~Capitolo 68~

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Arrivai a casa circa 1 ora più tardi, Lottie cominciò a farmi le feste ed io sollevata com'ero per non aver incontrato l'uomo in nero la assecondai. Casa Smith era deserta a quell'ora e seppur ne fossi ormai abituata in quel momento sentii una forte angoscia farsi strada dentro di me. Stavo pensando di rintanarmi in cucina ma prima mi sarei preoccupata di tirare tutte le tende, quando il telefono fisso in cucina prese a squillare insistentemente, facendo dissolvere come in una nuvola di fumo tutti i miei pensieri precedenti.

Al telefono era Logan che avendo lasciato il suo nell'armadietto aveva usato quello della scuola per chiamare e quindi per sapere dove fossi. Sembra nervoso - potevo immaginarlo stringere in un pugno la corda del telefono e nel contempo sentire il sangue pulsare nelle vene come se stessero per esplodere - ma appena sentì la mia voce il suo tono parve calmarsi  ma rimanendo fermo mentre mi "ordinava" di chiudere tutte le finestre, tirare le tende e chiudermi in camera. Non chiesi spiegazioni anche perché il mio istinto mi aveva già consigliato di fare quanto detto da Logan, perciò dopo un breve saluto chiusi la chiamata e con il cuore che mi scalpitava nel petto seguii le sue indicazioni. 

Nel frattempo mi cambiai e decisi di distrarmi ripassando la grammatica francese, non che servisse a molto ma almeno sarei riuscita a tenere la mente impegnata per un po'.
Fuori dalla mia calda camera il tempo stava dando il suo peggio : la temperatura cominciò visibilmente ad abbassarsi e delle grosse nuvole scure si facevano largo nel cielo precedentemente limpido portando con sé vari carichi di pioggia, tuoni e fulmini. 

La pioggia mi piaceva, il suo battere ritmato contro la mia finestra mi rilassava, infatti mi sedetti sul davanzale interno ed avvolta da una coperta grigia mi appoggiai al vetro freddo e l'ascoltai. Dopo alcune ore la pioggia continuava a battere sulle strade creando pozzanghere e rumori sordi quando si schiantava sulle auto. Cominciarono poi a farsi strada nel cielo i fulmini accompagnati dai tuoni in sottofondo, ammaliata da questi e circondata dal silenzio, presi un bello spavento quando sentii la porta al piano terra sbattere piano e dei passi sulle scale. Lenti. Mi alzai e cercai nella camera qualcosa che avrei potuto usare per colpirlo ma quando i passi cominciarono ad essere sempre più vicini alla mia camera mi bloccai sul posto, il mio cuore prese a battere velocemente ed io mi costrinsi a contare i numeri primi(metodo che avevo sviluppato all'orfanotrofio per calmarmi dopo i continui incubi) per non farmi risucchiare da un attacco di panico. La maniglia della mia porta cominciò a girare e colpetti battevano su di essa <<Emily... Sono io, Logan >> lasciai un sospiro di sollievo ed andai verso la porta per poi aprirla e tuffarmi tra le sue braccia.

