Capitolo 38

323 61 22
                                    

"Solo i battiti uniti
del sesso e del cuore
insieme
possono creare l'estasi"
ANAÏS NIN

«Resta a dormire con me stanotte» domanda, riportandomi alla riva, tenendomi saldamente tra le sue braccia.
«Va bene, ma domattina ho da fare.
Perciò andrò via presto» rispondo, osservando ammaliata i suoi muscoli guizzare sotto la luce del sole.
Domani arriverà Gianluigi ed è meglio che Axel non lo sappia.
Si odiano e questo è palese ai miei occhi.
Non dirò di noi due al mio migliore amico, non lo farò semplicemente perchè so che secondo lui, Axel, non è quello giusto.
So che lo fa soltanto per proteggermi, mi ha vista completamente annientata per colpa di questo ragazzo dagli occhi blu; ma io non posso farci nulla.
Axel mi ha rubato l'anima e la custodisce tra le sue enormi mani, basterebbe una semplice stretta e la frantumerebbe per sempre in mille piccoli pezzi.

Odio mentire, ma ho assolutamente bisogno di far durare questa tregua dentro di me.
Ho vissuto l'inferno in questi giorni, ho camminato tra le fiamme, tra il dolore e la rabbia della mia anima; ora voglio soltanto potermi sedere al sole e godermi questa briciola di felicità.
Optiamo per una rapida cena al McDonald's, distante soltanto qualche metro dal nostro parcheggio
Come al solito, ordino il mio amato Crispy McBacon, mentre lui opta per un doppio CheeseBurger.

«Cosa devi fare domani?» domanda, addentando una patatina fritta.
«Devo sbrigare alcune commissioni per mia madre e ho promesso a Carla che nel pomeriggio sarei andata a casa sua» rispondo, cercando di essere credibile.
Non sono brava a mentire, per questo evito di farlo.
«Ok, però fatti sentire» sorride lui, sfiorandomi dolcemente le labbra.
«Tu invece, cosa farai domani?»
«Bhe pensavo di passare la giornata con te ma, dato che preferisci passare il tuo tempo con altre persone, mi toccherà trovare qualche altro svago.
Magari qualche bella ragazza mi farà compagnia» esclama, mostrando il piercing sulla sua lingua.
«Attento, Miller.
Potrei fare lo stesso e, onestamente, non credo che ti farebbe piacere» biascico, cercando di assumere un tono di voce sensuale.
«Signorina Costa, lo sa vero?
Soltanto io posso scopare quella piccola fica che ha tra le gambe» sussurra al mio orecchio, respirando a pieni polmoni il mio profumo.
Tossisco, tentando in tutti i modi di nascondere il rossore che mi colora le guance.

«Potrei scoppiare da un momento all'altro» esclama, girando la chiave nella toppa.
Prendiamo posto sul divano e, dopo aver passato circa mezz'ora a fare zapping su Netflix, optiamo per un film horror.
«Sei sicura di voler guardare il film?» domanda, divorandomi con i suoi occhi blu.
«Perchè?
Cosa vuoi fare?» resto incantata dalle sue labbra carnose che chiedono disperatamente di essere baciate.
«Ad esempio, potresti aprire le gambe e lasciarti scopare» biascica, spintonandomi violentemente fino a far aderire la mia schiena al tessuto del divano.
Tasta con possessività ogni centimetro del mio corpo, soffermandosi sul mio punto più sensibile.
Con destrezza sfila i miei jeans e le mutandine, facendoli rapidamente scivolare lungo le gambe e tirandoli via con un solo gesto.
Si posiziona tra le mie cosce, osservando ogni lembo della mia pelle candida come se fosse il più bello spettacolo mai visto dai suoi occhi.
Stringe in maniera rude il mio clitoride tra le sue dita, per poi avvicinarsi pericolosamente alla mia intimità pulsante.
Con la lingua contorna le mie grandi labbra regalandomi gemiti di puro piacere.
«Sei pronta a perdere la testa, piccola Miriam?» sussurra, allargando ancora di più le mie gambe con l'aiuto del suo ginocchio tatuato.

Si posiziona sopra di me e, con una rapida spinta, mi penetra fino in fondo provocandomi un lieve dolore a causa delle sue dimensioni anormali.
Inizia a scoccare spinte sempre più decise mentre, con il pollice, disegna piccoli cerchi intorno al mio clitoride gonfio.
«Ricorda il mio nome, ragazzina.
Ricordalo, perchè sarà l'unico nome che urlerai ogni volta che verrai scopata» biascica, divorando in un bacio le mie labbra rosee.
Palpa con foga il mio seno, lo stritola in maniera rude per poi posare una mano sul mio collo ed esercitare una leggera pressione.
«Axel» urlo, scossa dalla lussuria che mi brucia nelle vene.
«Si, piccola.
Sentirti urlare di piacere mentre ti scopo è come musica per le mie orecchie» biascica, assestando spinte così forti da farmi tremare le viscere.
Brividi gelidi percorrono ogni millimetro del mio corpo donandomi un orgasmo fuori dal comune.
Incastro i miei occhi nei suoi, osservo le smorfie di piacere che disegnano il suo volto, mi concentro sui suoi capelli madidi di sudore che ricadono ribelli sulla fronte.
E' bellissimo.
«Cazzo, Miriam» ringhia, assestando un'ultima forte spinta prima di riversare il suo piacere sulla mia pancia.

