~Capitolo 28~

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Logan  era seduto sul letto con la testa china e stretta tra i due pugni. Nonostante ci fosse una luce fioca riuscì a vedere le sue larghe spalle scosse da brividi, pensai che stesse piangendo, volli avvicinarmi ma appena feci una passo un asse di legno scricchiolò e mentre io nominato tutti i santi, lui alzò appena la testa e si accorse di me.. Mi guardò per alcuni secondi, in quel momento spera con tutta me stessa che non mi spedisse fuori dalla sua camera a calci, la cosa più strana fu che che non lo fece si limitò a tornare nella posizione in cui l'ho avevo trovato.
Questo mi diede il via libera per avvicinarmi a lui, mi sedetti sul suo letto e li mi accorsi che avevo ragione stava tremando, ma non sembrava infreddolito.
Decisi di lasciargli il suo tempo, non lo bombardai di domande inutili, d'altronde nemmeno a me piacevano le persone che mi assalivano di stupide considerazioni nei miei momenti no, con un pò di incertezza gli misi la mano destra sulla testa e gli accarezzai i capelli.
Non so a cosa stesse pensando ma doveva essere davvero terribile, perché era rimasto in quella posizione per troppo tempo, tanto che mi vennero i crampi alle dita.
Mi inginocchiai di fronte a lui  -   non volevo rompere quella bolla di "pace" che si era creata ma dovetti-  gli accarezza gli avambracci partendo dal gomito fino a risalire al pugno chiuso, per poi separarli dolcemente, subito oppose resistenza ma poi cedette. Aveva metà Busto ancora chinato, gli aprii i pugni e notai che gli aveva stretti così forte che aveva lasciato delle mezzelune sul palmo. Le osservai e accarezza con un polpastrello, ma quando senti un suo brivido smisi subito tornai a guardarlo e vidi che mi stava fissando. Sotto il suo sguardo mi dedicai all'altro pugno chiuso, tornai a guardarlo con sguardo curioso, questa volta il nostro contatto visivo lo spezzò lui finendo poi per abbassare la testa e passarsi più volte la mano fra i capelli. Era agitato. Mi alzai in piedi e mi avvicinai alla porta - lui avrà pensato che io me ne volessi andare infatti emise un singhiozzo - per chiuderla, ora nella stanza c'era solo buio, sentii un altro singhiozzo.
Provai ad avvicinarmi al letto a tentoni e quando lo raggiunsi mi ci sedetti sopra. Non potevo lasciare che la sua mente vagasse nei sui pensieri perciò ruppi il silenzio << a che ora sei tornato? >>, << alle 3>> quando lo disse sentii una terribile puzza di alcool uscire dalla sua bocca, tanto che mi tappai il naso e chiesi << hai bevuto? >>, emise un debole risolino << non ti piace l'alcool? >>, <<no per niente, ma quanto ne hai bevuto? >> <<un po>> Silenzio.
Cercai la sua mano sinistra, e quando la trovai era congiunta all'altra, la separai e ne accarezzai il palmo <<ti fa male? >> sussurai << non abbastanza>>
<< Lo sai che non me ne vado? >> sussurai con sicurezza
<< sfortunatamente si>> disse lui ironicamente, << lo trovi davvero così strano? >>, << purtroppo si >> << perché? >> emise un sospiro e tolse la sua mano dalla mia, <<perché non hai paura di me, come ieri sera? >> <<non hai risposto... >> gli feci notare. Sbuffó ancora più sonoramente, << non mi va di parlarne >> ma io volevo delle risposte, sarebbe stato più semplice per entrambi, così trovai un compromesso. << possiamo trovare una via di mezzo, io rispondo ad una tua domanda, e tu alla mia, ok? >>

<< fai schifo a contrattare, ma.... Andata >>

Dopo averci pensato un eternità mi chiese a cosa stessi pensando quando lui si stava avvicinando a me....
<< pensavo che volessi strattonarmi un braccio ed insultarmi di nuovo, pensavo a qualche anno fa quando ancora ero orfana, un ragazzo più grande di me, all'ora di pranzo in cui erano presenti tutti, mi accusò di aver rubato.... Non ricordo di preciso cosa. Ciò che ricordo in maniera indelebile è il dolore provato..>> rimasi per alcuni secondi con lo sguardo perso nel vuoto, ma appena lo alzai verso di lui, mi affrettati ad aggiungere <<ovviamente me ne sono pentita all'istante e mi sono rimproverata per aver pensato una cosa tanto squallida.... Mi d.. I... Dispiace >> diventai rossa per la vergogna. Lui mi accarezzo il ginocchio per alcuni secondi, poi iniziò lui a rispondere alla mia domanda iniziale.
<<Allora, uhm da dove comincio....>> si passò una mano fra i capelli e sul viso poi continuò <<avevo una sorella, quando ero piccolo, molto piccolo lei aveva un anno in meno di me e nonostante la nostra infantilità riuscimmo a creare un legame.
Lei era molto sorridente durante il giorno, ma durante la notte faceva sempre degli incubi, quando succedeva riusciva a svegliare tutti ed io per tranquillizzarla la abbracciavo, in effetti funzionava. >> accennò un piccolo sorriso e continuò
<<mi ricordo che una sera, dopo che i miei l'avevano messa a dormire, io senza farmi scoprire andai nella sua camera, infilai la mia manina tra le sbarre della culla le presi la mano e cominciai a disegnare dei cerchi immaginari sul dorso. La mattina seguente quando mi svegliai e andai a fare colazione, le chiesi se aveva fatto degli incubi quella sera e lei mi disse di no e fece un sorriso che partiva da un orecchio all'altro, come il tuo quella volta che mamma ti disse che era una fanatica di twilight>> sorrise di nuovo, io lo guardai stranita << strano che tu te ne sia accorto, eri cosi imbronciato quel giorno>> gli feci la linguaccia anche se non poteva vedermi e sorrisi. Dopo un po vidi il suo sorriso svanire e tornò a puntare lo sguardo nel vuoto, anche io smisi di sorridere << ma perché tu..... >> sospirò << no niente lascia perdere >> si alzò dal letto ed andò contro la parete rivolto verso di me. Io lo seguii ma rimasi a distanza<< no, dimmi.. >> <<ok, beh perché non mi hai ancora chiesto dov'è mia sorella? >> abbassai per un secondo lo sguardo poi lo ripuntai su di lui
<< non te l'ho chiesto perché, questa è la nostra prima conversazione civile e pensavo che avrei rovinato tutto, mi rendo conto che a volte sono pesante, ma vorrei solo che ti fidassi di me. Perciò io non te lo chiederò, ma nel caso tu vorresti dirmelo ora o in un altro momento io ci sarò e ti ascolterò.>> feci un passo verso di lui gli presi la mano e gliela strinsi forte << io sono qui! >>.
Nella penombra riuscii a vederlo annuire, per poi accennare un fioco sorriso << allora, mia sorella... >> non finì la frase che...

S. A.
Ciao a tutti lettori del mio cuore, spero che fin ora la storia vi stia piacendo, scusate i miei orrori grammaticali 😖.
Fatemi sapere le vostre opinioni nei commenti 💕

Niki💣

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