Cap. 24 - Partenza

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Guardai fuori dal finestrino: l'alba stava rischiarendo la pista, colorando il cielo sui toni del rosa.

Il lunedì era arrivato, le valige erano pronte e imbarcate, negli zainetti erano stati riposti computer e macchine fotografiche, eravamo stati imbarcati in quell'aereo senza sapere la destinazione, ci avevano solo comunicato che il viaggio sarebbe dovuto durare un paio d'ore.

All'arrivo in aeroporto un gruppo di cameraman aveva già cominciato a filmarci, inutile dire che la cosa mi metteva assolutamente a disagio.

Avevo parlato poco, non sapevo se per le telecamere o per il fatto che non fossi esattamente una persona mattiniera, e il volo partiva decisamente troppo presto.

Magari aggiungiamo anche che mi trovavo sul primo di una lunga serie di aerei, e la cosa non mi entusiasmava.

Mi misi le cuffiette. Probabilmente avrei usato la stessa tecnica che durante il viaggio di maturità si era rivelata molto efficace: tentare di rilassarmi il più possibile per addormentarmi prima della partenza o comunque svegliarmi solo dopo essere atterrati.

Lorenzo's Point of View

Si vedeva lontano un miglio che era a disagio.

Scesi dal taxi, io ero stato fermato da qualche fan, che ci aveva separati.

Sull'aereo lei era nella fila di sinistra, io in quella di destra. Quando mi voltai la vidi, le cuffiette nelle orecchie, appollaiata sul sedile che guardava fuori.

Si metteva spesso in quella posizione, mentre studiava, quando guardava la tv,.. lo aveva fatto spesso nell'ultima settimana.

Aveva a fianco Michelle, che probabilmente non sapeva della sua paura di volare.

Michelle si alzò per andare in bagno prima del decollo, e per quei pochi minuti forse avrei potuto rassicurarla un po'.

Mi avvicinai e presi il posto che era rimasto vuoto.

"Come và?" le chiesi.

Si voltò verso di me togliendosi una cuffietta e appoggiando la guancia sulle ginocchia.

"Voglio solo dormire" mi rispose con un sorriso stanco

Non sapevo se fosse realmente stanca o se fosse per evitare di pensare al volo. Le sorrisi, senza sapere cosa risponderle.

"Vuoi fare cambio di posto?" Michelle era tornata e si era fermata alle mie spalle.

Guardai la cri: probabilmente ero l'unico su quell'aereo che sapeva della sua paura di volare, e di sicuro l'unico che la aveva già aiutata una volta. La guardai come per farle capire che dipendeva da lei.

"Vai pure, non ho bisogno di una badante" mi disse con il solito sorriso stanco.

Eppure dalla mia bocca uscì un "Se non ti dispiace rimango" rivolto verso Michelle, che mi sorrise annuendo, comprensiva, e andò a prendere il mio posto dall'altra parte dell'aereo.

"Che cosa ascolti?" chiesi alla mia vicina di posto.

Lei in risposta mi porse una cuffietta.

https://www.youtube.com/watch?v=cgqOSCgc8xc

Non la conoscevo. Era una canzone lenta, malinconica. Forse aveva solo bisogno di rilassarsi.

Quando chiusero i portelloni s'irrigidì sul sedile: avevo ragione, volare la metteva ancora in difficoltà.

Mentre il pilota posizionava l'aereo sulla pista per il decollo s'aggrappò sul bracciolo.

Io le presi la mano. Lei per qualche secondo si voltò verso di me, e poi la strinse.

Quando finalmente prendemmo quota cercò di lasciarmi la mano, e fece un respiro profondo: sorrisi pensando a quando solo una settimana prima parlava interrottamente dall'ansia di volare.

Mentre ero immerso nei miei pensieri, appoggiò la testa sulla mia spalla, e s'addormentò.

Avevamo già dormito insieme, ma in tutta la settimana raramente avevamo avuto contatti fisici.

Eravamo entrambi due persone abbastanza riservate.

Tuttavia, mi venne spontaneo non muovermi, lasciarla in quel sonno tranquillo in cui si era calata per sfuggire alla paura di volare.

Qualche fila a destra davanti a noi, notai un uomo che ci stava filmando. Fantastico. Ci avevano detto che saremmo stati ripresi costantemente, ma non pensavo così tanto.

Qualche fila dietro, Bise ci stava guardando sorridendo e scuotendo la testa. Sorrisi di rimando.

Forse aveva ragione lui, Pensai tornando a guardarla. Era una persona semplice, innocente.

Cercava di non mostrare le sue debolezze, ma aveva un costante bisogno di qualcuno, di un contatto.

Non ero il tipo da prendere per mano una ragazza conosciuta da pochi giorni per tranquillizzarla, abbracciarla quando stava per piangere, ospitarla in casa mia. Ma con lei mi veniva naturale, spontaneo.

Rimanemmo così, con lei appoggiata sulla mia spalla, condividendo una cuffietta, con io che osservavo le sue spalle alzarsi e abbassarsi lentamente, al ritmo del suo respiro.

Se avessi potuto l'avrei riposta al sicuro in una bolla, dove niente avrebbe potuto farle del male. Anche se in quei pochi giorni aveva dato prova di essere una persona forte, capace di saltare su un aereo, nascondendo di esserne terrorizzata, per catapultarsi in giro per il mondo; aveva affrontato la morte e le cose negative della professione che si era scelta, oltre al suo passato, che ogni tanto accennava ma di cui non voleva mai parlare.

L'unica cosa che potevo fare, era lasciarla in quello stato di quiete per un paio d'ore. Se lo meritava.


--- NOTA DELL'AUTRICE ---

Ciao a tutti.

Intanto grazie a tutti delle letture e dei messaggi che mi mandate, sono davvero felice che la storia vi piaccia!

Mi dispiace dirvi che a causa del computer rotto per un po' non riuscirò più a pubblicare.

Mi ero già preparata bozze e itinerario del viaggio, ma finchè non mi torna dalla riparazione non posso accedere a quei documenti.

Mi spiace davvero un sacco. Tornerò presto promesso!

Europe TripWhere stories live. Discover now