~Capitolo 29~

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Logan's pov
<< allora... Mia sorella.. >> non finii la frase che qualcuno bussò alla porta, ero così perso a guardare quella piccola ma dolce ficcanaso davanti a me che sobbalzai dalla sorpresa, dissi "avanti"e mio padre fece capolino dalla porta, ci disse di andare giù a fare colazione.Quando mi scostai dal muro la feci sobbalzare, risi leggermente per poi superarla e scendere in cucina.

×pomeriggio×
Quel pomeriggio rimasi a casa da solo, o meglio con Noah ma è stato tutto il tempo a letto per via dei forti dolori. Mentre Emily e mia madre andarono a trovare mia zia.
Continuai a rimuginare su quello che stava per succedere quella mattina *stavi davvero per rivelare ad Emily di tua sorella?! * mi fece notare la mia coscienza (ovviamente).
Ero seduto sul davanzale della finestra e fumavo una sigaretta, quando il mio telefono prese a squillare, la spensi nel posacenere ed andai a rispondere.
Era Alex
*al telefono*
<< fra che c'é? >>
<< Logan, tutto apposto? >> mi chiese lui, capì subito dal tono della mia voce stanco, che c'era qualcosa. Lui ha sempre avuto un sesto  senso  per queste cose, per me  c'è sempre stato, lui sa tutto di mia sorella e mi conosce alla perfezione. Decisi di vuotare il sacco ma lo feci con i piedi di piombo.
<< si in effetti c'è qualcosa... >>
<< credimi vorrei sapere cosa ti passa per la testa, ma è importante!. Raggiungimi subito, ti mando la posizione. >> mi parve al quanto strano quel che mi disse, ma non appena mi mandò la posizione mi fiondai in macchina e detti gas.

Arrivai in circa 20 minuti in un bar nella periferia di questa noiosa cittadina. Vidi subito la moto del mio amico, parcheggiai ed entrai.
Il bar puzzava di alcool ma non lo sentii più di tanto infondo ci ero abituato, lo vidi vicino al bancone del barista che smanettava con il telefono stressato.
Spintonai un po di ubriaconi e lo raggiunsi. << Alex>> lo chiamai, lui alzò lo sguardo e mi venne in contro << ho saputo cosa è successo a tuo fratello >> la notizia mi spiazzo *io non lo avevo detto a nessuno*  pensai. Lo guardai corrucciato, lui fece un gesto distratto con la mano e mi disse di seguirlo.
Raggiungemmo un area del locale meno affollata, con divanetti neri ed un tavolo da biliardo su cui c'erano appoggiati dei ragazzi << ho sentito qualcuno che ne parlava>> il mio viso si contrasse come i miei muscoli, strinsi i pugni, cominciai ad incazzarmi, sentivo la rabbia ribollire ma sapevo che non appena mi avesse detto il suo nome sarebbe stato anche peggio.
Non ci fu bisogno di chiederglielo avevo già capito, ma non fu abbastanza veloce, che qualcuno lo precedette << ehi là Logan come sta il fratellino? >> mi girai verso la direzione della sua voce << come hai detto? >> fece un ghigno e aggiunse << era conciato piuttosto male, l'ultima volta che l'ho visto >> una schiera di ragazzi intorno a lui cominciò a sghignazzare, non ci vidi più dalla rabbia e mi avventai contro di lui.

Emily 's pov
Io e mamma tornammo a casa nel pomeriggio.
Subito mi fiondai in camera mia, presi i miei libri ed andai in salotto a studiare quel poco che avevo capito di matematica.
Mi misi in modalità studio serio : Chignon mezzo sfatto, tuta, patatine  al formaggio e un bicchiere stra colmo di succo.

Ma non fu abbastanza perché dopo quasi due ore di studio, mi arresi e presi a leggere New moon, spaparanzata sul divano.

*il giorno dopo*

La mattina seguente mi alzai di contro voglia, come tutte le mattine d'altronde.
Feci colazione in fretta e corsi subito a cambiarmi, misi un paio di jeans strappati chiari, una maglietta bianca a righe sottili nere, e il giubbetto di jeans chiaro. Presi lo zaino e mi precipitai al piano di sotto per poi dopo brevi saluti mi ritrovai a correre con la musica a palla nelle orecchie verso la fermata dell' autobus.
Fortunatamente arrivai in orario a scuola, varcato il cancello mi misi subito alla ricerca di Maddie.

*Sbam*
Maddie chiuse con forza l'anta dell'armadietto facendo sobbalzare parte degli studenti ancora mezzi addormentati in corridoio. Poi si rivolse a me
<< ora mi devi spiegare tutto! >>
Le raccontai solo una minima parte di quello che successe nel weekend, ma evidentemente la cosa la prese molto.
Mi trascinò nel bagno delle ragazze del secondo piano- a quell' ora vuoto - e  con lo sguardo mi incitò a cominciare, sospirai, con fare esausto, ma alla fine cedetti e le raccontai anche la mia domenica mattina.

Quella lunga chiacchierata mi fece perdere la prima ora.

Durante l'intervallo girai un po per i corridoi alla ricerca delle macchinette, avevo troppa fame e mi stava iniziando a venire il mal di testa -non è mai stato un buon segno-. Iniziai a scorgerne una all fine del corridoio e mi ci avvicinai quasi correndo, tantissimi studenti si frapponevano tra me e la mia meta ma riuscii a schivarli con agilità -stranamente- finché non mi scontrai con qualcuno - ovviamente-.
Mi scontrai contro la sua spalla, per poi sobbalzare all'indietro per la sorpresa.
Era un ragazzo un po più alto di me con il  ciuffo castano  raccolto in un codino all'indietro.
Continuai a osservarlo ancora senza capirne realmente il motivo - dovevo aver sbattuto la testa molto forte - e solo dopo che mi soffermai sul suo sguardo mi resi conto che mi stava fissando, sembrava divertito(?), diventai subito rossa e mi affrettai a chiedergli scusa abbassando poi lo sguardo.
Lui non si era ancora mosso ed io con la coda dell'occhio riuscii a vederlo sorridere, sorrisi anch'io timidamente e dopo avergli chiesto nuovamente scusa  proseguii la mia maratona verso la macchinetta, ancora con le guance rosee.
Ancora con il mal di testa leggermente alleviato.

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