Cap. 21 - Prime confessioni

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Quando risalimmo in auto per andare a cena mi portarono al McDonald's e unimmo due tavoli per starci tutti.

"Lore ma perché proprio al Mc?" gli chiese Michelle addentando una patatina. Io lo guardai: probabilmente anche questo lo aveva organizzato lui.

"Ma io che ne so, sta mattina era in videochiamata con la sua migliore amica e mentre stavo passando mi ha detto di portarla al Mc che la tirava su di morale" rise lui guardandomi.

"E allora spetta a te svelare il mistero" mi si rivolse Francesco, che si era seduto di fronte a me.

Io risi: le cene romantiche con Giorgia al Mc mi mancavano un sacco da quando era partita per Trieste.

"Praticamente, le nostre cene romantiche al Mc risalgono ancora al periodo quando non lavoravo ed eravamo entrambe con poche finanze. Così avevamo istituito queste cene al McDonald dove mangiavamo tanto spendendo poco e rimanevamo sedute anche ore a parlare. E da lì ogni volta che succedeva qualcosa di serio ci davamo appuntamento per i nostri confessionali.

Tutte le cose e gli avvenimenti importanti sono passati attraverso un McDonald's, dalle chiacchierate sui vari fidanzati, agli scleri per le verifiche, ai risultati per gli esami di ammissione. Da malattie varie ai problemi in famiglia. A volte ci trovavamo anche semplicemente per studiare un'oretta, a volte lei doveva andare dal moroso e al posto di tornare a casa, mangiare e tornare fuori stavamo quell'ora e mezza al mc della stazione e poi prendevamo i rispettivi autobus"

"Beh e ora visto che siamo qui tecnicamente anche questo momento è importante" commentò Kim

"Beh certo che lo è. Ditemi che vincere un concorso che ti porta a viaggiare per l'Europa non lo è" le risposi io

"A noi" disse Giacomo alzando la coca-cola, e ridendo brindammo alzando i bicchieri di carta.

Dopo qualche ora rientrammo, e mi distesi sul letto stanca morta, ancora con il giubbotto addosso.

"E io che speravo fosse una giornata tranquilla" risi.

Lorenzo comparve dal bagno dove si era già cambiato. Io recuperai i miei pantaloni della tuta e la mia t-shirt e feci per dargli il cambio, quando mi fermò "posso farti una domanda?"

"Certo" gli risposi stupita

"Ma dormi sempre in tuta o solo perché ci sono io?"

Risi: era una domanda così sciocca.. così innocente..

"No ci dormo sempre. Non lo so, mi viene più naturale. Forse perché se mi rendo conto che devo andare a fare la spesa posso uscire senza i problemi di pensare che devo togliermi il pigiama"

Lui annuì: forse era più stanco di me.

"Grazie per sta sera comunque.. davvero" gli dissi sorridendo timidamente. Non sapevo cosa dire.

"Ehi.. ti ho solo portato su una torre.. niente di che" banalizzò lui "che poi se sei giù cosa mangio?" provò anche a scherzare. Io sorrisi. "Ora come stai?" mi chiese.

"Ecco.." sospirai, uno di quei sospiri profondi, come se potessi liberarmi di tutta la tensione della giornata "è.. dura. Ho sempre pensato di voler salvare vite. La Gio.. lei mi è stata vicino in un momento in cui pensavo che la mia non avesse senso, e tutte le persone che mi stavano vicino non perdevano occasione per ricordarmelo. Ho sempre sperato di poter fare la differenza, che nessuna persona con cui venissi in contatto potesse sentirsi così.. volevo fare del bene. Eppure oggi ho avuto la prova che non ho potere, che non posso vincere sulla morte.. ed è tosta.." guardai in alto: non volevo piangere davanti a lui.

"Scusa vado a farmi la doccia" tagliai corto, e mi chiusi in bagno.

Dopo una decina di minuti mi guardai allo specchio: ottimo, avevo gli occhi rossi.

Mi asciugai i capelli velocemente e uscii dal bagno sperando che non lo notasse, ma per mia sfortuna era rimasto appoggiato al muro, a bere forse un the.

"Cri?" mi chiamò

Cavolo. Mi aveva vista.

"Scusa sono stanca.." provai a scappare in camera, ma mi prese per un braccio e mi tirò a se.

Era la prima volta che avevamo un contatto fisico. Era la prima volta che in tutta la serata, pur sapendo che stavo giù, qualcuno si decideva ad abbracciarmi.

"Dio Lore.. non voglio scoppiare a piangere" dissi cercando di liberarmi dal suo abbraccio.

"Shh.. hai bisogno di un abbraccio" mi disse piano.

E.. non potei che ricambiare.

Rimanemmo qualche minuto così, senza dire niente.

Non mi veniva più da piangere, quell'abbraccio diceva già tante cose. Un "io ci sono", "io sono qui, sono qui per te", così come "non puoi cadere, ti sto sorreggendo io".

Quando si staccò lo guardai, e mi sorrise.

"Se vuoi posso continuare a dormire sul divano" provai a scherzare.

Lui di risposta mi diede una pacca sulla spalla. "Hai rovinato il momento serio"

"Eh succede" risi, sta volta davvero spontanea.

"Meglio?" mi chiese

Io annuii. "La prossima volta comincia così". lo presi in giro "Sono una che ha bisogno di abbracci"

"Ricevuto" rise.

"Comunque stavo pensando.. se tu dormi solo sul lato destro, e io solo sul lato sinistro.. visto che il letto è grande potremmo dormire in due" pensò ad alta voce.

"Em.. sai che la cosa si sta facendo alquanto imbarazzante?" risi timidamente

"Si lo so, non rendere le cose più difficili di quanto non siano già" si sistemò i capelli imbarazzato.

Si, era una cosa da coppiette. Ed entrambi eravamo più imbarazzati dalla situazione di quanto volessimo esprimere.

Ma avevo apprezzato che si era sforzato così tanto vedendomi in un momento no. Lo avevo apprezzato davvero tanto, e lui lo sapeva. Lui semplicemente sapeva.

Alla fine passammo la notte nelle due estremità del letto, e per quanto fosse strano pensare che dormivamo nello stesso letto, non avevamo nessun tipo di contatto.. il che rendeva la cosa un po' meno imbarazzante.

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