposta logica.
«La devi lasciare in pace, porca puttana!
Non ti permetterò di rovinarla come hai fatto con tutte le tue ex» urla in direzione di Edoardo che a fatica si è alzato.

«Bhe caro fratellino, credo proprio che a lei piaccia essere rovinata da me.
Sono giorni che scopiamo alla grande » i suoi occhi sembrano essere diversi mentre, un sorriso diabolico, si stampa sul suo viso.
Mi vergogno da morire.
«Non ci posso credere, Miriam.
Ti sei fatta scopare da lui?» urla Axel, voltandosi nuovamente verso di me.

«Oh, si.
E le è piaciuto davvero tanto» esclama Edoardo, leccandosi il labbro inferiore.
Axel non risponde, lo afferra per il bavero della camicia e lo scaraventa a terra avventandosi su di lui e iniziando a colpirlo ripetutamente in viso.
«Axel, ti prego fermati» grido, prendendolo per le spalle.
Sembra totalmente un'altra persona; le sue mani sono sporche di sangue e il suo sguardo è colmo di rabbia mentre continua a riversare tutto l'astio che prova verso suo fratello.

Dopo minuti interminabili si alza in piedi, osservando il corpo di suo fratello riverso a terra.
«Stalle lontano, cazzo» sbraita, chinandosi un'ultima volta su di lui.
«E tu sta lontana da me.
E se hai un minimo di amore per te stessa, sta' lontana anche da lui» sbraita, facendo scoccare la lingua sul palato.
«Edo, stai bene?» domando, inginocchiandomi accanto a lui mentre lacrime salate rigano le mie guance.
«Si, principessa» sorride, mentre un rivolo di sangue gli cola dalla bocca.

L'inferno in noiWhere stories live. Discover now