~Capitolo 81~

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Passarono cinque giorni dal nostro temporaneo trasferimento-così diceva Cate che si rifiutava di accettare di dovere continuare a restare in quella casa ancora per molto- e non ci fu nessun tipo di visita da parte di Mr Foster.
In quei cinque giorni la routine era sempre la stessa : la mattina presto dopo un sonno tutt'altro che ristoratore Cate e Stephan si recavano a lavoro, io e i miei fratelli invece dormivamo fino a tardi ;
pranzavamo insieme - alcune volte riuscivamo anche a chiacchierare tra di noi ma era tutto molto limitato- ;
nel pomeriggio invece facevamo delle video chiamate: chi con Alex (Logan), chi con Maddie (Noah) ed io invece con Marcuss che mi mancava da morire, Brooke la mia migliore amica  e Line per sapere come stava la mia piccola Lottie;
la sera invece era il momento più duro, laido e inatteso della giornata.
Il sonno tardava ad arrivare anche perché c'erano fin troppi rumori all'esterno che ce lo impedivano e che non facevano che aumentare la nostra paura. Tutti i pensieri che cercavamo di sopprimere durante la giornata, che cercavamo di far affogare chattando con i nostri amici e facendo video chiamate per sentirli come vicini a noi, tornavano a galla o imparavano a nuotare nel mare delle nostre paure. Così la sera era per lo più un insieme di nottate in bianco, incubi e abbracci di conforto nell'oscurità.
Di incubi ne feci a bizzeffe ma per mia fortuna al mio risveglio avevo qualcosa in grado di farmi distinguere il sogno dalla realtà, il medaglione che portavo sotto la maglietta del pigiama a contatto con la mia pelle calda, mandida di sudore e tremante. Quel piccolo oggetto freddo riusciva a fare la differenza e stringendolo tra le mie mani riuscivo poi a riaddormentarmi senza dover svegliare l'adorabile muso lungo al mio fianco.

La mattina del 20 febbraio si presentava come la più limpida e soleggiata rispetto alle settimane precedenti. Questo fatto mi fece alzare di buon umore, scendere nella silenziosa cucina e prepararmi il mio caffè e latte, in cucina sopra il lavello si trovava una piccola finestra a cui non erano state tirate le tende, decisi di lasciarla così e aspettare che il caffè cominciasse a dare i primi segni di bollore.  Mi sedetti poi al tavolo da pranzo rivolta verso la finestra e presi ad osservare l'albero spoglio davanti a me su cui erano posati alcuni corvi, non mi infastidiva il loro gracidare piuttosto mi ritrovai a pensare che se mi fossi trovata nei panni di Logan al mattino probabilmente avrei confuso il piumaggio dei corvi con il fogliame dell'albero. Più tardi mi raggiunsero anche gli altri due che salutai serena, ciò li lasciò abbastanza esterrefatti ma non mi dissero nulla ,si limitarono a lanciarmi qualche occhiata di soppiatto. 

Nel pomeriggio ci sistemammo tutti in soggiorno con un gioco da tavola che aveva scovato Noah nella sua stanza dentro l'armadio.
Negli ultimi 2 giorni eravamo venuti a conoscenza di un fatto abbastanza sconfortante. La ragione per cui la notte avevamo più paura era perchè eravamo più vulnerabili o almeno così pensavamo. Il quartiere in cui ci eravamo stabiliti era veramente ristretto e comprendeva circa 5 case in totale, tutte abitate da giovani in carriera o famiglie le quali nell'arco di tempo che partiva dalle 15 e finiva intorno alle 17 erano fuori dalle loro abitazioni e ciò permetteva all'uomo in nero di poterci aggredire senza nessun impedimento. Ragion per cui Cate si era fatta dare un permesso a posta alle 16.00 per poterci telefonare e sapere come stessimo. Quel pomeriggio  la telefonata arrivò puntuale come un orologio svizzero e a cui toccò rispondere a me dato che ero l'unica nei paraggi.

*in chiamata*

Io: << Ciao Cate>>

Cate:<< Emily ,tesoro io e papà stiamo tornando a casa, sospettiamo che lui ci abbia trovati >> parlava veloce ed era apparentemente terrorizzata 

Io:<< ok...io.beh ,che facciamo?>> mi misi una mano tra i capelli 

Cate: << restate a casa ,chiudete tutte le finestre e aspettateci in soggiorno... devo salutarti ,non preoccuparti stiamo arrivando>> Cate chiuse la chiamata lasciandomi interdetta con ancora la cornetta in mano. Nel frattempo anche Logan stava affrontando una chiamata che lo avrebbe lasciato alquanto sorpreso. 

Don't Forget MeWhere stories live. Discover now