Cap. 12 - Milano

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"Allora? Tutto a posto?" Mi chiese Francesco quando tornammo verso il gruppo

"Sisi, ci ha solo assegnato delle ore di tirocinio in ospedale per non rimanere troppo indietro negli studi"

"Che volete fare?" chiese Matt

"Beh qualcuno qua non ha mai visto Milano" rispose Francesco mettendomi come al solito il braccio intorno alle spalle.

"Beh dobbiamo rimediare" sorrise Giacomo

"Io ci sto" rispose Bise

"Io pure" si aggiunse Lorenzo

Naomi, Kim e Michelle preferirono andare in albergo.

"Beh non posso lasciarti da sola in mezzo ai ragazzi" scherzò Meredith.

Così ci dirigemmo tutti insieme verso il centro.

Appena entrammo nella galleria Vittorio Emanuele spalancai gli occhi: era splendida.

Estrassi la reflex e scattai una fotografia

Mancava meno di un'ora al tramonto, quindi le luci dei vari negozi cominciavano ad accendersi creando sul pavimento lucido e sulle vetrate degli effetti di luce bellissimi

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Mancava meno di un'ora al tramonto, quindi le luci dei vari negozi cominciavano ad accendersi creando sul pavimento lucido e sulle vetrate degli effetti di luce bellissimi.

E non riuscivo a staccare gli occhi dalle vetrate.

"Ma tu smetti mai di sorridere?" scherzò Francesco. Era vero, stavo guardando in giro con un sorriso da ebete sulla faccia.

"Perché dovrei? Vedo cose belle" gli risposi abbassando lo sguardo verso di lui.

"E certo ci sono io" scherzò Bise e risi insieme agli altri.

Percorremmo l'intera galleria e uscimmo in direzione del duomo.

Adoravo Milano. Era tutto così enorme, ma non enorme e pacchiano, alcune città lo erano, erano.. troppo. Milano invece voltavi l'angolo e trovavi qualcosa di stupendo.

Erano ormai le 16.30, le punte del duomo si stavano già tingendo del rosso del tramonto.

Scattai qualche foto, e le riguardai sorridendo: ero davvero soddisfatta dell'effetto.

"Si vede che non sei mai venuta a Milano" commentò Bise.

Gli altri forse non lo sentirono, stavano parlando di altro. Ma io mi girai guardandolo con aria interrogativa.

"Insomma, per chi ci vive queste sono cose da tutti i giorni. Ci passiamo davanti spesso. Invece tu ti fermi a guardare ogni cosa, anche le più banali"

"Ehi, sono una fotografa. E' nel mio Dna cercare le cose belle in quelle più banali" gli risposi.

Lui mi sorrise di rimando. Aveva cambiato espressione, quella che teneva mentre scherzava, aveva lasciato posto a un sorriso più dolce, sincero.

"Mi dispiace solo per tutti questi piccioni.. immagino ti rovinino la foto" disse guardando la piazza.

Mi voltai e notai lo stormo di piccioni proprio davanti a noi.

Sulla faccia mi si stampò un sorriso e mi misi a correre in quella direzione, aprendo le braccia mentre facevo una piroetta in mezzo ai piccioni che iniziavano a volare via.

Non li sentii, ma Giacomo commentò "è proprio una bambina"

"Non è vero" gli rispose Bise, senza staccarmi gli occhi di dosso "è semplicemente felice, e non le importa se la gente la guarda"

"Si ma.. stanno guardando noi" commentò Lorenzo.

In poco tempo infatti un gruppo di ragazzine si fiondò su di loro, chiedendo autografi e fotografie.

"Em.. ops" risi stringendo le spalle, andando incontro a Meredith, che stava ridendo.

"Ma ci pensi che tra qualche settimana potrebbero fare così anche con noi?" mi disse divertita.

"Oddio, io e te dopo questo viaggio torneremo a fare il nostro lavoro normale, loro continueranno ad essere delle "star del web"" dissi mimando delle virgolette con le dita.

Ridemmo insieme.

"Guardi Grey's Anatomy?" mi chiese.

"Stai per fare un riferimento al fatto che ci chiamiamo Meredith e Cristina?" chiesi.

"Non fa strano? Io bionda tu mora, entrambe faremo tirocinio in ospedale, alla prima occasione siamo rimaste solo tu ed io,.." pensò lei ad alta voce.

"Magari mi dici che anche tu hai una vita complicata" le dissi

"Oh non me ne parlare" rispose alzando gli occhi al cielo.

"Beh in questo caso.. sarò felice di essere la tua persona"

"Andata" disse. E ci stringemmo la mano.


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