Sento le palpebre cedere pian piano e, concentrandomi sui suoi respiri pesanti, mi addormento tra le sue possenti braccia.
Ormai i bei sogni mi hanno abbandonata da tempo e l'incubo che mi accompagna ogni singola notte è sempre lo stesso.
Mi sveglio di soprassalto alla ricerca di aria preziosa e alzo di poco la testa per guardare il mio demone dagli occhi blu che, fortunatamente, dorme ancora.

Mi alzo dal letto cercando di muovermi più silenziosamente possibile per non svegliarlo.
Sfilo delicatamente il suo braccio dal mio fianco destro e, con rapide falcate, mi dirigo in bagno richiudendo a chiave la porta alle mie spalle.
Sono soltanto le sei del mattino e una debole luce entra dolcemente dalla piccola finestra, infilo rapidamente i vestiti e lavo il viso con acqua gelida per svegliarmi al meglio.
Gianluigi non sarà qui prima delle undici, perciò ho tutto il tempo per tornare a casa e prepararmi.
Torno in salotto, spostando lo sguardo in ogni angolo della stanza alla ricerca di un foglio di carta e una penna.
'Ti scrivo più tardi.
Nel frattempo non fare danni, occhi blu.

Met.
Poso delicatamente il biglietto tra le sue mani e, dopo aver ammirato ancora una volta la sua bellezza, me ne vado.

Giro la chiave nella toppa per ben due volte e, una volta entrata, corro subito in bagno.
Lascio che l'acqua bollente scivoli sul mio corpo nudo, chiudo gli occhi e ripenso alle mani di quel demone dagli occhi blu su di me.
Vorrei tenere il suo profumo incollato alla mia pelle per tutta la vita, se solo fosse possibile.

Sorseggio il mio solito caffè mattutino attendendo l'arrivo del mio migliore amico quando, all'improvviso, il cellulare vibra nella mia tasca destra segnalando l'arrivo di un messaggio.
'Potevi svegliarmi prima di andare via!
Almeno ti avrei scopata così forte da fartelo bastare per tutto il giorno'  

'Così diventi un viziato'  digito in risposta mentre le mie guance assumono una tonalità rossastra.
«Come mai tutta questa felicità stamattina?
 È per quel ragazzo?» domanda mia madre, facendo il suo ingresso in cucina.
«Potrebbe anche darsi, impicciona» rispondo, versandole del caffè nella sua tazza preferita.
Sono ormai le undici e mezzo quando, finalmente, il campanello suona.

«Buongiorno Emme» esclama Gianluigi, sventolando una busta piena di cornetti.
Schiocca un sonoro bacio sulla mia guancia per poi entrare in casa.
«Allora, dove mi porti oggi?» domanda, sedendosi comodamente sul divano.
«Mmh, non saprei.
Potremmo fare un giro in spiaggia.
 Che ne pensi?» domando, nella speranza che acconsenta.
Devo evitare in ogni modo possibile di incontrare Axel altrimenti le cose potrebbero mettersi molto male.
«Agli ordini capo» strizza l'occhio, addentando il suo cornetto alla Nutella.

«Tu?
Come stai?» domanda, assumendo un tono serio.
«Direi che va molto meglio»

E' grazie ad Axel se ad oggi sorrido, ma questo per ora è meglio che non lo sappia.
Trascorriamo gran parte della giornata in spiaggia, in un paesino che si trova a circa venti minuti da Montalto.
Le ore passano rapidamente tra una risata e l'altra, ascolto con divertimento gli ultimi strani accadimenti nel suo studio di tatuaggi, commentando di tanto in tanto.

Sono ormai le dieci quando decidiamo di tornarcene a casa.
Prendiamo posto sui gradini del mio portico continuando a parlare senza sosta di ogni genere di argomento.
Mi manca averlo così vicino, con lui qui sarebbe stato tutto diverso fin dal principio.

Mi volto nella sua direzione, notando immediatamente il suo sguardo fisso su di me.
«Oddio, ho qualche insetto in faccia?» domando, toccandomi il viso.
Scoppia in una fragorosa risata, scuotendo energicamente la testa.
«No scema, è solo che sei così bella quando ridi.
Starei ore a guardarti» sussurra, accarezzandomi dolcemente il viso.
Sorrido a mia volta, cercando di nascondere l'evidente imbarazzo che traspare dal mio volto.
Si avvicina rapidamente a me e, annullando completamente la distanza tra noi, poggia le sue labbra sulle mie.
Interrompo immediatamente quel contatto, voltandomi dall'altro lato.

«Che diavolo fai?» domando, arrossendo.
«Scusa Emme, non ho resistito.
È da una vita che voglio baciarti e in questi giorni mi sei mancata davvero tanto» risponde lui, strofinandosi i capelli.
«Gian, non posso.
Io...bhe, ecco io sto uscendo di nuovo con Axel» è inutile mentire, merita di conoscere la verità.
«Non ci posso credere, cazzo.
Ancora non hai capito che quello stronzo porta solo guai nella tua vita?» sbraita, assumendo un'espressione torva.

«Io lo amo» sussurro, osservando un punto indefinito di fronte a me.
«Mi dispiace, ma non starò a guardarti mentre quel pezzo di merda ti distrugge.
Quando finalmente capirai chi è, sai dove trovarmi» stampa un leggero bacio sulla mia fronte, racchiudendo al suo interno tutta la rabbia che lo consuma in questo preciso istante.
«Mi dispiace, cazzo» grido, osservando la sua figura allontanarsi sempre di più.
E' il mio migliore amico e non posso vivere senza di lui.
Al tempo stesso, però, non posso neanche illuderlo che ci sarà qualcosa tra di noi.
Il mio cuore, ormai, appartiene a un demone dagli occhi blu.

L'inferno in noiWhere stories live. Discover now