Cap. 63 - Chat

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Cristina's Point of View

Giorgia: ho visto la puntata di oggi

Sospirai: era passata circa una settimana dallo sfogo dopo il Bungee jumping.

Sembrava passata una vita.

Eppure, solo in quel momento i telespettatori che stavano seguendo la serie avevano visto la puntata in cui parlavo del bullismo.

Aprii il cellulare: avevo la chat intasata di messaggi, continuavo a ricevere il trillo delle notifiche.

Lo spensi. Non ero dell'umore di rispondere, ne alle persone che mi stavano vicino, ne ai vecchi compagni di classe che avevano cominciato a insultarmi dicendo che avevo raccontato cazzate.

Aprii Skype.

C'era solo un utente online, l'unico che avrei voluto sentire

"Ciao cleo"

"Ciao gio" sorrisi

"Allora.. che succede?"

Le raccontai tutto: forse non avrei dovuto, per la riservatezza con la produzione.

Ma in quel momento, avevo bisogno di parlare con qualcuno.

Era la prima sera in Spagna, dal giorno dopo avremmo cominciato i giri e le altre attività proposte dalla produzione.

Quindi, avevo solo quei momenti per sfogarmi con la mia migliore amica.

Le parlai dello sfogo, del lancio, del fatto che non ero esattamente a mio agio a parlare di certe cose davanti alle telecamere

"Guarda il lato positivo" mi disse "la tua è una testimonianza, reale.

Non sono le solite parole che ti rifilano a scuola.

Magari avrai aiutato un ragazzino che si trova nella stessa tua situazione.

Magari hai trasmesso un messaggio a chi ne ha più bisogno" mi disse.

Sorrisi: riusciva sempre a dire la cosa giusta

Ricordavo quando, durante il liceo, uscivamo, e rimanevamo ore a parlare

----- *

Quando le rivolgevo la parola, rispondeva prontamente con un istantaneo sorriso perfetto.

Sapeva capirmi esattamente fin dove volevo essere capita, credeva in me come a me sarebbe piaciuto credere in me stessa e mi assicurava di aver ricevuto da lei esattamente l'impressione che speravo di dare.

Era fatta così.

Sembrava capace di comprendere ogni aspetto di ogni mia affermazione, di ogni mio gesto, di ogni mio comportamento, e con un'educazione e prontezza inesprimibile mi rispondeva in maniera precisa, sicura di aver scelto le parole migliori

---

"E Lore come ha reagito?"

La sua voce mi destò dai miei pensieri

Sospirai

"Con lui le cose non vanno" dissi, semplicemente

"Spiega" mi rispose, addentando un biscotto

Le raccontai della serata, di Giacomo, di come Lorenzo se ne fosse andato e ora non mi parlasse più

"Capisco.." disse infine

"Tutto qui? Niente consigli, niente commenti, niente di niente?" le dissi gesticolando

"Eh ciò cosa devo dirti" mi rispose chiudendo il sacchetto dei biscotti

"Giacomo è un coglione. Posso dire coglione? Non so se è considerato linguaggio scurrile dalla produzione.

Comunque.

Potresti denunciarlo.

Tecnicamente è tentato stupro.

E so già che dirai "si ma era ubriaco" ubriaco sto cazzo.

Non è una giustificazione.

Come non lo è il fatto che hai risposto alle battutine.

Troppe donne stuprate si sono sentite ripetere "si ma te la sei cercata" per il loro comportamento

Quindi no. Smettila di commiserarti. Non hai fatto niente. Non è colpa tua.

Vuoi perdonarlo? Perdonalo. Non posso dirti di non farlo.

Hai continuato parlare per anni con le persone che ti insultavano. Eri vittima di bullismo, e hai deciso di fare la superiore e ignorarli, facendo finta di niente, passandoci sopra.

E non è da tutti.

Vuoi farlo anche con lui? Va bene.

Io al posto tuo se mi si avvicinasse gli tirerei un ceffone, ma tu sei troppo buona e non lo faresti mai, quindi almeno fallo sentire in colpa.

E Lorenzo.. beh.. per quanto mi piaccia quel ragazzo, e per quanto ho pensato "finalmente non si è fissata con un ragazzo sbagliato" tu non hai fatto niente di male, quindi se vuole parlarti bene, se no pace" concluse, riaprendo il sacchetto di biscotti

"Odio quando hai ragione" scossi la testa, sorridendo

"Io ho sempre ragione" rise.

"E' che.. vorrei andare da Lorenzo e parlarci. Insomma.. quello che sta facendo non ha senso. Perché non dovrebbe parlarmi?

E se anche mi parlasse.. cosa dovrei dirgli?" mi grattai la testa, confusa

"Tu ci pensi troppo mia cara. Se capiterà capiterà." alzò le spalle lei

"Sei ancora convinta di voler diventare una psichiatra?" risi.

Ah già.. ve l'ho detto che l'unico motivo per cui Giorgia studia medicina è perché vuole specializzarsi in psichiatria?

"Ehi! Guarda che sto già facendo pratica! Tu sei tutta matta, e ti sto dando ottimi consigli" mi prese in giro lei

Io risi "Non sono matta! Solo che capitano tutte a me!" alzai gli occhi al cielo

"Si ti giuro, ero stanca di aspettare le puntate. Preferisco chiamarti. La tua vita mi intrattiene più di una telenovela"

Continuammo a parlare, dei miei studi, dei suoi esami, del ragazzo che ci stava provando con lei all'interno del convitto in cui alloggiava.

Parlammo del più e del meno.

Fu come tornare indietro, alla mia vita semplice di prima, quando c'eravamo solo noi due, e i problemi normali come prepararsi la cena e andare all'università.

Poi spensi lo schermo, e tornai alla realtà, quella fatta di aerei, viaggi in giro per l'Europa, ore e ore in movimento, pasti improvvisati e alberghi che cambiavano ogni notte.

Sospirai: forse, leggermente, in mezzo a tutta quella frenesia, mi cominciava a mancare la normalità di casa.


--- NOTA DELL'AUTICE ---

Ci tengo a precisare, che la parte tra le righe, quella che comincia con l'asterisco --> *

è una rivisitazione di una parte di una lettera che mi ha scritto un mio caro amico

L'ha scritta parlando di me, però le sue parole erano talmente belle che non potevo non inserirle in questa storia


Capitolo cortino, volevo inserirlo come "pausa" tra i vari Paesi.

Da domani ricominciano i giri folli!

Europe TripWhere stories live. Discover now