Cap. 64 - Spagna (pt.1)

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Quella mattina ci svegliammo con calma, uscimmo dalle nostre stanze con le valigie di nuovo piene, per andare a fare colazione.

Chiusi gli occhi: soffrivo la macchina, e mettersi in viaggio subito dopo aver mangiato non era mai un'ottima idea per il mio stomaco.

Amavo le caffetterie all'estero: il caffè faceva schifo, ma ti chiedevano sempre se volevi portare via il tuo ordine, dandoti un bicchiere di cartone come nei film americani

Ero in coda alla cassa, quando Giacomo mi si avvicinò, prendendo posto alle mie spalle

"Possiamo parlare?" mi chiese piano

Ogni muscolo, ogni nervo, ogni cellula del mio corpo si tese: da quella sera, non avevo più sentito la sua voce.

E mi era andato bene così.

"Non abbiamo niente di cui parlare" risposi secca, tirando fuori il portafogli

"E dai cri.. devo scusarmi" disse lui, con voce mortificata

Iniziai a contare le monete: volevo far si che la coda durasse il meno possibile. Avevo i soldi giusti. Dovevo solo sperare che le tre persone davanti a me avessero tanta fretta quanto me di uscire da quel locale

"Bene. Scusati" dissi, continuando a contare le monete sul palmo della mia mano

"Cri ascoltami.. si ok ho fatto il coglione, ma insomma ero ubriaco, cerca di capirmi.." provò lui

Sembrava davvero dispiaciuto.. ma ero solo infuriata

"Capirti? Che cazzo dovrei capire" mi voltai di scatto

"Hai esagerato, si lo hai fatto. Non hai saputo darti un limite. E si, eri ubriaco fradicio. E quindi? Dovrei dire "ha bevuto allora è scusato per ogni cosa che ha detto, per ogni cosa che ha fatto?" ma sei scemo?" gli urlai in faccia

"Cri calmati.." si guardò intorno lui. Avevo alzato la voce

"No Giacomo. Non mi calmo un cazzo" continuai, più infuriata di prima "devi capire che non puoi essere giustificato per ogni cosa. Tanto meno se offendi o fai del male a una persona. Se eri ubriaco è un problema tuo non mio, e tanto meno una giustificazione"

"E dai.. alla fine non è successo niente" continuò lui "Alla fine non ti ho fatto niente. Stai esagerando"

"Non avresti fatto niente?" alzai un sopracciglio, guardandolo con uno sguardo accusatorio

"Beh allora ti conviene rinfrescarti la memoria" mi sollevai la manica, dove un livido violaceo segnava il punto dove mi aveva afferrata, lasciando come un'impronta sulla mia pelle

"E se per te QUESTO" sottolineai l'ultima parola, mostrandogli il braccio "se questo non è niente.. allora sai dove puoi ficcarti le tue scuse"

Mi voltai, schiacciando le monete che avevo in mano sul bancone della caffetteria, per poi afferrare il mio ordine e uscire a passo spedito verso l'auto, dove entrai a bere il mio cappuccino al cioccolato.

Avevamo passato la notte poco distanti dall'aeroporto, quindi guidammo per appena una ventina di minuti, ma abbastanza per farmi desiderare di scendere di corsa dalla vettura, non appena Bise rallentò.

Percheggiò poco distante dalla Plaza de España, una delle piazze più grandi di Siviglia.

Percheggiò poco distante dalla Plaza de España, una delle piazze più grandi di Siviglia

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