Capitolo 47

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"Bisogna sempre evitare
la confusione mentale."
AGATHA CHRISTIE

«Aspettavi qualcuno?» domanda Gianluigi, sentendo il campanello suonare.
«Sinceramente no»
Apro la porta e mi ritrovo davanti Edoardo; il suo viso si è gonfiato molto e l'occhio destro ha assunto un color violaceo.
«Che ci fai qui?» domando, lasciando scivolare gli occhi lungo i suoi lineamenti tumefatti.
«Non rispondevi, così sono venuto a vedere se fosse tutto ok, principessa» afferma, intrufolandosi in casa senza il mio permesso.
«Lui chi è?» indica con un dito Gianluigi, osservandolo da capo a piedi con una scintilla di superiorità nelle iridi color smeraldo.
«Sono Gianluigi, un amico di Miriam.
Tu piuttosto chi sei?» chiede a sua volta, guardandolo dritto negli occhi.

«Forse è meglio che tu vada» affermo, voltandomi lentamente verso Edoardo che mi guarda perplesso.
«Dove sei stata stanotte?
Sono passato qui poco dopo essere andato via dal locale, ma tu non c'eri.
Eri con lui?» domanda, agganciando i suoi occhi ai miei.
«No, lui è arrivato stamattina.
Ero a fare un giro per riprendermi un po' da tutto quel cazzo di casino di ieri notte» sbotto, mentendo spudoratamente.
«Non credi che dovremmo parlare?»  posa due dita sotto al mio mento, esercitando una leggera pressione per obbligarmi a guardarlo.

«Vado a prendere qualcosa da mangiare, Emme.
Chiamami se hai bisogno, non ci metterò molto tempo» afferma Gianluigi, dirigendosi alla porta.
«Allora, che cazzo significa quello che ha detto Axel ieri sera?
Cosa significa che non ti permetterà di rovinarmi come hai già fatto in passato?
E perché vi odiate così tanto?
E non raccontarmi le solite stronzate sulla rivalità, Edo.
Qui c'è molto altro dietro» sbraito, senza riprendere fiato.
Sono furiosa e stanca di essere presa in giro dai Miller.

«Non credo che siano affari tuoi, principessa» sussurra, respirando dal naso.
«Allora puoi anche andartene.
Sai dov'è la porta.
Voglio delle risponde e, se non me le dai, fuori di qui»
«E va bene, cazzo.
Stavo con una ragazza e ci divertivamo parecchio insieme, poi la situazione ci è sfuggita di mano e lei ha cominciato ad abusare di qualsiasi droga le passasse sotto mano.
Si è rovinata da sola, Miriam.
Non sono mica sua madre; era adulta e vaccinata quindi tutto ciò che ha fatto lo ha fatto per sua volontà.
E Axel, cara Miriam, non è come lo vedi tu.
Non vedi che cambia sempre umore?
Non è semplicemente lunatico, porca puttana.
Fatti due domande, cazzo!
Svegliati Miriam, perché non è tutto oro quel che luccica» accende una Winston Blu, compiendo tiri veloci in preda al nervosismo.

«Cosa intendi dire?»
«Arrivaci da sola, non sei mica stupida.
Fai un resoconto di come ti ha trattata da quando lo conosci e arriva alle tue cazzo di conclusioni»
«Come faccio a fidarmi di te?
Non fate altro che dirmi di non dovermi fidare di voi.
Mi sembra una totale presa per il culo, cazzo!» urlo, sentendo la rabbia crescere a tal punto da farmi bruciare i palmi delle mani.

«Dovresti fidarti di me già per il solo fatto che io ora sono qui, lui invece dove cazzo è?
Se ci tiene così tanto a te, per quale cazzo di motivo non ti è accanto in questo momento?» domanda, con il solo intento di ferirmi.
Una dolorosa fitta al cuore mi impedisce di respirare.
E' riuscito a zittirmi, non so cosa rispondere alla sua dannata osservazione.
Vorrei capire cosa passa nella testa di Axel, vorrei capire il perchè dei suoi comportamenti; ma più di tutto voglio capire cosa mi nascondono i fratelli Miller.

«Ora non pensiamoci più, ok?» sussurra, avvicinandosi cautamente per poi poggiare con delicatezza una mano sulla mia schiena.
«Dovresti andare ora.
Ho bisogno di riflettere, ti chiamo io» biascico a bassa voce, combattuta da questa situazione.
«D'accordo, principessa.
Ma non metterci troppo, mi manchi»  schiocca un bacio sulle mie labbra senza ricevere alcuna risposta da parte mia per poi aprire la porta e scomparire oltre la soglia.

Prendo posto sul divano, strofinandomi il volto con le mani.
Non so davvero come comportarmi, Axel non è il ragazzo giusto per me.
Non lo sarà mai, eppure la curiosità di scoprire cosa lo rende così furioso con il mondo mi impedisce di cancellarlo dalla mia vita.
Lo devo a me stessa; scoprendolo magari riuscirò a farmene una ragione e a dimenticarmi del tutto di lui.

«Emme, apri» sento gridare Gianluigi.
«Allora, vuoi spiegarmi chi era quel tizio di prima?» domanda, addentando il suo cornetto alla Nutella.
«Edoardo, il fratello di Axel» confesso, sospirando sommessamente.
 Credo sia arrivata l'ora di raccontargli tutta la verità.
«E cosa voleva da te il fratello di quel coglione?» chiede ancora, osservandomi confuso.
«È una storia lunga, perciò mettiti comodo» tossisco, nel vano tentativo di sciogliere il nodo che mi serra la gola.

Confesso tutto, tiro fuori le parole come un fiume in piena; rendendomi conto dell'orribile situazione in cui sono incappata.
«Non ti riconosco più, Emme.
Cosa diavolo ti sta succedendo?» domanda, poggiando una mano sulla mia spalla tremolante.
«Sembra che quel ragazzo ti abbia fottuto completamente il cervello e suo fratello non sembra essere molto diverso da lui» continua, battendo rumorosamente la schiena sul tessuto in pelle del divano.

«Non so cosa sia successo dentro di me, so solo che per quanto provi a stargli lontano; il destino e ogni cosa che accade sembra riportarmi costantemente a lui e alla sua vita incasinata» sussurro, senza riuscire a guardarlo negli occhi.
«Devi riprendere in mano la tua vita, cazzo.
Stai diventando succube di una persona che non cambierà mai per te; perché se avesse voluto lo avrebbe già fatto quando Andrea ti ha rovinato la vita» afferma, pentendosene subito dopo.

«Scusami, Emme.
Forse non è ancora il caso di parlare di questo» biascica, accarezzandomi dolcemente la spalla.
«E cosa c'è tra te e questo Edoardo?» domanda poi, deviando il discorso.
«Non lo so, credo sia solo sesso» confesso, sentendo le guance andare in fiamme.
«E ti diverti con lui?» chiede ancora, incastrando i suoi occhi nei miei.
«Con Edoardo è un'altra cosa, mi godo il momento senza riflettere su altro.
Con Axel è tutto così dannatamente complicato, invece» sbuffo, battendo energicamente le mani sui miei jeans skinny.

«Bhe, allora divertiti e non pensare a tutto il resto.
E, se un giorno ti stancherai anche di Edoardo, puoi sempre scopare con me» afferma ridendo, mostrando il piercing sulla sua lingua.
«Allora dovrei ringraziarti di sacrificarti in questo modo per me?» ironizzo, scoppiando a ridere subito dopo.

«Per te questo e altro, Emme» sorride, leccandosi le labbra compiaciuto.

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