Cap. 2 - Volo

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Inizialmente sembrò essere un decollo tranquillo, l'aereo si girò lentamente e si posizionò sulla pista... fu quando accelerò il problema.

Mi aggrappai ai braccioli del sedile con la schiena tesa e chiusi gli occhi tentando di respirare. Non sarebbe dovuto durare molto. Dovevamo solo alzarci in aria. Non c'erano motivi per preoccuparsi. Frasi che continuavo a ripetermi nella mia testa mentre l'aereo prendeva velocità ed ero sempre più convinta che ci saremmo schiantati.

Finchè la punta non si alzò, e finalmente decollammo.

Mi resi conto che stavo trattenendo il respiro, e finalmente espirai rilassando le spalle.

"Agitata?" mi chiese il ragazzo a fianco a me.

Mi voltai verso di lui, e solo allora mi resi conto che oltre al bracciolo stavo stritolando da dieci minuti anche la sua mano.

Gliela lasciai subito e arrossii imbarazzata.

Lui di rimando mi sorrise educato "Tranquilla può succedere a tutti di agitarsi le prime volte"

Io sorrisi imbarazzata "Si beh.. immagino non sia la tua prima volta" Stupida, certo che non era la sua prima volta.

Lui rise "Eh no, mi capita spesso di dover prendere un aereo"

Mi girai verso il finestrino e guardai fuori: era una bella giornata, e per quando mi mettesse a disagio l'altezza dovevo ammettere che lo spettacolo era fantastico.

"Quindi.. come mai diretta a Milano?"

Mi voltai verso di lui: pensavo che si fosse già stancato di avere una ragazza impaurita e logorroica a fianco, e invece cercava ancora di parlarmi. Beh, meglio per me.

"Ho vinto un concorso e mi hanno comunicato ieri sera che dovevo partire al più presto, in effetti è stata una partenza un po' affrettata" sorrisi sistemandomi i capelli dietro all'orecchio per evitare il suo sguardo.

"Beh fortunata" mi sorrise

"Tu invece? Ci vai o ci torni?" Cosa avevo detto? Riuscivo a fare una frase semplice?

"Io ci vivo" Ecco aveva tradotto la mia domanda. Grazie al cielo.

Perché con questo ragazzo dovevo rendermi ridicola in quel modo?

"Beh beato te" risposi "Io avrei voluto trasferirmici, ma è un ambiente complicato, e non penso sarei stata all'altezza" continuai riflettendo ad alta voce.

Lui mi guardava senza dire niente, come se stesse aspettando che continuassi.

"Però alla fine ho deciso di continuare a studiare nella mia città, sono veneta, vengo da Treviso. Che in confronto a Milano.. beh.. è decisamente tranquilla" risi abbassando gli occhi.

"Beh comunque non è facile lasciare la propria città per trasferirsi così distante. Fidati, lo so" mi rispose sorridendo "Che cosa studi?" mi chiese

"Infermieristica, in realtà per fare questo viaggio sto saltando la sessione d'esami.. ops" scherzai

Lui sembrò sorpreso, forse non se lo aspettava che andassi all'università

"Si lo so, sembro una sedicenne e invece ho 19 anni. Molti se ne stupiscono. E pensa che ho gli occhiali, quando non li ho sono anche peggio" continuai scherzando.

"Si beh, io sembro un quindicenne e invece ne ho 22, quindi ti posso capire" scherzò anche lui.

Ma ehi.. io lo sapevo già


Europe TripWhere stories live. Discover now