Cominciò ad accarezzarmi la testa ed i capelli mentre mi teneva a sé <<hai avuto paura? >> io annuii << scusami se non ti ho dato subito delle spiegazioni ma avevo una pausa brevissima per chiamarti, chissà cosa avrai pensato >> mi strinse più forte mentre io cercavo di riprendere fiato lui continuò <<ho avuto una soffiata da un mio amico che Rick ti avrebbe fatto visita perché voleva parlarti o cose simili, forse sono stato un po' avventato ma non voglio che si avvicini più a te >> ci furono degli attimi di silenzio in cui cercai di togliermi dalla testa la paura infondata che ho avuto pochi minuti prima <<hai fatto bene >> dissi rimanendo attaccata a lui. << Okay bene, ora devo proprio farmi una doccia >> disse per poi staccarsi da me che al contrario non mi mossi di un cm. <<Che  c'è piccoletta? >> disse ridacchiando e non ricevendo una risposta continuò <<ho notato che in questi giorni sei un po' strana, come mai? >> mi staccai leggermente da lui <<definisci strana? >> <<beh per esempio quando siamo a casa ti guardi spesso le spalle come se avessi paura che qualcuno ti possa fare del male ed invece quando sei fuori sei l'esatto opposto e poi ho notato che quando torni a casa dopo aver portato fuori Lottie guardi lo spioncino o fuori dalle finestre >> *cazzo, cazzo, cazzo ti ha sgamata* <<ma no che dici sarà solo una tua impressione >> risi appena, schernendo le sue parole mi guardò con un sopracciglio alzato << non me la bevo sappilo, appena ho finito la doccia parliamo>> indietreggiai nella mia camera <<ma non c'è nulla di cui parlare >> dissi, ma poi sentendo un tuono il mio sguardo cadde sulla porta che ero convinta aver sentito aprirsi o forse stavo solo impazzendo <<ah ma davvero? E allora come me lo spieghi che lo hai fatto di nuovo? >> << fatto cosa? >> assottigliò lo sguardo ed annuì per poi andare in bagno e dire <<non finisce qui >> prima di chiudere la porta. 

Tornata in camera mi abbandonai alla parete vicino alla finestra osservando la strada bagnata e talvolta illuminata dai lampi. Non so quanto tempo rimasi lì a guardare ma dopo un po' cominciai a vedere delle cose illuminate dai lampi, cercai di convincermi che erano soltanto degli scherzi che mi giocavano gli occhi, la paura o la stanchezza ma giurerei di aver visto un uomo che mi fissava, sempre nella stessa posizione. Finché quando fu illuminato per l'ennesima volta lo vidi con in mano un oggetto simile ad una pistola.

 Mi allontanai dalla finestra come se avessi preso una scossa e con le mani giunte alla bocca emisi un grido soffocato. Logan venne subito in camera mia con indosso una felpa e un pantalone della tuta, accese la luce e venne verso di me preoccupato << che succede? Perché hai urlato? >> ma io mi limiti ad indicare un punto poco preciso oltre il vetro, sulla strada.
Si girò in quella direzione e rimase a fissare parte del nostro quartiere sotto la pioggia, << cosa vedi lì? >> gli chiesi indicandogli il punto preciso questa volta << nulla perché? >>tornò a guardarmi << continua a guardare quando viene illuminato dal lampo>> una serie di lampi si susseguirono e la figura continuava ad apparire quando ero io a guardare e  a scomparire quando mi rintanavo dietro il braccio di Logan. <<Emily mi stai preoccupando.. >> mi mise le mani sopra le spalle e si piegò alla mia altezza, <<tu che cosa vedi? >> io con lo sguardo puntato verso le mie ciabatte di stitch dissi <<niente>> <<okay beh non ti credo per niente ma se mi dici che non vedi nulla alloa ti sfido a venire con me fuori->> lo guardai spaventata <<- a ballare sotto la pioggia, cercando di non prendermi una polmonite >> detto ciò chiuse le tende e mi trascinò all'ingresso e poi dopo esserci messi le scarpe, sul marciapiede. 

<<sai ballare? >> mi chiese ed io scossi la testa guardando verso il cielo <<allora ti insegno :metti i tuoi piedi sui miei >> lo feci, poi mi prese la mano destra ed incrocio le nostre dita, l'altra me la posò sulla sua sua spalla e la sua mano destra finì sul mio fianco - cosa chi mi fece arrossire e non poco -.
Cominciammo poi a ballare seguendo un nostro ritmo <<dove hai imparato a ballare così? >> << quando ero piccolo, partecipai con mamma ad un casting per lo show "ballando con mio figlio", ci allenavamo ogni sera prima di andare a dormire, mi mancano quei momenti >>disse con una punta di nostalgia, sorrisi e quando il nostro ballo finì ritrovammo un contatto che aveva po' perso e che mi diede la carica per avvicinarmi di più a lui mettere le mie mani sulle sue spalle ed avvicinare le mie labbra  dapprima sfiorando le sue  per poi dare inizio ad un tenero e lungo bacio sotto la pioggia. 

                                                                                                                                                                                                    Niki💣

Don't Forget MeWhere stories live. Discover now