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Qualcuno chiamò l'ascensore al decimo piano e si intrufolò con noi e da un lato ne fui sollevata perché non immaginavo minimamente in che modo avrei potuto gestire ancora YangYang appiccicato a me che sembrava volesse rubarmi un bacio a tutti i costi e non che la situazione mi dispiacesse ma stava davvero correndo troppo e per quanto lo avessi voluto anche io non era assolutamente il momento giusto ma allo stesso tempo pensavo ad Emily e sicuramente in un momento del genere avrebbe detto « ma il momento giusto non si aspetta, lo si crea. » e non potevo darle torto ma ugualmente sembrava stesse camminando tutto troppo veloce per me e avevo bisogno di tregua mentale per scandire bene ogni avvenimento, ogni passo avanti che stavo facendo e soprattutto per godermi al meglio ogni cosa insieme a lui senza dover per forza restringere i tempi, così cercai di spostarmi appena sussurrandogli qualcosa sottovoce.

« Magari un'altra volta. » risi nel vedere la sua espressione indignata facendo poi spazio a quel gruppo di persone appena entrate.

« Proprio adesso dovevano salire? » disse sottovoce.

« Non potevano farsela a piedi. » mi appoggiai alla sua spalla quasi divertita e sollevata perché per quanto mi fosse piaciuto un po' volevo soffrisse in un certo senso ma non nel senso cattivo della parola, non avrei mai voluto il suo male ma volevo capisse che aspettare davvero il momento giusto era più importante che crearlo o probabilmente no, non capivo più niente per colpa sua, volevo soltanto uscire da quell'ascensore al più presto possibile e fortunatamente il trentottesimo piano arrivò prima del previsto.

« Dopo di lei. » rise facendomi uscire per prima.

« Con permesso. » dissi con fare elegante stando al gioco.

« Ecco, ora seguitemi, le farò vedere qualcosa di meraviglioso. » continuò con lo stesso tono scherzoso voltandosi poi di scatto verso di me.

« Non pensare male anche stavolta però. » rise.

« Sei solo tu che stai pensando male adesso, l'avevo capito si trattasse del panorama. » risi procedendo verso il lungo perimetro di quel corridoio color neve.

« Eh no, stavolta è un'altra cosa. » rise, cercando di farmi capire fosse realmente altro e anche se stava scherzando diede uno sguardo a delle camere da letto poste alle mie spalle per rendere quello scherzo più reale.

Mi voltai e mi resi conto delle stanze e capendo che stesse scherzando stetti al gioco.

« Quale hai scelto? »

« La suite, che domande. » ma il gioco finì presto perché nessuna delle due era una suite.

« Peccato, volevo ci cascassi davvero, mi stava riuscendo bene la parte. » sbuffò appena.

« Allora vorrà dire che ci accontenteremo soltanto di questo scenario magnifico alle tue spalle. » dissi, incamminandomi verso il maestoso terrazzo posto dietro di noi.

« Ma lo scenario magnifico sono io, dove vai?! » scoppiò a ridere e iniziammo a rincorrerci come due bambini e tutta quella spensieratezza significava tanto per una persona come me che era da sempre dovuta crescere troppo in fretta senza godersi a pieno neanche gli anni della sua infanzia.

Mi sembrava di star vivendo un piccolo angolo di paradiso e me lo meritavo.
Meritavo di stare bene, di vivere leggera, di vivere e basta.

Uscimmo fuori e continuammo a rincorrerci ancora per un po' fino a che non mi persi in un punto indefinito della terrazza ad osservare ogni sfumatura nel cielo di varie tonalità dell'azzurro e quel sole sgargiante proprio al centro riusciva ad illuminare ogni angolo dell'intera città facendomi quasi venire i brividi nonostante non fosse ancora giunto il tramonto.
Mi piaceva tantissimo ammirare il cielo, mi metteva da sempre una certa tranquillità ma allo stesso tempo paura perché quando calava la pioggia un malcontento generale si impossessava di me senza lasciarmi tregua così come gli occhi di YangYang costantemente fissi in ogni angolo di me.

I was born to love you | YANGYANG Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora