~Capitolo 54 ~

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Quel giorno mi sentivo diversa, non ne sapevo l'esatto motivo ma sentivo il bisogno di andare da Jane volevo raccontarle quello successo in questi mesi e chissà portarle anche - per la prima volta dopo una anno- delle rose gialle.Ci pensai tutto il giorno, riordinando i pensieri in ordine cronologico per non dimenticare niente, io mi trovavo a scuola ma la mente era altrove. Tanto che mi dimenticai di andare a cercare Marcuss all'intervallo, che passai a girare a vuoto tra i corridoi, ma in fondo sapevo che non sarebbero bastati 15 minuti per togliermi quel nodo che da ieri sera non faceva altro che stringersi sempre di più. Per un momento mi passò per la mente un idea bizzarra... ma la scacciai quasi subito.. però forse.

Ero ancora immersa nel flusso dei miei pensieri quando la campanella suonò e tutti i miei compagni di corso si fiondarono smaniosi verso l'uscita, io li seguii ma un po' più lentamente. Marcuss era in fondo alla scalinata principale che mi aspettava mentre si fumava una sigaretta e continuava a spostarsi il  lungo ciuffo da davanti al viso <<hey Marcuss, hai qualcosa da fare adesso? >> fece uno sbuffo e poi mi rispose <<no nulla, perché? >> sorrisi spontanea << ti va di accompagnarmi in un posto? >> un altro sbuffo <<certo, che posto è? >> << te lo dico mentre andiamo >>lo guardai buttare la sigaretta a terra e schiacciarla con il piede poi sorrisi mesta e ci incaminammo verso la sua auto. 
Una mezz'ora dopo eravamo nei pressi del cimitero davanti al fioraio, << devi andare a trovare qualcuno, vero? >> mi chiese pacato <<si esatto, ma prima le vado a prendere delle rose gialle>> sorrisi ancora e scesi dalla macchina. Entrai nel negozietto e vi trovai il solito commesso <<salve signorina come posso aiutarla? >> << salve, vorrei delle rose gialle >> mi guardò un po' perplesso ,forse perché da quando ho incominciato a frequentare quel fioraio i due colori di rose che prendevo di più erano il blu ed il rosso,le prese e me le consegnò, pagai ed uscii. 

Io e Marcus ci incamminammo verso le porte del cimitero e nel mentre << prima hai detto "le" è una tua amica?>> <<si, ma per me è sempre stata una sorella, era più grande di me di un anno e mi trattava come una sorella minore. È stata la miglior sorella che si possa desiderare>> <<cosa le è successo?, se posso... >> presi un respiro profondo << si è suicidata, circa un anno fa >> << mi dispiace tanto Emily, ma ti capisco >>disse con tono afflitto <<come- come scusa? >> << avevo una sorella, era fantastica davvero... andavamo molto d'accordo , Avrei voluto aiutarla...Mi manca tantissimo >> <<Mi dispiace tanto Marcuss, lei come si chiamava? >> ci fermammo davanti al cancello del cimitero, lui si voltò verso di me e << si chiamava...>> non finì la frase che una Bentley bianca ci affiancò e da cui ne uscì, la causa dei miei problemi... Ma quel giorno mi sentivo bene non volevo che qualcuno mi rovinasse l'umore perciò feci di tutto pur di non pensarci. <<Emily, ciao... Che ci fai qui? >> disse raggiungendoci  con tono accusatorio <<non so dimmelo tu, sono davanti ad un cimitero con delle rose, ovviamente sto andando rimetterle nel cespuglio da cui le hanno portate... Ma che razza di domanda è ?! >> era più forte di me, Marcuss mi strinse il braccio <<vi conoscete? >> disse il biondo davanti a noi squadrandoci <<si andiamo nella stessa scuola>> disse Marcuss << e voi due vi conoscete? >> chiesi io, << si... Noi siamo fratelli >> disse Marcuss un po' frastornato. Ed in quel preciso momento mi cadde il mondo addosso. Mi girai verso Marcuss e con gli occhi lucidi mi strinsi contro di lui, lui era il fratello buono... 

<<Emily, che ti prende? >> disse Marcuss stringendomi a sé e accarezzandomi la testa,  << Marcuss... Ti ricordi gli aneddoti di Jane riguardo all'orfanotrofio ? Di quella bambina di cui ci raccontava spesso?... È lei >> mi staccai leggermente dal petto del mio amico per scrutare la sua reazione.
Dapprima rimase impassibile a guardare il fratello con occhi e bocca spalancati poi abbassò lo sguardo verso di me e << è vero... Sei tu... >> disse accarezzandomi i capelli, mi sorrise ed io mi strinsi di nuovo al suo petto. Qualche minuto dopo qualcuno si schiarì la voce, alzai gli occhi al cielo << se devi andare da lei vacci ora che non voglio fare un altra scenata proprio in mezzo ad altri defunti >> dissi con la faccia ancora premuta contro la giacca di Marcuss, <<aspetta, quali scenate? >> mi ritrassi da lui e guardai con un cipiglio di sfida suo fratello, <<Emily no! >>
<< wow  davvero lui non sa nulla? Cioè niente di niente? >> dissi falsamente  perplessa lui scosse la tasta con veemenza <<no nulla e ti prego non dire una parola >> <<Lo sapete che sono qui, vero?>> << e sentiamo perché dovrei ascoltarti e non dire nulla? Voglio dire mi sembra che tu abbia già campato abbastanza senza dei sensi di colpa >>  <<Senza sensi di colpa dici?! Come ti permetti?! - gettò a terra le rose e li capii che avevo un tantino esagerato - È da un anno che mi colpevolizzo di tutto.Ogni fottuto mese da un anno vengo qua da lei a chiederle perdono, sperando che prima o poi mi sentirò meglio>> lo guardai malissimo da capo a piedi ,raccolsi le rose bianche ai miei piedi e gliele ridetti << Non posso crederci, ma lascia solo che ti dica  che l'unico motivo per cui ha resistito tanto è stato unicamente  per lui >>dissi indicando il ragazzo alle mie spalle, per poi girarmi  << non sai quante cose carine mi diceva su di te! Eri il miglior fratello che le potesse capitare >> .

Circa due ore dopo io e Marcuss eravamo seduti su un tavolo a due di legno vicino ad un ampia vetrata da cui si poteva osservare il lungo mare e poco più avanti esso stesso. Stavamo bevendo un cappuccino , o meglio io lo stavo bevendo mentre lui continuava ad osservare un punto non definito oltre la vetrata mentre la bevanda si raffreddava. << Ne vuoi parlare?>> dissi schiarendomi la gola ,lui si girò verso di me con aria stanca e mi guardò confuso << come hai detto? scusa non ti stavo ascoltando >> << lo immaginavo -presi un profondo respiro - .Ti va se ci facciamo un giro ? e intanto ne parliamo ,se vuoi>> mi guardò ed annuì, ci alzammo all'unisono ,presi il mio zaino  e ci avvicinammo alla cassa.Pagai il conto salutai Andy ed uscimmo dalla calda atmosfera del bar . L'aria gelida mi fece arricciare il naso e stringermi nel cappotto, cominciammo a camminare in direzione della British Airways i360 mentre i nostri respiri emanavano nuvolette che si disperdevano nell'aria. Io e Marcuss parlammo molto , lui mi raccontò degli aneddoti di Jane di cui lei non mi aveva mai parlato e io a lui, riuscimmo anche a farci una risata ma anch'essa si dissolse intorno a noi dopo poco. Arrivata davanti a casa ,gli proposi di entrare e cenare con la famiglia Smith al completo,ma lui declinò l'invito con una banale scusa decisi però di non insistere  ed entrai in casa.



                                                                                                                                                                         Niki💣


Don't Forget MeWhere stories live. Discover now