Capitolo 25

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"Occhi,
quei maledetti occhi
mi fottevano sempre.
Ci facevo l'amore
solo a guardarli."
CHARLES BUKOWSKI

Mi trascina dolcemente verso la sua auto senza staccare le sue labbra dalle mie.
Quella maledetta bocca divoratrice che mi succhia l'anima, i pensieri, la vita.
Con destrezza apre lo sportello facendomi accomodare dal lato del passeggero, per poi precipitarsi alla guida.
Mette velocemente in moto e, mentre corriamo via da lì, osservo soddisfatta la scena dal finestrino dai vetri oscurati.
Mia si è precipitata all'esterno del locale e sta palesemente cercando Axel.

«Senti, non voglio rovinare tutto.
Ma ho un disperato bisogno di sapere perchè mi tratti così, perchè continui a farmi del male in questo modo.
Entri ed esci dal mio letto e dalla mia vita in continuazione.
E, ogni volta che ne esci, ti trovo appiccicato a quella specie di gallina.
Perciò spiegami, cos'è che vuoi da me?» domando, bisognosa di ricevere una risposta sincera.
Il mio cervello lotta contro un cuore ferito, troppo distrutto per soffrire ancora.
Ho paura della sua risposta, ma al tempo stesso ho bisogno di capire se davvero potrà mai esserci qualcosa tra di noi.

Mi osserva, restando in silenzio; un silenzio tagliente e imbarazzante.
Mi concentro sul suo petto danzante che, con piccoli e lenti movimenti, si alza e si abbassa ad un ritmo costante.
Sento il mio cuore battere così forte che ho quasi l'impressione che stia per fuoriuscire dal petto.
Respira profondamente prima di posare una mano sulla mia guancia arrossata.
«Non so definire a parole ciò che sento per te, Met.
Provo emozioni che avevo smesso di provare da tempo e tutto questo mi spaventa.
Sei una ragazza così forte e al tempo stesso così arrabbiata col mondo.
A volte sembra che tu possa scatenare l'inferno tanto è forte la rabbia che ti consuma, mentre, altre volte invece, ti vedo come una ragazza che potrebbe spezzarsi da un momento all'altro a causa del dolore che la divora.
E, se tutto ciò accadesse, non riuscirei mai a perdonarmelo.
Ogni volta che provo a fare un passo in avanti con te la paura di farti del male mi assale, costringendomi a farne due indietro.
So che è sbagliato correre da Mia, ma scoparla è la cosa più semplice nella mia testa.
Con te invece è tutto così complicato, cazzo» sposta lo sguardo su un punto indefinito alle mie spalle, cercando di evitare in tutti i modi un contatto visivo.

È la prima volta che riscontro sincerità nelle sue parole e questo mi regala un piccolo senso di sollievo.
Al tempo stesso, però, il pensiero che domani lui tornerà ad essere lo stronzo di sempre mi assale, prendendo violentemente a calci il mio stomaco.
«Credo di essere abbastanza intelligente da poter decidere io se tu ne vali la pena o no.
Se soffrirò sarà soltanto colpa mia» le parole fuoriescono dalla mia bocca senza attraversare il cervello; stavolta è il cuore a parlare.
E, di solito, quando il cuore parla ci si ritrova ad annaspare in un mare di guai.
«Non funziona così Met» finalmente incastra i suoi occhi blu nei miei, eseguendo l'ultima manovra e spegnendo il motore dell'auto.
«Per una volta voglio essere io a decidere come funziona» pronuncio quelle parole con un tono di voce sensuale che non mi appartiene.
Scendo velocemente dall'auto e, senza nemmeno dargli il tempo di obiettare, mi avvento su di lui.
«Voglio che mi scopi, ora»
Osservo la protuberanza nei suoi pantaloni farsi sempre più evidente, mentre le mie parole si disperdono nell'aria.
Senza il minimo sforzo mi solleva da terra, apre la porta di casa e, in maniera tutt'altro che delicata, mi fa sdraiare sul divano.
«Voglio che mi guardi negli occhi e che ripeti ciò che hai appena detto» la sua voce è colma di desiderio mentre mi divora con quegli occhi blu.
L'imbarazzo prende il sopravvento, ma la voglia di essere sua è più forte di qualunque cosa.
Dell'imbarazzo, del mio ego, di tutta la sofferenza.
«Voglio che mi scopi immediatamente e ho bisogno che tu mi faccia sentire solo tua»

Non riesco nemmeno a terminare la frase.
Le sue grandi mani si fiondano sul mio corpo iniziando a tracciare ogni singolo lembo di pelle, percorre in maniera lenta e tortuosa ogni mia curva rendendola sua.
Posa le mani ai lati della maglietta tirandola fin sopra la mia testa, per poi passare al reggiseno e slacciarlo con fare esperto.
Chissà quante volte lo ha già fatto prima, chissà quante ragazze hanno venerato il suo corpo marmoreo, scolpito alla perfezione.
Infila due dita dentro di me, iniziando a muoverle ad un ritmo straziante.
I miei occhi roteano all'indietro appena, con la lingua, inizia a solleticare e leccare il mio clitoride gonfio e desideroso della sua bocca.
Aumenta il ritmo delle sue dita, facendo scoccare violentemente la lingua sul mio punto più sensibile.
«Quanto ti piace essere scopata con le dita, ragazzina?
O preferisci essere scopata dal mio cazzo?»

Riesco a sentire ogni singola particella del mio corpo godere e stringersi dal piacere intenso che questo demone dagli occhi blu riesce a provocarmi.
Lascio che la mia testa ricada all'indietro e che un potente orgasmo si impossessi di me facendo tremare le mie gambe in maniera del tutto innaturale.
«Mi appartieni.
Questa piccola fica è mia e lo sarà per sempre» biascica, facendosi spazio tra le mie cosce.
Lo sento entrare dentro di me assestando spinte lente, muove il bacino ad un ritmo tortuoso, lasciando che le mie pareti si abituino alla sua grandezza.
«Amo sentirti così bagnata per me»
Aumenta il ritmo, assestando spinte sempre più rudi e prive di delicatezza.
Stringe il mio collo con una mano esercitando una lieve pressione mentre, con l'altra, disegna piccoli cerchi attorno al mio clitoride ormai dolorante.
«Guardami.
Voglio guardarti in faccia mentre ti scopo.
Sei mia Miriam»
Schiaffeggia il mio seno per poi soffermarsi sul mio capezzolo turgido e stringerlo dolorosamente tra le dita.
«Mi fai perdere la testa, cazzo» grida, in preda ad un piacere smisurato.
Incastra i suoi occhi nei miei mentre, assestando ultime rapide spinte, raggiunge l'apice trascinandomi in un vortice di lussuria.
«Oddio, Axel» urlo a mia volta, precipitando nelle fiamme del nostro Inferno.

Lascio che le mie gambe tremino, così come il cuore e l'anima.
Un vibrare sconnesso che compone la più dolce delle melodie.
Il suono della sua voce, quello della mia; il suo corpo e il mio.
Due anime che si ritrovano a combaciare come il più complicato dei puzzle.

L'inferno in noiWhere stories live. Discover now