~Capitolo 27~

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Come aveva detto lui un taxi arrivò mezz'ora dopo, mi sedetti vicino al finestrino dietro e Maddy davanti, e dopo aver fornito le indicazioni al taxista, cominciai a piangere silenziosamente, continuavo a ripetermi la stessa frase ed a rivivere quel momento, *magari voleva solo abbracciarmi* pensai, rovino sempre tutto.
Il mio pianto silenzioso durò pochi minuti dopodiché sprofondai in un sofferente sonno.
Fu Maddy a svegliarmi mi scosse leggermente la spalla. Scesi dal taxi, l 'abbracciai  di nuovo e ci salutammo. Quando entrai in casa vidi i miei sul divano a guardare la TV, ma poi spensero e si girarono verso di me, peccato che non ero in forma per una chiacchierata perciò corsi subito al piano di sopra in camera mia, chiusi la porta e scoppiai a piangere strisciando lentamente sul pavimento, mi rannichiai e continuai a singhiozzare, me lo meritavo.

Logan's pov
<<un'altro perfavore>> ne bevvi almeno 5 di quegli shot drink, dovevo assolutamente togliermi dalla testa, la sua faccia spaventata, continuava a girarmi in testa la stessa frase *come ha potuto pensarlo (?) *. Non volevo farle niente, volevo solo darle i soldi per il taxi, in modo un po' brusco, ma di certo non le avrei mai messo le mani addosso, non capivo proprio come le possa esser passato per la testa, *ci doveva esser sotto qualcosa* pensai, ma erano tutte domande a cui non avrei trovato risposta e tutto per una mia scelta seppur sbagliata era allo stesso tempo giusta perché non potevo permetterle di commettere gli stessi errori della sua amica per me. Doveva stare lontano da me. Non sarei riuscito a proteggerla. Queste erano le frasi che mi ripetevo di continuo nel tentativo di riuscire a farla arrendere anche se in fondo, in fondo non volevo che lo facesse.

Tornai a casa tardi come ogni sabato sera, tutti stavano dormendo, ma anche se fossero stati svegli non si sarebbero accorti di me. Tra tutte le cose che disse lei una sola mi colpì in profondo, lei era lì per me, lei voleva aiutarmi, lei non mi avrebbe messo da parte. *Già era. * mi ricordò la mia coscienza puntuale come un orologio svizzero.

Emily 's pov
Continuai a singhiozzare e a sentirmi una perfetta idiota, quando sentii un mormorio ed il letto cigolare. Mi alzai di colpo, *merda! mi ero dimentica che qui c'era Noah * realizzai solo in quel momento. Ormai i miei occhi erano abituati al buio della mia stanza, perciò riuscii a "vederlo" alzarsi a metà busto, emettendo un grugnito di dolore
<< Emily?, cosa c'è che non va?, stai bene? >> dopo aver detto questo, mi tranquillizzai, per un breve momento smisi di piangere, notai che si voleva alzare perciò mi avvicinai a lui e lo rimisi sdraiato, poi sedetti sul letto. Lui mi accarezzò una guancia e tentò invano di asciugarmi le lacrime che imperterrite continuavano a rigare il mio viso << hey hey hey, calmati, vieni qui... >> mi attirò a se ed io sprofondai tra le sue rassicuranti braccia.
Non ricordo cosa successe dopo solo che mi addormentai, ancora con le lacrime agli occhi, ancora in pensiero per Lui, ancora con lo stesso pensiero in testa. Lo avevo perso.

Sento strani rumori intorno a me, è tutto buio non so cosa sta succedendo. Ho paura, ora riesco a decifrare delle parole. Urla. Continue urla mi circondano, provo ad aprire gli occhi ma non ci riesco, qualcosa di troppo luminoso mi impedisce di aprirli. Ho paura. Non riesco a muovermi, non so cosa fare. Mi sto agitando. Provo a riaprire gli occhi e dopo tanta fatica ce la faccio, c'è tanto fumo e puzza di bruciato, non riesco a respirare. Comincio a tossire. Mi porto un braccio sulla bocca e giro più che posso la testa verso destra,non avrei dovuto farlo. C'è il caos più totale, tantissime persone corrono da una parte all'altra e  si urlano addosso, vedo a pochi passi da me una macchina capovolta e poi mi viene in mente l'incidente nell'altro sogno!.
Il bambino! Dove sarà? Sarà ferito? Mi alzo a fatica e provo a cercarlo, inciampo sui miei passi parecchie volte, sto cercando qualcuno che possa aiutarmi, ma nessuno mi ascolta è come se fossi invisibile(?). Finché due forti braccia non mi sollevano da terra, io mi dimeno e tento di  scendere ma invano. Mi giro verso di lui e riconosco essere l'uomo comparso nel primo sogno!. Lo sto guardando dritto negli occhi, sono neri e profondi come un abisso, riesco a specchiarmici, infatti dietro di lui vedo..... <<Emily, Emily... Ti prego svegliati, è solo un sogno >> queste parole mi arrivarono ovattate, non riconobbi subito la voce di mamma, era preoccupata. Aveva il volto coperto di lacrime, quando lo notai mi misi seduta così in fretta che mi venne un forte mal di testa. Mamma  mi stringeva le  mani, ma non con cattiveria, voleva consolarmi, alla mia sinistra c'era Noah, aveva gli occhi spalancati ed il respiro affannato, e davanti a me sullo stipite della porta, due grandi occhi verdi mi scrutavano con attenzione e preoccupazione (?).
Con lui era diverso non mi trasmetteva ancora più ansia, ma mi tranquillizzava, come quella volta nel vicolo, continuò a scrutarmi e squadrarmi senza ritegno, improvvisamente mi sentii nuda sotto il suo sguardo, non solo fisicamente ma anche mentalmente, sentivo che potevo dirgli ogni cosa mi passasse per la testa, di potermi fidare di lui.
Mia madre mi mise una mano sulla fronte, interrompendo così il contatto visivo con Logan, la guardai e le chiesi cosa fosse successo, la mia voce era rauca strano.! Lei mi disse che avevo urlato nel sonno e avevo fatto svegliare tutti. Non mi sentivo affatto bene ma con un paio di scuse ed un sorriso forzato  cercai  di tranquillizzarla, non mi piaceva che tutti mi vedessero così vulnerabile.
Lanciai un fugace sguardo verso la porta  ma lui se ne era già andato. Nel mio campo visivo, questa volta piombò Noah << Emily stai bene? Mi hai fatto preoccupare, hai cominciato a piangere e a parlare e dire che>> * aspetta che?! Non ho mai parlato nel sonno, e se...  Avessi detto qualcosa di strano, o mio dio, no no no nooo, che disastro * continuai a ripetermi queste frasi nella testa finche non mi decisi a chiedere a Noah cosa dicevo esattamente nel sonno, ma ci girò intorno e disse che non si ricordava molto bene.
Dopo avergli detto non so quante volte che stavo bene, mi alzai per  uscire  e dopo essermi chiusa la porta alle spalle notai che quella di Logan era semi aperta, perciò curiosa come sono mi avvicinai con passo "felpato" alla sua porta mi appoggiai allo stipite
e lo vidi.

Don't Forget MeWhere stories live. Discover now