Cap. 29 - Risveglio

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Ho scritto questo capitolo ascoltando questa canzone: ascoltatela, è stupenda

https://www.youtube.com/watch?v=6-fz_NM8flU


(Pieces - Red)

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"Ehi.." sentii sussurrare all'orecchio.

Affondai la faccia nel cuscino: stavo così bene così, non mi andava proprio di svegliarmi.

Sentii delle braccia avvolgersi, accarezzandomi la pancia.

Qualcuno alle mie spalle mi stava lasciando una scia di baci umidi sulla pelle, partendo dal collo e via via più in basso, sulla spalla e sul braccio.

Come dicevo: stavo così bene così, non volevo che andasse via.

"Forse è meglio che vada.." mi disse, coprendomi con la coperta e lasciandomi un bacio sulla tempia.

Nella mia testa si susseguivano una serie di immagini: io con il mal di testa, io che salivo in camera lasciando gli altri nell'atrio, io che uscivo dalla doccia..

E poi si faceva tutto confuso.

Ma non ero preoccupata. Mi sentivo come se.. come se non potesse succedere niente di diverso. Come se fosse destino, che succedesse qualcosa tra noi.

Ero una ragazza timida, una di quelle che si vergognava del suo fisico, una di quelle ragazze che quando veniva trascinata dalle amiche a qualche festa e qualcuno ci provava usava una scusa per scappare in bagno.

Avevo avuto un paio di fidanzati, certo, ma anche con loro spesso ero a disagio.

Ma in quel momento.. non lo ero.

Mi decisi ad aprire gli occhi: fuori era ancora buio, la pioggia bagnava la vetrata a fianco al letto, lasciando che le gocce creassero un disegno labirintico sulla finestra.

"Aspetta.." sussurrai portandomi a sedere.

Lui si fermò, con indosso solo i jeans.

Solo allora mi resi conto che dopo la doccia non mi ero rivestita, avevo ancora addosso solo mutande e reggiseno.

Ma, come dicevo, non mi importava.

Era come se per la prima volta nella mia vita non mi sentissi a disagio, non fossi in imbarazzo, come se non mi importasse il suo sguardo su di me.

Era come se fosse del tutto normale, come se potesse succedere ancora e ancora, ogni giorno della mia vita.

E il pensiero non mi dispiaceva..

"Non voglio che te ne vada.." continuai a bassa voce.

Lui mi sorrise. Quel sorriso splendido che più volte gli avevo visto in faccia, e che ora era rivolto solo a me.

Con il tempo avevo imparato a riconoscere le sue espressioni, quando fingeva, i sorrisi stanchi, quelli di cortesia, quelli quando era a disagio e quando invece era realmente divertito.


Già.. in quel poco tempo che avevamo passato insieme.. anche se mi sembrava di conoscerlo da una vita. Avete presente la sensazione?

E vi posso giurare, che non c'è niente di meglio di essere la ragione del sorriso di qualcuno, soprattutto se è la persona che amate.

Amore.. posso dire così? Ci conoscevamo da così poco, eppure era entrato nella mia vita come un tornado, stravolgendola, in ogni suo aspetto. 

Con lui riuscivo davvero a essere me stessa, naturale, con lui non avevo problemi a ridere, parlare, di qualsiasi cosa, in qualsiasi circostanza, con una spontaneità che non avevo mai avuto.

Mi ero innamorata di lui, senza neanche accorgermene.

E come potevo. Era entrato nella mia vita, semplicemente, e ne era diventato una parte importante, come se quello fosse il suo posto, come se fosse destino.

Si spostò sul letto, sopra di me.

"Neanch'io voglio andarmene" mi disse sussurrando sulle mie labbra.

Sorridemmo, a pochi centimetri l'uno dall'altra.

Poi, lentamente, annullammo quella distanza.

Era come se lo aspettassimo da tempo, e, allo stesso tempo, fosse una cosa inaspettata.

Mi prese il viso tra le mani: quel contatto mi fece venire i brividi.

Gli intrecciai le mani tra i capelli, approfondendo il bacio.

Chiusi gli occhi, respirando il suo profumo, quell'odore che lo precedeva quando entrava nelle stanze, che mi faceva voltare alla ricerca del suo sguardo.

Si spostò sul letto, a fianco a me, un braccio dietro la mia schiena con la mano che percorreva la mia spina dorsale, e la mia testa appoggiata sul suo petto.

Rimanemmo così, io che ascoltavo il battito del suo cuore, accarezzandogli il torace, mentre lui giocherellava con i miei capelli.

Avremmo potuto rimanere così per sempre.

"A cosa pensi?" mi chiese.

"Vorrei che tutto questo non finisse mai" riposi con un sorriso dolce.

Ed era vero. Dopo tanto tempo.. finalmente mi sentivo felice.

Come se avessi aspettato quel momento tutta la vita: c'eravamo solo io e lui, noi, con tutta la vita davanti.

"E avrei voluto accorgermene prima" continuai sorridendo, baciandogli il petto.

Lui avvicinò la bocca al mio orecchio, e mi sussurrò "questo perché non te ne sei ancora accorta"

Alzai la testa, confusa, mentre le luci dell'alba avvolgevano la stanza, rendendo i lineamenti molto poco nitidi.

...

Mi portai a sedere: fuori era ancora buio, la pioggia continuava a bagnare i vetri della vetrata, e nella stanza ero sola.

Era stato tutto un sogno?

Guardai l'ora: era ancora notte fonda, l'asciugamano che avevo usato dopo la doccia era ancora abbandonato per terra, sul display lampeggiavano i messaggi dei ragazzi che si davano la buonanotte, qualche ora prima.

La testa mi faceva ancora male: a quanto pare almeno quello non me lo ero sognato.

Ma.. era davvero solo un sogno?

Sembrava tutto così reale.. come se amassi davvero quel ragazzo, come se tra le sue braccia fosse l'unico posto dove volessi trovarmi, come se fosse l'unica cosa giusta, l'unica con un senso.

Ma da quando ero diventata così mielosa?

Ma soprattutto.. chi era quel ragazzo?


Europe TripWhere stories live. Discover now