~Capitolo 14~

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Passai il resto della mattinata e metà pomeriggio pomeriggio a leggere Twilight, il resto lo passai a dormire.

Dopo qualche ore mi svegliai e mi venne voglia di un succo perciò mi avvicinai alle scale, ma fui incuriosita dalla direzione che prendevano verso l'alto e salii di un altro piano.

Arrivai davanti ad una porta di legno scuro con sopra un fiore rosa che si stava consumando, la aprii ed era una stanzetta, molto femminile, le pareti erano rosa pallido era ben arredata ed era senza dubbio la camera con più oggetti personali che avessi mai visto (non che fossi stata in molte camere).

Mi avvicinai alla culla che si trovava sotto alla finestra, dentro c'era una copertina mezza divorata dalle termiti e una foto la presi ma

<< che stai facendo?? >> disse Logan, che non avevo sentito arrivare, io sussultai e nel farlo mi tagliai con la carta della fotografia.

<< io, beh.. Ecco.. Ero curiosa... >>

<< non dovresti stare qui non è la tua camera >>

disse lui a denti stretti, ma poi notò che mi ero fatta male, rilasso i lineamenti e si avvicinò lentamente, mi prese il polso e ci appoggiò il lembo della maglia nera dove mi ero tagliata, nel farlo mi guardò il collo ed aggiunse con un sopracciglio alzato

<< ti sei già fidanzata? >>

<<Perché me lo chiedi? >>
chiesi io altrettanto stranita

<< Perché hai un succhiotto! >> disse lui.

Cominciai a toccarmi il collo, non me ne ero accorta, mille pensieri cominciarono a vorticarmi nella testa, perciò corsi giù ed andai in bagno gridando
<<Noaaaah?!>>

<< NON C'È È USCITO ASPETTA!? È STATO LUI!? >> gridò lui raggiungendomi in bagno intanto io mi stavo tirando su i capelli e scorsi altri marchi lasciati da lui, alcune lacrime si fecero strada sul mio viso

<< che cos'hai? >> mi chiese lui in modo pacato avvicinandosi appena.

Mi levai la maglietta, non mi importava se lui mi stava guardando qualcuno mi aveva fatto qualcosa di ben peggiore, come immaginavo ero piena di segni sul seno e sulla pancia
<< chi è stato? >> chiese lui fremendo dalla rabbia, io continuai a guardarmi, non gli risposi andai in camera mia e mi misi a piangere, mi sentivo violata era la sensazione più brutta che abbia mai provato, o forse no...

<< Emily apri ti prego! Possiamo parlarne in maniera civile? Per favore ascoltami non chiuderti nel tuo silenzio, parlami.. >>fece una pausa e poi

<< senti, mi dispiace sul serio, mi dispiace di averti urlato contro l'altra sera è che non sono abituato ad essere compatito ed aiutato. La mia famiglia non ci prova neanche, non avrei dovuto urlarti in faccia quelle cose anche perché non le pensavo, mi dispiace ma non sei l'unica che si chiude nella propria bolla. Non farlo con me, dimmi cosa provi, non alzare più il muro del silenzio >>.

Decisi di aprire la porta e lo trovai seduto vicino allo stipite di essa mi avvicinai a lui e gli tesi la mano lui mi guardò poi si fece aiutare ad alzarsi

<<parlami, chi ti ha fatto quei segni>> mi chiese lui aveva di nuovo i pugni stretti, io scossi la testa ma poi iniziai.

Questa nuova scoperta fu la goccia che fece traboccare il vaso

<< vedi oggi volevo trascorrere del tempo con me stessa perché mi mancava, non sono abituata a vivere in una casa con 4 persone con caratteri diversi è stressante, perciò decisi di farmi un giro e per le prime due ore filò tutto liscio ma ovviamente i miei momenti di pace durano sempre pochissimo infatti, in quel cavolo di bar incontrai te che non persi tempo ad umiliarmi davanti a quelle persone facendomi sentire come se dovessi dipendere da te , Vediamo se così lo capisci IO. NON. DIPENDO. DA. NESSUNO. >>
dissi queste parole con il coraggio che non avevo mai avuto ma soprattutto con affilatezza

<< SAI... il silenzio uccide ma le parole sanno essere più dolorose di un arma e tu in tutti questi giorni in cui mi hai rivolto la parola, le usavi come spade, il fatto è che il mio cuore è già ricoperto di tagli perché non affondarci la lama ancora di più no?! >>

notai che aveva gli occhi rossi perciò per un momento mi fermai ma lui mi incitò a continuare

<<non ti fermare raccontami il seguito>>

<< dopo che mi hai umiliata sono uscita dal bar e stavo letteralmente scappando da te, tra l'altro non ho ancora capito perché mi stavi chiamando, anche perché in genere prima di parlare si dovrebbe pensare a come possa risultare alle orecchie dell'altra persona una frase .Non so come finii in un vicolo era disgustoso e buio , ma continuavo a camminare perché temevo che se mi avessi raggiunta mi avresti urlato ancora in faccia, non sarei riuscita a sopportarlo . C'era un uomo molto più grande di me che mi si avvicinò. Troppo. Poi finii contro un muro e lui si avvicinava sempre di più finché qualcuno gli diede uno spintone che lo fece cadere a terra, poi mi prese in braccio e mi portò nella sua macchina >>

<< chi? >> mi chiese lui, ma io non lo ascoltai e proseguii
<< non ricordo cosa successe dopo perché svenni. Solo quando mi svegliai il ragazzo mi disse il suo nome... Rick>>








S. A.

Ciaooo questo capitolo è decisamente il più lungo, ma solo perché non mi andava di dividerlo in due capitoli

Spero vi sia piaciuto, in questo caso lasciate una ⭐ e un vostro parere, eeeee buona lettura
P. S. Grazie per tutti quelli che hanno scelto di leggere la mia storia 😘😘💜

Niki💣

Don't Forget MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora