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Restai ancora un po' tra le sue braccia e notai che era così sereno mentre accarezzava i miei capelli e mi stringeva a sé, era senza dubbio una sensazione bellissima che dentro me sentivo di avere bisogno perché dopo tutte quelle ore spese a piangere avevo bisogno di recuperare energie e i suoi abbracci sapevano darmi sempre tutto quello che mi mancava ma allo stesso tempo mi resi conto di essermi spinta un po' oltre, soprattutto per l'ultima cosa che gli avevo chiesto e in quel momento lui iniziò a ridere, come se mi avesse letto nel pensiero tanto da terrorizzarmi quasi.

Avevamo vissuto così tanto tempo insieme, quasi in simbiosi da riuscirci a capire in ogni più singolo movimento e in quell'esatto istante sembrava proprio aver percepito di quanto mi fossi resa conto di essere imbarazzata.
Forse riusciva a capirmi più di quanto riuscivo a comprendermi io stessa e proprio per quel motivo sentivo di aver bisogno di lui nella mia vita, soprattutto in quel periodo di grande incertezze.

« Perché stai ridendo? » gli chiesi alzando appena lo sguardo per guardarlo meglio.

« Perché eri così convinta fino a qualche secondo fa e adesso tremi come una foglia. Ma ti mette tanta agitazione stare tra le mie braccia? » mi chiese.

« Forse un po', però.. »

« Però ti fa stare bene. » mi guardò.

« C'è qualcosa di male nell'ammettere di stare bene con me? » mi chiese.

« Probabilmente qualcun'altra al mio posto non avrebbe mai accettato di rivederti e invece guardaci, dopo tutto quello che è successo sei a casa mia, per giunta nel mio letto mentre mi stringi forte. Ho dei problemi seri secondo te? » risi appena.

« Sarà che hai problemi seri ma credo di averne anche io perché qualcun altro non sarebbe tornato dopo otto anni per fare quello che ho fatto eppure siamo qua perché non siamo qualcun altro e qualcun'altra ma siamo solamente noi. » mi disse e a sentirgli pronunciare quel 'noi' continuò a farmi tremare sempre più.

Non sapevo neppure io che cosa o chi volessi e soprattutto dove stessero andando la mia testa e il mio cuore ma ero consapevole del fatto che stavano raggiungendo due mete completamente differenti e non riuscivo a farli incrociare neppure per un istante.

Non sapevo a chi stessi lasciando il mio cuore e a chi i miei pensieri e non c'era cosa peggiore.

Probabilmente ero soltanto troppo scossa e stavo semplicemente trovando rifugio in lui perché nonostante tutto sapevo di potermi fidare ma era da pazzi fidarsi di chi ti aveva fatto perdere la fiducia nel genere umano.

Forse ero davvero pazza, forse avevo bisogno di aiuto.

Non sapevo più cosa fosse giusto e cosa sbagliato ma in quel momento volevo solo lasciarmi accarezzare da Taeyong e nient'altro.

Cercai di spegnere la mente per alcuni minuti e di lì a poco mi addormentai.
Ero così distrutta come se avessi corso una maratona infinita e le sue carezze sembravano la soluzione giusta per calmare i miei nervi e spegnere ogni problema.

« Dormi? » mi sussurrò appena e non ricevendo alcuna risposta mi guardò attentamente e capì che stavo realmente dormendo, così mi riportò dov'ero prima, dall'altro lato del letto e mi fece appoggiare con la testa sul cuscino ma mi svegliai.

« Vuoi sdraiarti accanto a me? » gli feci cenno di poggiare la testa sul cuscino dov'era posta anche la mia e lui non esitò neanche un secondo.
Si sdraiò accanto a me e riprese ad accarezzarmi il viso cantandomi alcune delle mie canzoni rilassanti preferite.

Amavo così tanto il suono pacato e tranquillo che la sua voce emanava e mi era mancata più di qualsiasi altra cosa che mi sembrava di sognare.
Non potevo credere che in quel momento eravamo insieme, ancora una volta, come tanto tempo fa.

Forse era davvero destino?
Erano vere quelle leggende che mi aveva raccontato sui petali di ciliegio e i fiocchi di neve?
Forse era davvero accanto a lui il mio posto sicuro nel mondo?
Infondo non avevamo mai avuto bisogno di nulla se non di noi stessi insieme e qualsiasi posto diventava bello se solo i suoi occhi incrociavano i miei e soprattutto ogni problema cessava di esistere come in quel momento.

C'eravamo solo noi, i nostri respiri, i battiti dei nostri cuori e le nostre mani che di lì a poco si intrecciarono facendomi riaprire gli occhi e rendermi conto sempre di più che stava accadendo tutto realmente e non solo nella mia testa.

« A cosa pensi? » mi chiese, avvicinandosi sempre più.

« Continuo a pensare di essere pazza. » risi appena e lui mi avvolse con entrambe le braccia e mi tirò verso sé.

« Non è un problema, posso accettare la tua pazzia ma tu accetteresti la mia? » mi chiese senza farmi capire dove stesse andando a parare ma qualche secondo più tardi capì perfettamente.

Ci guardammo per qualche istante e di lì a poco poggiò le sue labbra sulle mie e lì nessun dubbio, nessun pensiero, nessun blocco fermò le mie azioni e mi lasciai andare ricambiando appassionatamente e quasi avevo paura perché non riuscivamo più a fermarci ma ad un certo punto mi ricordai di mia madre che era al piano di sotto.

« Non era nei miei piani baciarti ma che stiamo facendo? » gli chiesi.

« Era nei miei piani però e non ne ho proprio idea, so soltanto che continuerei per i prossimi cento anni senza staccarmi neanche un attimo perché ho aspettato fin troppo. » riprese a baciarmi ed io glielo lasciai fare fino a che non pensai nuovamente a mia madre.

« E se sale mia madre per un qualsiasi motivo? Se ha bisogno di qualcosa? » iniziai ad agitarmi.

« Non è mai salita e non ci siamo mai preoccupati di niente, perché preoccuparcene adesso? »

« Ho una strana sensazione. » gli risposi ma non riuscivo a smettere di fissare le sue labbra.

« Però se mi guardi così io come posso stare fermo? »

« Così come? » divenni tutta rossa in viso.

« Stai arrossendo tantissimo. » rise.

« Aish, maledizione! » dissi facendolo scoppiare a ridere.

« Come posso farti sempre lo stesso effetto anche se continui a negarlo? Perché non vuoi essere onesta con te stessa? »

I was born to love you | YANGYANG Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα